IL GOVERNO DELLA PAURA ALTRO CHE GOVERNO DEL CAMBIAMENTO

Obiettivo: immigrati zero. Per nascondere il fatto che non ci saranno le belle cose promesse, nemmeno una.

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E’ cambiata l’aria, nel bene e nel male. Gli aspetti da sottolineare sono due o tre.

1- Il governo gialloverde tende a caratterizzarsi sempre più come governo della paura. Salvini spopola e tende a comportarsi sempre più come il vero presidente del consiglio. La sua linea strategica è semplicissima, quasi elementare: in Italia non deve più sbarcare nessun immigrato.  A fanculo Europa, trattati internazionali, il papa, buonsenso. C’è un problema epocale, cioè l’immigrazione? Non ci riguarda. Noi chiudiamo i porti, e quelli della Val Brembana sono salvi: basta negri intorno a loro. Potranno finalmente andare al bar con le corna celtiche in testa e bere birra fino a sfondarsi. Ah, che bella Italia, solo fra noi.

Dite che ci stiamo isolando internazionalmente? E chi se ne frega. Non abbiamo bisogno di nessuno. Quello che l’Europa non ci vorrà dare, ce lo prenderemo. La pacchia è finita.

2- Salvini, benché di intelligenza appena sufficiente al disbrigo degli affari quotidiani, sa benissimo che questa linea politica è una scemenza. Ma a lui non importa. Non vuole mica cambiare il mondo o occuparsi di cose (l’immigrazione) che tanto non capisce. Lui ha scoperto che questa linea, zero immigrati, elettoralmente paga. E quindi va avanti. Fino alle prossime elezioni, quando sbarcherà quei cretinetti del 5 stelle e farà il governo da solo, con la marea di voti che la Lega prenderà.

Dopo di che riformerà l’Italia come  vuole lui: fuori dall’euro, Banca d’Italia agli ordini del governo (stamperanno lire anche di notte, carcere per chi delocalizza e, forse, anche per chi parla male di Salvini). Insomma, di corsa verso il Venezuela. D’altra parte Salvini fin lì arriva, più in là non vede.

3- Ma si sta muovendo qualcosa. I grandi giornali (che contano, non è vero che non contano niente), che fino a ieri erano stati complici della grande volata leghista e pentastellata, adesso cominciano a essere pieni di dubbi (persino Massimo Giannini dubita…). Avvertono che questi non sono il nuovo, ma semplicemente il vecchio travestito: fanno affari come tutti gli altri (anzi, peggio), ma in più hanno idee demenziali sul futuro del paese. Pensano che basti stampare dei soldi per diventare tutti più ricchi, come nazione. E’ un’idea da bambini, ma è la loro idea.

4- Ci sono però, si diceva, delle novità. La prima è che il premier ufficiale, quel Giuseppe Conte che tutti abbiamo imparato a considerare un figurante, sta invece prendendo gusto al suo lavoro. Ha scoperto che andare in giro per il mondo (con l’aereo di Renzi…) e farsi omaggiare dai grandi della terra gli piace. Vorrebbe non smettere mai. Dal Quirinale gli hanno fatto capire che, allora, il  prezzo da pagare è molto semplice: deve ricondurre dentro i ranghi Salvini e Di Maio. Insomma, deve fare il premier davvero, magari tirando una sberla ogni tanto a quei due bambinoni.

5- La seconda novità è che nessuna delle promesse elettorali della magnifica coppia potrà essere realizzata. E infatti ogni giorno arriva un annuncio: la tal cosa slitta in avanti, la talaltra anche, e pure la terza. Insomma, niente. La grande guerra ai negher di Salvini serve anche a coprire questa miseria: si sventola una bandiera nazionalistica per coprire il nulla. I mascalzoni, recita un vecchio adagio, si avvolgono sempre nel tricolore.

E’ un gioco sporco, spregiudicato, che ci colloca fra i peggiori in Europa, Orban è quasi una brava  persona al confronto. Nemmeno Mussolini arrivò a tanto. Arrivò alle leggi razziali perché il socio Hitler glielo aveva imposto, lui  avrebbe continuato volentieri a mietere il grano a torso nudo e a scoparsi delle belle signore. Non a caso la sua amante più nota, prima di Claretta, era un’intellettuale ebrea, Margherita Sarfatti (http://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=635&a=23525&tag=Personaggi/Margherita-Sarfatti), definita “quella che ha inventato Mussolini”, prima di distruggerlo con una biografia devastante.

Salvini invece non ha scrupoli: “migranti zero” porta voti, e allora avanti. Se devono affondare nel Mediterraneo, che affondino.

Di corsa verso il disastro finale. A meno che Mattarella, i giornali e i mercati non lo fermino. O, ironia della storia, qualche magistrato per bene.

Senza escludere che il suo popolo, dopo essersi riempito di birra e di patatine fritte, cominci a chiedersi dove diavolo siano finite la flat tax e tutte le altre meraviglie promesse. E chi diavolo sia questo Salvini che urla e strepita, ma che poi li lascia a bocca asciutta, senza nemmeno più un negher da prendere a calci in culo.

IL GOVERNO DELLA PAURA ALTRO CHE GOVERNO DEL CAMBIAMENTOultima modifica: 2018-06-17T09:23:17+02:00da bezzifer
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