Come ILVA rischia di esplodere in faccia a Di Maio
Lakshmi Mittal lo ha detto chiaramente ieri a Luigi Di Maio: «Arcelor Mittal è pronta a chiudere l’operazione entro il periodo concordato ed essere operativa dal primo luglio». Con o senza accordo con i sindacati, a quanto pare. È stato lui l’ospite “d’onore” della giornata di ieri al ministero dello Sviluppo: il capo del colosso mondiale dell’acciaio che attraverso la newco AmInvestco Italy ha vinto la gara per l’acquisizione dell’Ilva e ora ha intenzione di andare avanti, anche con altre concessioni dal punto di vista ambientale se necessario.
Come ILVA rischia di esplodere in faccia a Di Maio
Ma Mittal non molla ILVA e la situazione adesso si fa sempre più difficile per Luigi Di Maio. Da una parte c’è Beppe Grillo che vaneggia di fondi europei per la bonifica del sito di Taranto, e lui “parla a titolo personale”. Dall’altra ci sono le associazioni ambientaliste e dei consumatori che premono per la chiusura del sito. Poi ci sono i sindacati che sono in attesa di capire cosa vuole fare il nuovo governo e promettono, in caso di brutte notizie, 14mila operai sotto il ministero. Infine c’è il nuovo proprietario che potrebbe essere l’osso più duro di tutti, specialmente se dovesse rivolgersi ai tribunali.