Il CEO di Foodora ha criticato duramente Luigi Di Maio. Lo ha accusato di demonizzare la tecnologia e di avere un atteggiamento «quasi medievale»

«Se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità che il ministro Di Maio ha fornito alle delegazioni di rider incontrate, dovrei concludere che il nuovo governo ha un solo obiettivo: fare in modo che le piattaforme digitali lascino l’Italia. Quella che filtra è una demonizzazione della tecnologia che ha dell’incredibile, quasi medievale e in contraddizione con lo spirito modernista del Movimento 5 Stelle». LE PAROLE DEL  CEO di Foodora Gianluca Cocco.

IL MIO PUNTO DI VISTA? Con il nuovo governo giallo-verde, probabilmente per la prima volta nella storia, bisogna fare considerazioni strettamente pratiche e terra-terra, semplici relazioni di causa-effetto. Impelagarsi in modelli ideologici basati sugli -ismi è una perdita di tempo, i due partiti principali sono impermeabili a queste categorie (e per il MAIE, il terzo partito, il discorso è lo stesso).

Quindi per sostenere che stabilire un salario minimo e un contratto regolare da dipendente per una serie di mestieri non è una buona idea, bisogna semplicemente ricordare che gli imprenditori non lo applicheranno e semplicemente se ne andranno dove possono guadagnare e lasciando perdere l’Italia: il rimedio insomma è peggiore del male, i disoccupati sarebbero di più, non di meno.
Per sostenere che il reddito di cittadinanza è sbagliato basta mostrare quanto costerebbe accanto al dato del debito che l’Italia ha già, e di quello che diventerebbe se l’idea fosse effettivamente realizzata.
Per mostrare che la politica dei “respingimenti” (in realtà, un rifiuto bello e buono di soccorrere persone scampate ad un naufragio) alla lunga non può dare alcun frutto, bisogna ricordare le convenzioni sottoscritte dall’Italia, che la obbligano a soccorrere e ad esaminare le domande di asilo politico, e che una sistematica violazione sarebbe sanzionata con multe salate dal Consiglio d’Europa, e non è detto che anche l’ONU non metta ai voti una mozione, isolando totalmente l’Italia.

E così via. Di fatto una serie di misure presentate da questi due partiti come l’uovo di Colombo, non sono mai state prese dai governi precedenti non perché fossero pregiudizialmente contrari: il problema è che non sono realizzabili, funzionano solo in campagna elettorale.

“Personalmente penso che regolare questi servizi sia importante” DICE LA SETTA

Sarà anche importante, ma se le società non rientrano dei costi chiudono. Non è che nessuno pianga, nel mondo dell’imprenditoria, perché non può avere una filiale italiana.

“ e le leggi sul lavoro sviluppate nel Novecento non sono adatte“. DICO IO

In buona parte del corso del Novecento la globalizzazione e la delocalizzazione erano concetti che nemmeno esistevano. Oggi esistono, eccome. È il caso di mettere anche quelli sul piatto, oppure si fanno i conti senza l’oste.

POI AGGIUNGO IO:Io francamente tutta questa gente che in Italia non vede l’ora di mangiare alla mensa dei poveri e dormire sotto i ponti non la vedo.

Però apprezzerei una vasta associazione di clochard che orgogliosamente, davanti alle telecamere e a viso scoperto, proclamasse “abbiamo scelto questa vita perché più dignitosa che lavorar per Foodora”. Almeno le cose sarebbero chiare al grande pubblico. Ora non lo sono affatto.

““Sarà anche importante, ma se le società non rientrano dei costi chiudono”

Significa che con quelle modalità, semplicemente, non c’è mercato“.

Attualmente, con le regole vigenti, il mercato c’è. I ciclisti consegnapasto non sono nemmeno pochi.
Con le regole che vorrebbe introdurre Di Maio, il mercato non c’è più, nel senso che l’imprenditore va in perdita, e chiude. Tutti licenziati.
Come vedi, le chiacchiere stanno a zero.
Il compito di un ministro del lavoro sarebbe di aumentare i posti di lavoro, non di distruggerli.
Il resto del discorso è solo filosofia, non mi interessa discutere di quanto siano cattivi i padroni e di quanto lo fossero negli anni Sessanta, il totem dello statuto dei lavoratori lo adorino gli altri. Uno che consegna cibo a domicilio cerca di mettere assieme il pranzo con la cena, non ha tempo per filosofeggiare.

“Siamo arrivati a questo?” Sì, e da un pezzo. O meglio, una parte di lavoratori italiani, quelli che non hanno specializzazioni o ne hanno ma in ambiti sempre meno richiesti,o pure lavorare e faticoso,si sono arrivati a questo. Un tempo le regioni (e anche lo Stato sotto altre forme) li assumevano come operai forestali; oggi il debito non lo permette più.

“E quindi forse è l’esistenza stessa di foodora che è insostenibile“.

Ti dirò, messa così la trovo più accettabile delle utopie di Di Maio. Mettere in chiaro subito che questo modello di contratto in Italia non è accettabile, “andatevene via tutti, non vi vogliamo”, lo ritengo un discorso autolesionista ma schietto.
Ritengo una barzelletta quando si cerca di imporre ad una multinazionale straniera un modello di business regolato sulle idee del ministro del lavoro, come se le multinazionali facessero beneficenza. Se vedono che i margini di guadagno non ci sono più chiudono, e chi s’è visto s’è visto. E con un ricarico troppo altro sul prezzo del cibo la convenienza per il cliente non c’è più: o si cucina direttamente il cibo a casa, o si fa quattro passi e lo va a ritirare alla rosticceria a due isolati da dove abita.

“e i ragazzi cercheranno altri lavoretti speriamo onesti se DI MAIO non contrattualizzera pure quelli,altrimenti sarà la mafia a provvedere e non sarà ne onesto ne contratizzato.