C’è qualcosa nell’aria IL RITORNO AL TREMENDO VENTENNIO. E una larga parte dell’elettorato si è spaventata(CON RAGIONE), perché le demagogiche proposte anti Europa ed anti euro non sono patriottismo, ricordano il ventennio, non quello Berlusconiano che negava la crisi perché “i ristoranti erano pieni” ma quello di Benito Mussolini che nessun revisionismo e negazionismo storico può definire un patriota.

 

 

C’è qualcosa nell’aria IL RITORNO AL TREMENDO VENTENNIO. E una larga parte dell’elettorato si è spaventata (CON RAGIONE), perché le demagogiche proposte anti Europa ed anti euro non sono patriottismo, ricordano il ventennio, non quello Berlusconiano che negava la crisi perché “i ristoranti erano pieni” ma quello di Benito Mussolini che nessun revisionismo e negazionismo storico può definire un patriota.

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L’Italia, nella realtà che nemmeno Cina, USA, Russia, Giappone, India, Brasile e le due Koree, possono (anche se lo volessero)negare o tornare indietro, non lo può: la Globalizzazione esiste ed irreversibile, essa porta per evidenti ragioni di massa critica economica a consorziarsi ed allearsi per reggere la concorrenza economica e produttiva degli altri.
La “suggestiva” sirena dell’ isolazionismo, può solo significare togliere dalla polvere della storia l’autarchia.
Sì proprio QUELLA delle baionette In zama, un economia che non avendo risorse di materie prime si arrangia come può con i tragici risultati che nostri padri e nonni hanno subito.
Tutti sappiamo che la nuova economia italiana, nata con la repubblica, ha si dimostrato un grande potenziale ed ha varie punte d’eccellenza, ma ha sempre avuto (non prescelta ma per necessità ) una vocazione a esportare la maggioranza della sua produzione visto che l’eccellenza costa ed in Italia non ce ne sono a sufficienza a potersela permettere.
Quindi l’autarchia 2.0 difficilmente, senza adeguate materie prime, potrebbe continuare ad esprimere eccellenze, diverrebbe un mercato chiuso, senza sbocchi e con una limitata richiesta del mercato interno, perché chi produce sarà un pessimo consumatore: visto la tendenza della produzione ad adeguarsi alla domanda, diminuirebbero gli occupati e vi sarebbe crisi e miseria.
I lavoratori sopravvissuti alla falcidia, sarebbero sempre più simili ai servi della gleba che, pur producendo per le tavole dei loro signori, saranno costretti a cibarsi di radici.
La storia ci insegna che le necessità di sviluppo, percorrono ogni strada possibile per sopravvivere, ma quando la stragrande maggioranza si rivelano vicoli ciechi, si usano con decisione le o la rimanenti/e.
L’Europa, ci ha assicurato il più lungo periodo di pace e prosperità della sua plurimillenaria storia.
La stessa idea, di Unità Europea nasce dalla constatazione che le due guerre mondiali sono nate in Europa, che la maggioranza dei Paesi combattenti, erano europei e la maggioranza delle vittime civili pure.
È stato per questo, che è nata la Comunità Europea e non a caso, il suo primo organismo è stata la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) visto infinite guerra si sono combattute per il controllo della regione della Ruhr per unire sotto il controllo ora di Francia ora di Prussia (ed in seguito Germania) le miniere di ferro e quelle di carbone necessarie per produrre l’acciaio occorrente all’industria pesante per produrre armamenti.
Il Italia non è stata una passiva comparsa nella nascita dell’idea europea ma il suo primo e più determinato protagonista era Italiano e non è certo solo per questo perché il primo trattato è stato firmato a Roma.
È italiano chi ha avuto questa fondamentale intuizione: era un antifascista e la produsse durante il suo confino a Ventotene (dal 1939 al 1943). 
Si chiamava Gualtiero Spinelli e con la collaborazione di Ernesto Rossi scrisse il Manifesto di Ventotene il cui titolo originale (che ne riassume sinteticamente i contenuti) “Per un’Europa libera ed unità. Progetto del manifesto”.
Ed è italiano De Gasperi che firmò il primo atto concreto del sogno europeo. 
Questo tra l’altro affida agli elettori la riflessione e la scelta su quali siano i patrioti se Spinelli perseguitato per il suo antifascismo e padre nobile dell’Europa Unita o chi lo perseguitò gli emuli del quale hanno una mente così ristretta è razzista (ora per motivi elettorali momentaneamente accantonati) da non vedere l’unità dell’Italia ma la cui Patria ferma alla “padania”;
Altri ancora sono in piena confusione di idee; In sostanza la scelta è tra Spinelli, De Gasperi , Pertini e Matarella o quella scala cromatica che va dal nero/orbace, al verde e al giallo dalle troppe e contradditorie sfumature.
Scusate, mi sono lasciato prendere la mano dalla passione politica.
Ero rimasto nella mia analisi dell’autarchia a la strada pressoché obbligata che le rimane per sopravvivere: quella della guerra che richiede grosse produzioni d’armamenti desistinati ad essere usati, consumati, distrutti e sostituitì continuamente, fino che il conflitto e che offre successivamente all’economia il volano della ricostruzione di un Paese in macerie.
Lo so, può sembrare il farneticare di una fantapolitica senza contatto con la realtà; ma vi chiedo prima di congedarmi da voi un ultimo sforzo di riflessione.
Il maggior cruccio per l’Europa Unita, sono quelli, che con un termine superato dai fatti e dalla brexit è diventato assolutamente eufemistico : erano gli euroscettici.
Ora invece esiste ormai in Europa, un internazionale, che con termine che mi piace avendolo coniato io, definisco nazionapopulxenofoba, ciò che li unisce, momentaneamente, è l’attacco all’Europa Unita, ma una volta che fossero riusciti: o ad uscirne o a minarla dall’interno fino farla scoppiare, creerebbero in molti Paesi, governi di natura autoritaria ( come già si riscontra nei governi di alcuni paesi, che sono precedentemente appartenuti al Patto di Varsavia e dopo la sua disgregazione hanno aderito all’EU. L’incapacità politica e i gravissimi problemi economici di queste autarchie li renderanno instabili anche perché non vi sarà più la forza equilibratrice dell’Europa. Allora, a mio avviso, si ricorrerà a vecchie ricette collaudate perché note anche agli antichi romani: non c’è nulla che unisce di più un popolo e stabilizzi maggiormente un regime traballante di una guerra e del pericolo di un nemico alle porte. 
Quindi l’ ex alleato contro l’Unità Europea è destinato a diventare il peggior nemico!

C’è qualcosa nell’aria IL RITORNO AL TREMENDO VENTENNIO. E una larga parte dell’elettorato si è spaventata(CON RAGIONE), perché le demagogiche proposte anti Europa ed anti euro non sono patriottismo, ricordano il ventennio, non quello Berlusconiano che negava la crisi perché “i ristoranti erano pieni” ma quello di Benito Mussolini che nessun revisionismo e negazionismo storico può definire un patriota.ultima modifica: 2018-05-31T12:29:44+02:00da bezzifer
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