Ma il Pd ha intenzione di svegliarsi dal letargo dicono ora i TAFAZZI. E questo il vero problema: la politica non è il calcio, anche se molti italiani sbagliando fanno gli ultras di un particolare partito / esponente politico

Dopo la sberla presa alle elezioni, il PD (o meglio i dirigenti) sembra dare la sensazione di essersi chiuso a riccio e di non voler fare nulla per riprendere il ruolo di partito degno di tale nome.
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Di certo i dirigenti del partito (quelli che se ne sono andati ma anche quelli rimasti) hanno passato mesi e mesi non tanto ad attaccare gli avversari (grillini, leghisti in testa) quanto piuttosto ad attaccare il proprio segretario.   Che questo sia stato dettato da antipatia, da invidia, dal fatto che per alcuni la politica era troppo lontana da quella della sx, di certo un risultato lo ha ottenuto delegittimando il proprio segretario hanno delegittimato il partito.
In questi 5 anni, a fatica e certamente con qualche errore, chi era a capo del partito aveva portato il paese in una situazione decisamente migliore rispetto a ciò che aveva trovato, ma questo non è servito, Tafazzi appunto.
Naturalmente il Tafazzi dei momento  ha omesso di raccontare quanti si sono battuti affinché il PD facesse questa fine, probabilmente sono gli stessi che omaggiavano “la nuova sinistra” di proprietà della Casaleggio Srl e che promette linciaggi e stupri in ogni dove, o quegli scissionisti che brindavano alle sconfitte del PD in contemporanea con destre di ogni tipo. Ecco, quelli andavano bene sia hai media  che al Tafazzi. Quelli che poi danno la colpa alle vittime delle loro stronzate.
Il PD non è calato in modo così pesante per demeriti propri. Il PD è in difficoltà perché i media di massa ITA, i soli che formano l’opinione “delle masse”, hanno innescato nel cervello degli ITA le equazioni “Renzi=Berlusconi”, “Boschi=crisi delle banche” (ripetuta ieri sera da Floris in tutte le salse, in modo più o meno diretto, ca. 12 volte), “Rosato=Legge elettorale truffa”, etc etc ripetute 1000 volte 365 giorni all’anno negli ultimi 4 anni – ovvero dal momento nel quale all’interno del PD vince definitivamente, con Renzi, la linea del RIFORMISMO INTRANSIGENTE – ovvero: Basta privilegi a ANCHE a sinistra. A quel punto, anche una larga fetta degli intelletuali della cosidetta. “sinistra” ITA (ciò l’altro ENORME BASTIONE DELLA COSERVAZIONE ITA), si danno alla “scoperta” di 1000 presunti “scandali” del PD renziano.
ORA:Tutti i riflettori sono puntati su Lega e 5 Stelle. Mentre i democratici non sono ancora riusciti a superare la batosta del 4 marzo. Eppure c’è solo un modo per convincere gli italiani a tornare ad avere fiducia in loro.E l’unico modo per risalire la china è riconquistare un ruolo di alternativa credibile presentando proposte di governo concrete e praticabili che suonino come l’unica, vera opzione presente sul mercato politico. Finora così non è stato, prevalgono silenzio e vaghezza, e di sicuro non è un caso. Il Pd sembra ancora ingessato dall’incapacità (impossibilità?) di condurre a unità le due anime del partito, le stesse accusate agli esordi dieci anni fa – ricordate? – di “fusione a freddo”. Oggi, certo, ci sono nuovi riferimenti politici e culturali: c’è chi subisce il fascino della sfida macroniana, avanti con le riforme e crescita dell’economia, e guarda al centro berlusconiano; e chi invece pensa alla sinistra di Jeremy Corbyn, meno vincoli europei, lotta alla globalizzazione e scelta di campo a favore degli esclusi e degli emarginati.Non è solo l’alternativa tra due ricette, è la domanda chiave del momento, e cioè capire se basti solo l’una o solo l’altra formula, o non servano e l’una e l’altra per ridurre le disuguaglianze, oggi problema numero uno e causa principale del diffuso rifiuto di ogni establishment. Due anime. Per conciliare le quali occorrerebbero contenuti chiari e condivisi. E forse anche un modo diverso di comunicare la propria opposizione e un’idea diversa di Paese. Si ha l’impressione che non basti più solo richiamare tutti alla responsabilità; spulciare i curriculum degli avversari; elencare i vulnus alla Costituzione; evocare i possibili disastri prossimi venturi. Anzi, se dovessi dare una definizione sbrigativa dell’abusata parola “populismo” sceglierei proprio il rifiuto testardo di regole ragionevoli, di vincoli, trattati, e della classe politica che li ha finora interpretati. Perché sono proprio questi uomini e cose che l’Italia gialloverde intende portare sul banco degli imputati accusandoli di aver fallito. Per convincere gli italiani del contrario c’è solo un modo: dimostrare di avere un programma più attento a loro, più vicino alle loro esigenze, più efficace. Non è facile per niente. Auguri.
Ma il Pd ha intenzione di svegliarsi dal letargo dicono ora i TAFAZZI. E questo il vero problema: la politica non è il calcio, anche se molti italiani sbagliando fanno gli ultras di un particolare partito / esponente politicoultima modifica: 2018-05-31T16:47:16+02:00da bezzifer
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