Il reddito di inclusione sia un primo passo, contro povertà e disuguaglianze

Il reddito di inclusione sia un primo passo, contro povertà e disuguaglianze.

“I fuochi di indignazione scatenati da forti e crescenti disuguaglianze e da un senso diffuso di ingiustizia sociale hanno trovato espressione nelle urne elettorali e hanno risvegliato l’attenzione delle classi dirigenti.

Ma non hanno dato vita a un disegno collettivo di avanzamento sociale, anzi prefigurano oggi soluzioni regressive che affrontano o mascherano le disuguaglianze con altre disuguaglianze e persino con limitazioni delle libertà.

Il momento va colto, scongiurando questi esiti, ma scongiurando anche ogni irragionevole arrocco a difesa dell’insostenibile situazione esistente, come pure l’abitudine italica di cambiare tutto perché nulla cambi.

È allora necessario che la ritrovata attenzione e la tensione che percorre il paese si traducano in una crescita dell’azione collettiva dei cittadini organizzati, nel suo coagulo attorno a proposte concrete e tempestive di azione pubblica”. E UNA DI QUELLE E

Il reddito di inclusione che sia e sarà un primo passo, contro povertà e disuguaglianze.

Basta alibi.

“La riduzione delle ‘nostre’ disuguaglianze impone di accrescere o almeno non ignorare le disuguaglianze di ‘altri'”.  Perché le disuguaglianze nostre e degli altri sono il frutto delle stesse politiche sbagliate. GIUSTO?

“Non c’è modo di cambiare le cose, e dunque accontentiamoci di redistribuire quanto si può e di affidarci alla generosità dei più ricchi”.SBAGLIATO !

  I meccanismi che determinano le disuguaglianze possono essere modificati, cambiando le politiche e influenzando la formazione della ricchezza.GIUSO?

“Inutile mobilitarsi e lottare perché nessuno ci ascolterà”.SBAGLIATO!

 E’ così che ogni avanzamento sociale della storia ha avuto luogo, sfidando e vincendo ogni volta gli oppositori e i disfattisti del momento.GIUSTO?

L’analisi esposta esprime una linea di tendenza verso uno stato civile che non abbandoni gli ultimi e gli sfortunati al proprio destino e quindi cerchi di realizzare i presupposti della convivenza organizzata delle varie aggregazioni sociali in forma di stato. La ns. costituzione, nata dopo il disastro della 2° mondiale generata dal fascismo e dal nazismo, fu pensata da persone di varie tendenze politiche accomunate nell’elaborazione dai lutti di milioni di cittadini e dalle devastazioni lasciate in eredità dalla guerra medesima. Lo statista, il vero statista, non può e non deve “abbandonare” all’indigenza i cittadini che per debolezza o sfortuna non ce la fanno. Un concetto semplice di stato e di civiltà che, purtroppo, esula dalle menti ottuse o peggio dei liberisti e neoliberisti che trasferiscono la lotta competitiva del mercato all’intera società dove vince il più forte e dove di fatto i soccombenti vengono considerati come immeritevoli. Questi approcci oscurantisti e mutuati dalle leggi della natura anziché dal senso della civiltà maturato nelle società più civilizzate ed elaborate negli ultimi tre secoli da menti illuminate, sono purtroppo ancora condivisi dalle destre non solo europee ma dalle destre in generale sull’intero scacchiere internazionale. Le situazioni di squilibrio socio economico, all’interno di ciascuno stato e fra gli stati come singoli o come federazioni, determineranno dapprima guerre commerciali e poi guerre di ogni genere magari travestite da guerre di religione

Il reddito di inclusione sia un primo passo, contro povertà e disuguaglianzeultima modifica: 2018-06-16T18:13:06+02:00da bezzifer
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