Trump vuole tassare le auto tedesche, che però per il 60 per cento sono fatte con componenti italiani. Insomma, frega i tedeschi, ma anche noi.

DATEMI UNA HARLEY

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La storia delle Harley Davidson è abbastanza buffa. I motociclisti europei non le hanno mai considerate. All’inizio montavano pneumatici da auto, erano inadatte a curvare e infatti non era previsto, correvano solo sulle lunghe e dritte autostrade americane.

E’ stato proprio l’importatore italiano a ridare sprint alle Harley, con copertoni motociclistici e altre diavolerie. Ancora oggi, comunque, i veri motociclisti (quelli che girano solo in Ducati o altri mostri e che nelle curve toccano l’asfalto con le ginocchia) si rifiutano di considerare le Harley delle vere motociclette: sono delle quasi auto su due ruote.

Però hanno un certo successo, visto che si tratta di uno dei prodotti su cui l’Europa intende mettere un forte dazio come ritorsione contro i dazi di Trump. Alla casa produttrice hanno fatto i conti e hanno visto che, con i nuovi dazi europei, una loro motocicletta media verrebbe a costare circa due mila euro in più. Troppo. Da qui la decisione di andare a costruirle fuori dagli Stati Uniti, proprio per evitare i dazi europei sulle merci americane.

Naturalmente, Trump si è molto arrabbiato: questi scappano, non si fa così. E ha subito minacciato l’Europa: ritirate i vostri dazi oppure io metto dei dazi terribili sulle vostre esportazioni di auto in America.

In questo caso, che non si può ancora escludere, il paese più danneggiato sarebbe la Germania con le sue belle Mercedes per gli attori e i miliardari. Ma anche altri sarebbero chiamati a pagare un discreto prezzo. Italia compresa.

Il perché è presto spiegato. Quando vedete un’auto tedesca, bella e luccicante, non dovete dimenticare che circa il 60 per cento di quello che c’è dentro è in realtà italiano, puro made in Italy.

I freni di quasi tutte le auto tedesche, ad esempio, sono fatti a Bergamo dalla Brembo (che fa anche i freni per le auto di formula 1). Ma non si tratta solo della Brembo, che è un’eccellenza mondiale nel suo settore, ci sono altri fabbricanti di parti di auto che vivono sulle forniture all’industria tedesca.

Se si colpisce l’auto tedesca, quindi si colpisce l’industria componentistica italiana, che tanto ha lavorato per guadagnarsi la stima degli esigenti produttori tedeschi.

Chissà se il premier Conte, quando andrà in visita alla casa Bianca, si ricorderà di spiegarlo al presidente americano. Ormai tutto è interconnesso: se tiri un pugno alla Merkel, colpisci anche noi.

Trump vuole tassare le auto tedesche, che però per il 60 per cento sono fatte con componenti italiani. Insomma, frega i tedeschi, ma anche noi.ultima modifica: 2018-07-03T10:33:28+02:00da bezzifer
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