Scomparsa l’honestà, adesso va di moda la dignità. Di Maio e Salvini sognano un’Italia piccola, autarchica, fuori dalla storia e dal mondo.

 

Il grido “honestà, honestà, honestà” che doveva tornare di moda invece è uscito di scena. Il grido-simbolo dei 5 stelle, misteriosamente, è scomparso non appena sono arrivati al governo, dove c’è la roba. Brutto segno?

Risultati immagini per dignità. E L’ORO ALLA PATRIA

In compenso Di Maio si è cimentato  nella sua prima prova di ministro dell’industria: il decreto dignità (che è la parola-simbolo che ha preso il posto di honestà). Già l’idea che la dignità si possa stabilire per decreto fa ridere, ma bisogna essere comprensivi.

Di Maio, fornendo un’altra volta prova della sua totale inadeguatezza, si è cimentato con il problema del lavoro. Visto che proprio ieri l’Istat ha certificato che l’occupazione è tornata ai livelli del 2008 e che la disoccupazione è la più bassa (benché ancora alta) dal 2012, un altro avrebbe detto “Bene, avanti così” e si sarebbe occupato di aziende in crisi, ad esempio.

Ma non Di Maio. La sua idea fissa è quella di liquidare il Job Acts renziano (al quale si devono i numeri appena citati dell’Istat). Vuole liquidare, cioè, quello che sta dimostrando di funzionare. Ma perché? Perché lo ha fatto un altro. Per tigna, si sarebbe detto una volta.

Allora ha varato il suo famoso decreto dignità. Divieto (in parte) di pubblicità per i giochi (sai che spinta alla crescita, finalmente tutti a casa a intrecciare cestini di paglia invece di stare a fare scommesse). Poi ha messo limiti più severi al lavoro a tempo indeterminato e ha stabilito indennità di licenziamento molto elevate. Insomma, una cosa davvero molto dignitosa. Che provocherà migliaia di licenziamenti e di non-assunzioni. Saranno tutti più che dignitosi, forse anche con l’abito buono della festa, ma sulle panchine a guardare i piccioni che cacano.

Da questo decreto dignità, cioè, non uscirà un solo posto di lavoro in più, zero. Ci si domanda, a questo punto, se sia proprio folle o soltanto un invasato. Forse entrambe le cose.

L’occupazione, che è la cosa di cui abbiamo più bisogno, la fanno le imprese, non i ministeri. Allora lui ha pensato bene di caricare le imprese di nuovi oneri, e infatti stanno già tutti protestando.

Nessuno, quindi, assumerà nessuno. Ma la cosa non lo spaventa. Tanto, per quelli ai quali non rimarrà che andare ai giardinetti ci sarà il reddito di cittadinanza (ma solo se i tedeschi, completamente impazziti, decideranno di pagarlo di tasca propria…).

Non contento di aver già fatto un tot di disastri, Di Maio ha pure inasprito le pene per chi delocalizza (all’estero) in parte o del tutto la propria azienda. La sua idea, tipica di chi nulla sa, è che le aziende possano essere costrette per legge a produrre a Viboldone. La concorrenza straniera non esiste. Mai vista.

Bene ha fatto la Fiat, anni fa a trasformarsi in azienda straniera, così potrà fare quello che vuole e potrà andare a produrre dove le risulterà più conveniente. Così magari riuscirà a  reggere la concorrenza, piuttosto severa nel settore auto. Prevedo che nei prossimi anni molte altre imprese seguiranno la stessa strada.

Questo paese, nelle mani di un pretino come Di Maio e di un fuori di testa come Salvini, sta diventando inadatto a ospitare aziende. Loro sono due dementi che vorrebbero stabilire anche come dobbiamo vestirci per andare a messa e quanti figli, obbligatoriamente, dobbiamo fare. Che si tratti di una serie di coglionate già varate a suo tempo dal Duce, nemmeno li sfiora.

Sognano un’Italia chiusa, autarchica, ridicola, fuori dal tempo e dalla storia.

Nel frattempo, i commercialista di Salvini, l’ineffabile Siri, sta studiando i “Bot solo per gli italiani”, che nessun italiano comprerà (c’è odor di fregatura lontano un chilometro). Allora si troverà il modo di farglieli comprare per forza. Insomma, oro alla patria (anche questo già fatto dal Duce).

Questo, per ora, è il  famoso cambiamento. Ma siamo solo agli inizi. Il meglio deve ancora arrivare.

Scomparsa l’honestà, adesso va di moda la dignità. Di Maio e Salvini sognano un’Italia piccola, autarchica, fuori dalla storia e dal mondo.ultima modifica: 2018-07-03T09:16:52+02:00da bezzifer
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