Gabbie, schedature, respingimenti. La cattiveria aumenta. Ma perché? GLI ATTREZZI DEL BOIA

Una mia amica , che di mestiere fa la psichiatra, e quindi è del ramo, nota con un certo disgusto che qui “si esibiscono gli attrezzi da boia”: gabbie, schedature, respingimenti.

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E’ vero. In questi giorni la cattiveria ha fatto qualche passo in avanti. Anzi, molti.

Maristella avanza anche una spiegazione. I migranti stanno sulle scatole degli italiani (e non solo) perché la loro povertà, la loro disperazione, la loro mancanza di futuro ci ricorda da vicino, come in uno specchio, cose e situazioni da cui noi siamo riusciti bene o male a fuggire, a lasciarci alle spalle.

Tutto giusto. Ma, forse, c’è di più. C’è un uso scientifico, da parte del potere oggi al governo, della teoria del “cappello nero”. La teoria si trova in un libretto, credo oggi introvabile, dal titolo “A ciascuno il suo fiammifero”.

La storia è questa. Il più grande produttore americano di sigarette viene informato che sta per partire l’ennesima campagna contro il fumo. Preoccupato, entra in azione con il “cappello nero”.

Che consiste in questo. Chiama il figlio, un po’ scioperato e un po’ hippy, e gli dice: potrai realizzare il tuo sogno, ti regalo i terreni che abbiamo lungo la valle perché tu vi costruisca una grande università, la migliore del mondo, non bado a spese. Il figlio, speranzoso, dice: posso prevedere una cattedra di filologia romanza? Ma certo, dice il babbo. E una di letteratura cinese medioevale? Ma sicuro, anche di poesia barocca tedesca, se vuoi. Cerca i migliori professori del mondo e parti, hai carta bianca.

Il figlio: ma in cambio non vuoi proprio niente? Il babbo: solo una cosa, piccola, un’inezia. E cioè? Voglio che dentro la tua università tu costruisca il più moderno, attrezzato e severo laboratorio per le analisi delle sofisticazioni alimentari, tutto qui. Analizzate tutto, fate convegni, diffondete paper.

Più tardi spiegherà ai collaboratori: quello è il mio cappello nero. La gente avrà tanta paura di quello che le danno da mangiare che fumerà persino di più. E i miei affari saranno salvi.

Ecco, qui abbiamo un governo che dopo 100 giorni dalle elezioni non ha ancora combinato niente (il Parlamento è fermo per la mancata spartizione delle poltrone), nessuna delle cose promesse in campagna elettorale verrà mantenuta.

Per fare qualcosa sta disperatamente chiedendo a  Bruxelles di autorizzare l’Italia a fare debiti in quantità monstre e, non contento, medita un fortissimo aumento del prezzo del gasolio in agosto (con la scusa che si tratta di auto inquinanti).

Insomma, questo è già adesso un governo di disperati. che non sa dove sbattere la testa e dove trovare i soldi per non farsi correre dietro con i forconi dai suoi stessi elettori.

Allora crepi la Merkel insieme a Macron e a Sanchez.

Allora, come dice l’amica psichiatra , ecco spuntare gli attrezzi del boia, il cappello nero: dagli al negher, dagli alla tirchia Europa, e intanto tutto va a rotoli. Ma gli elettori saranno così arrabbiati con i negher e l’Europa che forse nemmeno se ne accorgeranno che qui sta andando tutto a remengo.

Piccola morale conclusiva: quando un governo tira fuori gli attrezzi del boia, significa che non c’è rimasto più niente. Solo la paura può tenerlo al potere.

Gabbie, schedature, respingimenti. La cattiveria aumenta. Ma perché? GLI ATTREZZI DEL BOIAultima modifica: 2018-06-19T17:37:15+02:00da bezzifer
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