Archivio mensile:settembre 2018

LA CONFESSIONE DI UNA CHE OGGI SI RITIENE DEFICIENTE, NOI SAPPIAMO CHE E’ IN BUONA COMPAGNIA, ERANO TANTI INTELLETTUALI A CUI RENZI STAVA ANTIPATICO

Risultati immagini per ANNUNZIATA  CARICATUREConfessioni di una deficiente.Confesso, sono una deficiente. Pur avendo questo giornale scoperto il piano Bdel primo accordo di governo, l’ho poi lasciato da parte, cullata lentamente in uno stato di semicosciente ottimismo, perché poi, alla fine, chi mai davvero potrebbe esporre il paese alla destabilizzazione politica? Una cosa sono le idee altro è la responsabilità di governo, mi sono ripetuta. In fondo quale politico accetterebbe mai di giocare a carte con il Destino del Popolo in nome del Popolo? Non lo avevo messo in conto. Questo azzardo non l’ho visto arrivare perché era sempre stato lì, nello stesso atto fondativo della coalizione di governo.

NON TI RICORDI PIÙ LA TUA RENZIFOBIA.DEFICENTE ORA E POCO.

Annunziata il suo “Deficere” non si manifesta da ora ma dal tempo in cui Lei si allineava alla brigata dei cacciatori di Renzi. Sparare a Renzi era diventato lo sport nazionale dei “cosiddetti” pensatori di sinistra, uno sport che andava di moda, che portava consenso sia a voi giornalisti che ai vari politicanti ex comunisti, una gran figata parlar male di Renzi. Siete voi che avete mandato al governo questa gente, siete voi che non avete voluto vedere la violenza e la malafede che c’e’ dietro a questi personaggi, siete voi che li avete giustificati perche’ Renzi vi dava fastidio. La sinistra perde perche’ ci sono troppi galli nel pollaio,troppi Deficienti come Lei a cui manca l’umilta’ di accettare un leader e di difenderlo contro questa gente, gente che sta esponendo il MIO paese a dei rischi assurdi e a cui i “deficienti di sinistra” come Lei hanno spianato la strada.

Caspita, alla fine lo hanno capito tutti, e lo dice anche la direttora un’altra a cui Renzi stava antipatico, lo scenario però non è chiaro, i pentacottari sono apprendisti stregoni, preoccupati per tutte le balle elettorali che hanno raccontato, Giggino è il nulla assoluto, si è dato un tono giocando col fuoco, il dubbio è la lega, Giorgetti non è un cretino, perché hanno acconsentito, cosa avrebbero da guadagnare da un paese allo sfascio? allora vengono i vecchi dubbi, in fondo se l’Italia va a fondo per loro non è il male assoluto, a tempo debito riproporranno la secessione, ci verranno a dire che il nord, la Padania ha le risorse per rimanere in Europa, gli altri si arrangiassero come la Grecia, non trovo altre giustificazioni.

E questa purtroppo è appunto la conclusione più amara del Suo ragionamento: il popolo italiano ha SEMPRE dato prova di essere un deficiente, prima con Mussolini, e poi con Berlusconi…. ma il peggio è che, come si dice, non c’è due senza tre.

Brava Direttora, la prossima volta, come i suoi colleghi Floris, Mentana e altri soggetti ambigui che strizzavano l’occhio al movimento, si ricordi di non riempire la sua trasmissione di MONOLOGHI di Di Maio e magari obbligarlo a qualche contraddittorio. Il confronto, anche con un politico di bassa lega, lo avrebbe annientato in dieci minuti. E invece no, diamo spazio a questi bugiardi patentati, incoscienti, incompetenti e deficienti. Pianga pure, signora Deficiente (parola sua).

Direttora deficente mi viene da dire “Finalmente”.Finalmente si è resa conto di quanto sono pericolosi questi populisti , di quanto sono riusciti e riescono a prendere in giro gran parte degli italiani. Questi ultimi anni l’ho vista sempre come una mamma che accetta tutto convincendosi che in fondo Di Maio è un buono. Lo ha anche detto poco dopo le elezioni .” Di Maio è un buono, io ci ho parlato, lui riuscirà a trovare un accordo anche con il PD”. Ho sempre visto un atteggiamento simile in molti altri giornalisti. tutto avete accettato.Le interviste senza contraddittorio , le domandine facili e mai dirette , il discorso che andava sempre a finire sul PD.Ultimamente Cacciari ha detto che i giornalisti che nei salotti televisivi si sono tutti fatti un po incantare hanno grosse responsabilità.

Anche io ne sono convinto. Lei ora ammette un errore e le fa onore. Spero che tutti quelli che hanno difeso la costituzione,adesso si diano da fare per difendere il Paese.

Gli avete tirato la volata per almeno due anni, facendo pelo e contropelo all’allora governo, senza guardare a come sarebbe potuta evolvere in molto peggio la situazione. Voi siete corresponsabili, avendo strizzato ripetutamente l’occhio a questa gang criminale che ci porterà al disastro più disastroso.
Come ho scritto in vari post, alla fine di questa brutta gita, che potrebbe non essere breve, occorrerà una Norimberga molto severa contro i responsabili e i fiancheggiatori.

L’ Annunziata, come tutti quelli di sinistra che per anni hanno sparato contro il governo Renzi perché, il suo governo aveva si cominciato un vero cambiamento, hanno tirato la volata a questi sciagurati. Anche lei va annoverata nella lista dei rovina Italia di sinistra di cui il primo è Bertinotti il secondo è D’Alema sempre pronti a difendere i principi quando coincidono con le loro ambizioni personali

ORA SI UN Analisi più che corretta ma in ritardo siderale, siamo in molti ad essere deficienti, ma la verità era ed è proprio lì una italexit al prossimo giro. Dispiace che oltre a noi anche il 30% dei votanti che si sono fatti prendere in giro dalle balle spaziali e si troveranno con meno soldi in tasca di prima, più debiti e vivranno in un paesucolo che nessuno si filerà più.

Editoriale condivisibile dove porta allo scoperto le vere intenzioni degli sfascisti 5s, ma trascura l’effetto che può avere la crisi di credibilità dell’Italia sui mercati ora che Tria, l’unico “adult in the room”, e’ stato fatto fuori. Ora la zattera e’ in mare aperto, ma se le onde diventeranno troppo alte Salvini subirà il richiamo di quella sua costituency dell’industria del nord a cui vanno garantite condizioni minime di stabilità per proseguire l’operatività aziendale (l’esperienza se la sono già fatta a suo tempo con il Berlusca). Aggiungerei uno scenario: quello che questi due sono proprio dei deficienti irresponsabili, null’altro che degli apprendisti stregoni che credono che le loro sbruffonate non verranno punite, che per quanto riguarda i danni fatti al paese avranno sempre pronto un: “eh, ma il PD”, che contano sulla deficienza del popolo italiano (siamo un popolo di deficienti …da semplice lettore posso dirlo) e la riconoscenza delle loro clientele… Ma molto probabilmente è solo un’illusione e questi stanno davvero preparando il “cigno nero”

E dalla SETTA PENTASTELLATA + LEGA :Come al solito insulti…solo insulti. Non riuscite a rispondere nel merito. E la colpa è solo del PD come se Berlusconi e la Lega di Salvini non avessero governato. Provi a cercare si Google “decreto salva Benetton” : avrà delle sorpresine amare. Questo a proposito di chi ha regalato soldi ai ricchi. Persino l’economista Sabelli, vostro amico, (o forse ex amico), esprime perplessità su questa manovra. L’amara verità è che il M5S è un movimento fieristico: ci credete per fede, anche di fronte ad evidenze contrarie. Mentre la Lega ha un proposito che ora sottace perché non è politicamente corretto: i soldi delle Regioni devono rimanere alle Regioni.

 

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Salvino e di maio ci porteranno alla rovina, incapaci allo sbaraglio. E come al solito per dare una rendita a chi non vuol lavorare e a chi evade (condono e partite Iva) a pagare saranno i dipendenti privati e pubblici che dalla manovra non avranno nessun beneficio. Come al solito la classe media che lavora produce e paga le tasse viene tartassata

Spread sfonda quota 280, poi ripiega a 267. Borsa a picco: -3,7%. Il Def spaventa i mercati

Dice Di Maio, il politico e l’economista che tutto il mondo ci invidia, la felice sintesi, in una sola persona, dei talenti di Churchill e di Keynes : ” i mercati capiranno”. Previsione azzeccata : borsa che perde oltre il 4% e spread sui bund di 280 punti. Aggiunge, Di Maio : e’ la manovra del popolo. Infatti, il popolo, quello che ha messo i suoi piccoli risparmi nei titoli di Stato e in qualche azione sta festeggiando alla grande. Tutti a stappare bottiglie di champagne e a bere a garganella. Prima di sera saranno tutti ubriachi di alcol e di felicita’. Nessuno mai avrebbe scommesso, all’ inizio, un solo euro su un giovane del tutto privo di esperienza che sta facendo, invece, la fortuna del paese. Proprio una fortuna del tutto inaspettata.

GIGINO Tieni presente che c’e’ ancora l’ombrello BCE..vedrai appena finisce …purtroppo…Ma da un lato ..sta bene al GIGINO..Capisco che occorresse un cambiamento ..certe politiche ripetute negli anni sempre eguali..qualsiasi governo fosse al potere avevano esaurito la loro carica “popolare” paludate nel conformismo..nel burocratese e nella corruzione..Ma da ciò passare ad una banda di fanatici avulsi dalla realtà..e che non siano in sintonia con la realtà di questa terra ..lo hanno dimostrato una marea di volte..tra scie chimiche…bufale complottistiche ..no a qualsiasi opera strutturale necessaria come il pane..no Vax..NoTap..NO tutto…ma si a spese non produttive ma di puro consumismo..si ai ponti alla Toninelli con supermarket e parchi giochi acclusi…e chi più ne ha ne metta…giustificheranno una debacle tipo seconda guerra mondiale..per fortuna economica..dalla quale ci rialzeremo come nel 45 con la schiena rotta ..ma col cervello purificato.CON CIO DETTO.Il salto in alto dello spread e il crollo in borsa erano prevedibili ed occorre aspettare alcuni giorni per capire se i mercati metabolizzano o rifiutano. A queste due alternative appare inevitabilmente legata la sopravvivenza di questo governo, che fa della propria ignoranza ,congiunta a , teoricamente apprezzabile, voglia di fare per risolvere il problema della povertà, un’arma, per la EU, impropria. Con questa manovra, nei confronti dei rispettivi elettorati, Di Maio,sopravanza o almeno pareggia con Salvini,che ,poco gradito all’Unione Africana avrà sempre maggiore difficoltà nella gestione dei rimpatri, ammesso che Navi come l’Aquarius non decidano, a loro volta, di sfidarlo,nel campo dell’accoglienza, avendo sempre più l’Europa e l’opinione pubblica,dalla loro parte. In questa prima fase è il loro elettorato l’oggetto dell’azione delle due componenti del governo.

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Questi due hanno dichiarato di guerra all’Europa.

Questa non è una legge di bilancio, è una dichiarazione di guerra all’Europa

Il deficit al 2,4% del Pil per tre anni è uno schiaffo del governo Conte a tutti gli impegni presi, una mossa fatta per farsela respingere. Per giocarsela in campagna elettorale alle prossime europee. O per darle il colpo finale

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Ieri notte abbiamo dichiarato guerra all’Unione Europea. L’abbiamo fatto con una nota di aggiornamento al Def che ribalta la grande promessa che l’Italia aveva fatto fino a ieri alla commissione europea e ai mercati, che il deficit si sarebbe ridotto fino a arrivare a zero, che il rapporto tra il debito pubblico italiano e il suo prodotto interno lordo non sarebbe mai più aumentato. Un rapporto deficit/Pil al 2,4%, per quattro anni, va nella direzione diametralmente opposta ed è uno schiaffo sul muso a Juncker e Moscovici, che ci avevano più volte intimato, in questi mesi, a non fare scherzi, a continuare sulla strada del risanamento dei conti pubblici, a non scherzare col fuoco dei mercati.

Niente di tutto questo: Salvini e Di Maio hanno sentito l’odore del sangue di una Commissione debole, in scadenza, figlia di una grande coalizione morente, delegittimata dai sondaggi che vengono avanti e che parlano di una prossima, clamorosa affermazione delle destre sovraniste, e hanno spinto sull’acceleratore, anziché frenare. Non è bastato Giovanni Tria, che aveva più volte assicurato che il deficit si sarebbe fermato sulla soglia dell’1,6%, e che è arrivato a minacciare le dimissioni, a fare da argine. Non è bastato Sergio Mattarella, preoccupato di scatenare uno scontro istituzionale, a fermare i leader di Lega e Cinque Stelle.

E forse è lì che vogliono arrivare Lega e Cinque Stelle. Forse davvero ci stiamo avvicinando a passo di carica verso il piano B, verso il momento in cui non saremo noi a uscire dall’Euro, ma l’Euro a non volerci più. Forse davvero ci stiamo avvicinando a quella sparizione dell’Europa cui Steve Bannon auspica e che ha spesso profetizzato

L’Italia va alla guerra, adesso, e ci va perché sa benissimo che una legge di bilancio costruita su queste basi sarà quasi certamente rispedita al mittente dalla Commissione Europea. E sa benissimo, pure, che all’elettorato affamato di sussidi e di Quota 100 verrà data in pasto una verità difficilmente smentibile, che non possono avere l’obolo e i sussidi per colpa dell’Europa cattiva, che la Francia può permettersi il 2,8% – pazienza se per un anno, col debito al 98% del Pil e con lo spread a zero – e noi no. E sa benissimo che questo sarà il ritornello ripetuto a tamburo battente da qui al prossimo 28 maggio che farà delle prossime elezioni europee un plebiscito contro l’austerità, i parametri di Maastricht, i vincoli di bilancio a cui l’Euro ci obbliga.

Basta sapere quali sono i rischi, ovviamente. La crescita dello spread oltre ogni livello di guardia, ovviamente. Il declassamento dei nostri Titoli di Stato a livelli spazzatura da parte di Moody’s e di Standard’s & Poor, atteso per fine ottobre. La possibilità, quanto mai concreta, che buona parte di quel deficit aggiuntivo se lo mangi la spesa per interessi, finendo per aumentare il costo del debito pubblico in un anno in cui ci si attende un rallentamento della crescita economica. Per farla breve, che questa manovra, che nelle intenzioni sarebbe espansiva, finisca in realtà per produrre effetti diametralmente opposti. Una fine spaventosa, dopo lo spavento senza fine degli ultimi dieci anni.

E forse è lì che vogliono arrivare Lega e Cinque Stelle. Forse davvero ci stiamo avvicinando a passo di carica verso il piano B di Paolo Savona, verso il momento in cui non saremo noi a uscire dall’Euro, ma l’Euro a non volerci più. Forse davvero ci stiamo avvicinando a quella sparizione dell’Europa cui Steve Bannon auspica e che ha spesso profetizzato. Forse davvero siamo la quinta colonna, consapevole o meno, della distruzione di un progetto che farebbe la gioia di Donald Trump e Vladimir Putin, che tornerebbero a presidiare il vecchio continente per sfere di influenza, com’era prima del 9 novembre del 1989 e della caduta del Muro di Berlino. La macchina si è messa in moto e siamo noi ad aver girato le chiavi. Basta saperlo.

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La pantegana partorita ieri dall’elefante rosso-brunato

La pantegana partorita ieri dall’elefante rosso-brunato – che ci ha intrattenuto per qualche settimana con la sceneggiata di Tria che faceva la diga alle richieste sacrosante ma esose dei tribuni della gente – non è nulla di diverso da quello che dovevamo aspettarci. O, per lo meno, da quello che io mi aspettavo: come i fatti confermano, il signor Professor Giovanni Tria svolge molto bene il ruolo di contabile della banda.

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Allora, in teoria dovrei fare un’analisi tecnica della bozza di legge finanziaria perché sono un economista. Ma temo di deludervi: l’analisi tecnica, con i numeri e le percentuali la lascio ad altri. In parte perché non ho tempo per leggermi i dettagli dei numeri – è tardino qui a St Louis ed ogni tanto dormo anche io – ma soprattutto perché, avendo letto nel pomeriggio quel che la Nota aggiuntiva contiene ed avendo già fatto abbondanti previsioni, confermate, su quel che doveva contenere, preferisco dedicarmi ad un’analisi d’insieme del provvedimento economico più importante dell’anno.

La mia tesi è tutta politica ma breve quindi, prima di venire ad essa, due osservazioni importanti. La prima ha a che fare con i contenuti dei messaggi che l’opposizione ufficiale a questo governo ha lanciato in questi giorni e confermato nelle ore successive alla pubblicazione della nota. La seconda – per la quale mi devo scusare, visto che non farò altro che ripetere argomenti sviluppati in lungo ed in largo da venticinque anni a questa parte – ha a che fare con l’impatto strettamente economico dei provvedimenti delineati nella legge finanziaria.

Parto dalla seconda. La spesa pubblica in Italia viaggia al di sopra degli 830 miliardi annui.Quello che questa legge finanziaria – in questo essa si allinea a tutte le precedenti – tocca o modifica sono circa 30-35 miliardi. Di fatto, praticamente, li aggiunge il che vuol dire che l’anno prossimo lo stato italiano muoverà direttamente (ne muove un’altra bella fetta indirettamente attraverso CDP ed altre imprese pubbliche anche se di diritto privato, dai comuni sino allo stato centrale) circa 870 miliardi di euro. Questo dovrebbe dare una misura del livello di statalismo raggiunto nel paese, dell’enorme potere che la politica (e quindi i politici direttamente) esercitano sulla vita degli italiani e del perché oggi in Italia ogni persona che non riesca ad eccellere nella sua professione cerchi i soldi nella politica. Mettendo assieme il parlamento nazionale con i consigli regionali e quelli delle maggiori città raggiungiamo un totale (a farla grande) di 3000 persone. Ognuno di costoro controlla, in media, una cifra vicina ai 300 milioni di euro. Ecco, pensateci: quell’ignorante avventuriero che avete eletto il 4 marzo e di cui ridevate a scuola controlla, in una maniera o nell’altra, una quantità di risorse economiche pari al fatturato di una media impresa industriale. Pensateci.

bacio salvini di maio

Una volta che avete pensato al fatto precedente, pensate anche al seguente: la finanziaria del cambiamento riesce a muovere al meglio un 4% della spesa pubblica totale e l’unica maniera in cui lo fa è aumentandola perché è perfettamente incapace di ridurre qualsiasi spesa improduttiva o parassitaria! Questo alla faccia degli infiniti proclami che, da un decennio almeno, i leader dei due partiti di governo urlano ogni dove: erano e sono tutte balle. Non sono in grado di tagliare nulla perché loro, come i loro predecessori, vivono dei voti di coloro che della spesa pubblica parassitaria ed inutile vivono. La quale spesa, per loro stessa ammissione, non crea crescita ma la distrugge generando invece ingiustizia sociale. Ma, alla faccia delle chiacchiere e dei proclami, i tribuni rosso-brunati non sono in grado di tagliare nulla, sono solo in grado di spendere a debito le tasse dei pochi che ancora producono nuova ricchezza per il paese.

Seconda osservazione. L’opposizione urla dalle finestre che il debito aumenta, che non ci sono le coperture e che, ridicolo, le spese clientelari del governo rossobrunati sono inferiori a quelle che avevano promesso! Che fa la stolta opposizione del PD con queste grida? Conferma che la spesa pubblica deve essere assistenziale e parassitaria, deve consistere di sgravi fiscali (o, peggio, condoni) a questo o quell’altro gruppo sociale che appoggi il governo di turno e che anche loro, o stolti, credono questo sia il compito dei governi e che da questa spesa inutile ed a spreco possa venire crescita! Che infatti non viene, non è venuta e non verrá mai. Ma, d’altra parte, che aspettarsi dal partito degli 80 euro che da decenni (lo so, prima aveva altri nomi) altro non fa che predicare crescita a mezzo di spesa pubblica, pensioni, sussidi ed assistenza? Chi semina vento raccoglie tempesta. Pensateci.

salvini di maio totò peppino

Ed infine la tesi politica, che è semplice assai. Questa finanziaria (e l’annuncio che intendono continuare su questa strada per il futuro) altro non è che una finanziaria elettorale. Serve a costruire la campagna elettorale per le elezioni europee dell’anno prossimo dalle quali i rosso-brunati si attendono la “spallata”. Serve per aprire un contenzioso con Bruxelles (che dirà” ma come, l’Italia si era impegnata di scendere allo 0,6% ed ora siete al 2,4 % ed intendete tenerlo per gli anni a venire”), per urlare che la cattiva Europa non ci vuol far sovranamente crescere a botte di sussidi clientelari ed evasione fiscale legalizzata e per chiedere agli italiani il voto contro questa Europa cattiva nel nome del nazionalismo straccione. A questo serve la finanziaria, a comprare voti da chi riceve prebende e generarne altri da chi le prebende non le ha ancora ricevute ma le aspetta. Altro che crescita economica e lotta alle ingiustizie. Compra di voti, niente altro. Pensateci.

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Mi rendo conto che non ha molto senso cercare di spiegare una cosa a Salvini.

Salvini dice che “i mercati se ne faranno una ragione”, ma sbaglia: sono irragionevoli per definizione. Purtroppo per lui.

Lui ormai conta i voti dei sondaggi e non vede altro. Però oggi ha detto, di fronte allo spread che sale, che “i mercati se ne faranno una ragione”. Mi tocca smentirlo. I mercati non se ne fanno mai una ragione: o smettono di comprare titoli del debito italiano o chiedono interessi più alti (si fanno delle aste, proprio per questo). I mercati, cioè, sono “irragionevoli”, almeno quanto lo stesso Salvini: se una cosa interessa, comprano, se non interessa lasciano perdere. Non hanno nulla su cui ragionare. Non leggono i suoi tweet.

E c’è ancora una cosa che vale la pena di spiegare (lui magari nemmeno legge, ma altri…).

Lo spread, dopo il loro Def del popolo (cioè una nuova montagna di debiti), sembra lanciato verso quota 300. Se per caso la salita dovesse continuare e dovesse arrivare a quota 450, il governo gialloverde sarebbe tecnicamente morto. L’aumento dei tassi di interesse conseguente finirebbe per mangiarsi i soldi in più ottenuti facendo i debiti. Il governo gialloverde, cioè, si troverebbe nella ridicola situazione di aver aumentato i debiti per distribuire mance agli elettori, ma invece quei soldi li dovrebbe dare a chi incassa gli interessi sul nostro debito.

In termini ancora più chiari: non ci sarebbe un bel niente da distribuire perché i soldi dei nuovi debiti servirebbero solo per pagare i maggiori interessi sui nuovi debiti. Capisco che questa affermazione “circolare” può anche provocare giramenti di testa a Salvini, ma è quello che accade.

Quindi, secondo me, è lui che deve farsi una ragione di qualcosa. I mercati (grandi e anonimi come sono) se ne fregano. Basta un clic di un operatore di un fondo del Texas per liberarsi di miliardi di bond italiani. E Salvini, ancora prima di aver capito cosa diavolo è successo, si troverà nei guai. Lui, tecnicamente, è il venditore dei bond, tutti gli altri sono liberi di comprarli o di rifiutarli. E non conti tanto su Orban e Putin: quelli non hanno nemmeno gli occhi per piangere. Come noi.

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La manovra scarica cento miliardi di deficit sui giovani.Io non capisco come faccia Tria a rimanere, con quale credibilità si potrà ripresentare nel contesto internazionale senza che gli ridano in faccia.

 “La manovra scarica cento miliardi di deficit sui giovani, Pd domenica in piazza”

Il segretario dem a Circo Massimo lancia l’allarme: condono fiscale, zero investimenti e mancato rispetto degli impegni europei, il Paese è a rischio. “Non capisco come faccia Tria a tacere”. Brunetta: “Vogliono solo farsi dire no dall’Europa”. Tajani: “Fermiamoli”

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Il Presidente Mattarella ha chiesto ieri sera a Tria di non dimettersi (Tria gliele aveva annunciate) perché se le avesse date l’Italia sarebbe già sulla strada del default. Io ringrazio Tria, che comunque non resterà a lungo ma cerca di non danneggiare la Nazione.Tria non ha potuto reggere perchè il Quirinale, atteggiamento condivisibile per evitare guai peggiori, gli ha chiesto di non dare le dimissioni. Risultato ora Tria ha perso completamente la faccia con Europa e mercati.Chi lo potrà più considerare un interlocutore affidabile? Quindi ai prossimi meeting mandiamo Salvini o Di Maio…o Borghi o………..SavonaHo sempre sostenuto che il popolo bue comincerà a capire quando i guai che questi signori stanno combinando arriveranno al loro portafoglio.Purtroppo al loro ed al nostro che non li abbiamo votati.PURTROPPO.Il PD non potrà mai convincere 30milioni di ignoranti. Paese fallito, scappiamo.Un disco degli Skiantos, grande gruppo di rock demenziale,  titolava così: ” Non c’è gusto ad essere intelligenti in Italia ” MOBILITIAMOCI altrimenti questo governo purtroppo non porterà in paese in sud america ma in libia in Siria  è  chiaro infatti che l’italia subirà una implosione, diventerà come nel 500 un campo di battaglia…nel nuovo confronto tra usa e Germania….ma non sperate che cada il governo via dimissioni di tria si mettetevi il cuore in pace….questi grillini non hanno più quel minimo di  freni inibitori che i politici fino alla seconda repubblica pensavano di dover mostrare, questi fanno vivere gli elettori nel reality della politica e la gente sul divano applaude….se Tria uscisse ne entrerebbe un altro uguale addestrato per la sua  parte da reality.

Vedere da un balcone dei ministri esultare da il senso della drammaticità del momento. Una Nazione in mano a degli sciocchi sprovveduti che per far finta di dare il reddito di cittadinanza agli allocchi che li hanno votati(si parla di 160 euro al mese per 6 milioni di persone) stanno rubando il futuro ai nostri figli e ai figli dei nostri figli.Il senso di rimanere al 1.6 di deficit serviva a far scendere,anche se non in maniera decisiva,il nostro mostruoso debito.Con il 2.4 ritorniamo ad aumentare la massa debitoria,inoltre con l’aumento dei tassi si aggraverà ancora di più. Speriamo che presto venga la troika per cercare di salvare il salvabile:questi sono completamente fuori di testa!

Lo chiedo da 50 anni, indipendentemente dal politico di turno al potere in quel momento, ma vorrei che in Italia si introducesse la “responsabilità civile” per chi governa. Ripeto, indipendentemente da chi governa in quel determinato periodo storico, ma in questo caso a maggior ragione, mi piacerebbe che i politici pagassero, in un modo o nell’altro, dei disastri che provocano al paese. Sono stanco di politici che non si assumono nessuna responsabilità delle proprie scelte e che ricadono poi sulla collettività.D’ora in avanti, quando vengono nominati i ministri, si tolga , per favore, il giuramento di agire esclusivamente nell’interesse della Nazione.

Vedere i grillini esultare dal balcone, ha confermato  la completa follia del mondo nel quale vivono. Altro debito, altro macigno sulle spalle degli italiani.  Gli Italiani che lavorano,  producono e pagano le tasse messi nell’angolo come asini da soma.. Così vincono i scrocconi, i furbi e i menefreghisti .Sarà una vittoria di Pirro,  di breve durata. È facile prevedere che a breve si starà peggio di adesso.Cosa c’è da festeggiare ? Non si è vinto nulla , nessuno ci regala nulla . Sono solo debiti in più che facciamo e che dovremo restituire con gli interessi in futuro . E’ stato come far fare il mutuo a tuo figlio per andare tu in vacanza , tu sei  un cretino e sei contento che ti diverti tuo figlio dovrà pagare e si divertirà un po’ meno . I soldi non ci sono li abbiamo presi a prestito ancora come il Signor Bettino e compagnia bella . Viva il cambiamento …

Questa manovra è uno schifezza immonda, vederli esultare al balcone per averci regalato più debito è davvero uno sputo in faccia, ma tanto in quanti sanno che la terza voce di spesa pubblica, dopo previdenza e sanità e prima di istruzione, difesa, sicurezza, lavoro, sono gli interessi sul debito pubblico? dove andremo ancora a sforbiciare per compensare il reddito di fannullanza e le tasse a prezzi di saldo per i benestanti? toc toc, siamo la classe media, c’è qualcosa anche per noi?
Aumentare il debito senza preoccuparsi di chi lo pagherà è il modo giusto per portare l’Italia al default. Se qualcuno pensa che dopo un default le cose non posano altro che migliorare, bene chiedete a chi ha titoli di stato ( i vostri padri, i vostri nonni, ecc… ) come potrebbero sentirsi vedendo azzerati in una notte i risparmi di una vita. Dopo, la paghetta settimanale, non vi arriverà più, statene certi. Ah già, ma da qui ad allora avrete già le tasche piene e ci penserà chi dovrà amministrare in quel momento.
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QUESTO NON E ALTRO CHE ACCATTONAGGIO DI STATO

Il deficit doveva essere dello 0,8 per cento: è stato triplicato per consentire la distribuzione delle mancette elettorali.

QUESTO NON E ALTRO CHE ACCATTONAGGIO DI STATO

Non si capisce, veramente, che cosa abbia fatto l’Italia a Beppe Grillo da indurlo a scatenarci contro questa massa di sprovveduti. È miliardario, viene anche ricevuto al Quirinale, giornali e tv lo ospitano volentieri (ha addirittura emesso un tariffario per simili questioni).

L’ultima impresa dei suoi meravigliosi ragazzi è il Def. Insieme a quell’altro bel tomo di Matteo Salvini, hanno obbligato Tria a accettare un deficit del 2,4 per cento. Non solo per il prossimo anno, ma per i successivi tre.

La storia di questo deficit dà la misura di come siamo caduti in basso. Secondo gli accordi con Bruxelles doveva essere dello 0,8 per cento (per rientrare un po’ dai nostri ingenti debiti). Tria, consapevole che i meravigliosi ragazzi avevano fatto promesse un po’ avventate in campagna elettorale, lo ha subito elevato al doppio: 1,6 per cento. Ma i due eroi hanno una fame antica e così lo hanno triplicato: 2,4 per cento.

Questa scelta farà arrabbiare, e molto, la Commissione europea, la Bce, il Fondo monetario, i mercati e le agenzie di rating. Ma i gialloverdi se ne sbattono allegramente. Si sono costruiti un mondo immaginario autosufficiente, provinciale, tutto quello che accade fuori dai nostri confini è solo polvere, rumore di fondo, non interessa.

L’operazione è tutta un’indecente pagliacciata. Per capire, invece, come la cosa è stata vissuta dai protagonisti, bisogna riportare una breve cronaca che riguarda Luigi Di Maio, avvertendo che per lui quasi tutto è storico, anche quando due volte al giorno va al cesso (“Evento, evento, mirabile evento”).

Il brano è questo: “Oggi è un giorno storico! Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini. Per la prima volta non toglie, ma dà. Gli ultimi sono finalmente al primo posto perché abbiamo sacrificato i privilegi negli interessi dei potenti. Sono felice”.

Su queste poche frasi un buon psichiatra avrebbe molto da lavorare: nelle pause caffè lo psichiatra potrebbe ricordargli che lo Stato italiano a furia di dare ha messo insieme 2300 miliardi di debiti, e tutto questo prima che Di Maio smettesse di fare il bibitaro. Quindi lui non è il primo che si occupa del popolo, cronologicamente è l’ultimo e il più avventato.

Ma, se andiamo alla sostanza, basterà citare quello che diceva un vecchio Ragioniere generale dello Stato: i debiti di oggi sono le tasse di domani. Quindi, mano sul portafoglio, e pronti a pagare.

Quello che i meravigliosi ragazzi hanno fatto non ha nulla di rivoluzionario o di straordinario: hanno semplicemente deciso di fare molti debiti (se glieli lasciano fare i mercati), una quarantina di miliardi, e poi di distribuirli un po’ a casaccio al popolo sotto varie forme (sconti fiscali, reddito e pensione di cittadinanza, anticipo età pensionistica). Insomma, si sono comportati come il buon papà che va in banca si fa prestare 100 mila euro e poi regala l’auto alla figlia, la moto al figlio e la pelliccia alla signora, più una scatola di sigari al vecchio zio che vive con loro (e della cui pensione campano tutti). Chi restituirà i soldi alla banca? Domani, ci pensiamo domani.

Che cosa ci sia di così eccezionale un’operazione così stupida, lo sa solo Di Maio: hanno deciso di fare nuovi debiti. Non hanno scoperto il petrolio in Val Padana, non hanno trovato la luna nel pozzo, non hanno vinto la lotteria americana. Hanno deciso di fare nuovi debiti, molti debiti, cosa per cui da tutto il mondo verremo guardati con occhi compassionevoli, ma anche irritati: in effetti ci stiamo qualificando come gli accattoni del mondo libero, sempre con il cappello in mano a chiedere soldi.

Tutto questo non per distribuire, come vaneggia Dei Maio, un decoroso stipendio a 6,5 milioni di persone: al massimo a quei poveretti toccherà una mancetta di qualche decina di euro alla settimana. Qualche caffè in più, forse un paio di scarpe a Natale.

Giornata storica? Sì, nel senso che abbiamo fatto un altro passo verso un destino sudamericano, sempre più inevitabile

E pensare che per mille anni l’economia del mondo è stata l’economia di Roma, e che l’Europa, in fondo, l’abbiamo inventata qui: prima con il documento di Ventotene, poi con i trattati istitutivi della Comunità, firmati in Campidoglio (ma loro non lo sanno) e che giustamente si chiamano “I trattati di Roma”.

Altri tempi, altri personaggi, altra Italia.

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Dalla manovra, in forte deficit, esce un redditi no di cittadinanza, una manetta.

Questa manovra non piace a Bruxelles e ai mercati.E nemmeno alle agenzie di rating: ancora due domande e i nostri titoli saranno junk, cioè spazzatura, non comprabili da nessuna istituzione finanziaria. Lo spread balza a 265, Piazza Affari -2,6% con banche a picco

Risultati immagini per Lo spread balza a 265

Ma rinviamo a dopo i commenti sulla manovra nel suo complesso. Per ora concentriamoci sul reddito di cittadinanza, per il quale sarebbero stati stanziati 10 miliardi per 6,5 milioni di beneficiari. Basta fare una semplice divisione e si arriva a 1538 euro a testa all’anno: 128 euro al mese. Poi bisognerà pagare anche la pensione di cittadinanza. Insomma, c’è di che pagare il caffè al bar (ma senza brioche). Per il resto, si continuerà a stare sulle spalle del nonno (e della sua pensione).

D’altra parte, basta fare due conti, per scoprire che per dare davvero 780 euro al mese a 6,5 milioni di persone servirebbero 65 miliardi all’anno, una cifra fuori dal mondo.

Nozze con i fichi secchi? Si, roba da poveracci.

L’impresa, però, è sufficiente a scardinare i conti pubblici. Insomma, hanno sparato con un cannone atomico per abbattere un passero (i 128 euro), ma hanno danneggiato seriamente la cattedrale sulla quale stava cinguettando (il bilancio pubblico).

Però sono molto contenti, e hanno fatto festa in piazza.

Non c’è rimedio per questi coglioni.CON L’AIUTO DELLA CHE  ha rifatto il disastro del 2011. ci era costato 200 mld, oggi inizieremo una discesa forse peggiore. Le banche saranno costrette a vendere i nostri titoli e lo spread e gli interessi saliranno come allora, ma il governo non potrà rimediare se non stracciando il DEF, vale a dire suicidandosi politicamente, ma anche così il colpo sarà durissimo per il bilancio dello stato e per l’economia del paese.

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Certo, il deficit a 2,4% non è una tragedia, tanto pagheremo, o pagheranno dopo i nostri figli…

Il giorno in cui Di Maio e Salvini rubarono il Tesoro.Di Maio e Salvini forzano, e Tria alla fine cede: ok al 2,4% di deficit.

Reddito di cittadinanza, pensioni e condono:ecco i punti della manovra da 33 miliardiPoco prima delle 23 da Palazzo Chigi si affacciano i ministri del Movimento 5 stelle. Hanno interrotto il Consiglio dei ministri. E quel che vedono sono circa centocinquanta tra parlamentari e staff che sventolano bandiere e si ritraggono in selfie e video sui social per celebrare la Manovra del Popolo (così, tutto con le maiuscole) che Luigi Di Maio e i suoi hanno portato a casa. Non c’è la manovra, ovviamente. E in quel momento preciso non c’era nemmeno la sua cornice. Già, perché mezzo governo, quello in camicia gialla, ha chiesto di interrompere il Cdm che sta varando la nota di aggiornamento al Def. Si andrà per le lunghe, e non si può deludere la propria fanbase accorsa a festeggiare. POVERI COGLIONI.

Va bene il reddito di cittadinanza? Va bene. Va bene quota 100 e superamento della Fornero? Va bene. Non va bene il tifo sotto palazzo Chigi con i nuovi arruffapopolo e mistificatori. Dire che i soldi ci sono è il più grande inganno che si poteva dire. Andare in deficit al 2,4% e un rischio. Se uno ha 10 in banca e preleva 20 si pagano gli interessi, e saranno proporzionati all’affidabilità. Quali interessi pagheremo? Lo scopriremo presto. Intanto aumentano le bollette.

Non solo loro. Pagheranno anche diversi milioni di risparmiatori nel brevissimo termine, e tutti gli italiani indistintamente nel medio termine, a causa dell’aumento dei tassi sui mutui, dei costi bancari perché le banche non accetteranno la perdita secca sulle centinaia di miliardi di titoli di Stato che hanno in pancia, e aumenterà pure l’inflazione.Non fosse che la pagheremmo cara TUTTI, per voi PARASSITI GRILLO-LEGAIOLI il ministrto Tria dovrebbe dimettersi subito, così, come scrisse il Poeta, “si parrà la lor nobilitate” … (traduco a beneficio della VOSTRA incapacità di CAPIRE: “lor” si riferisce a quei due filibustieri di vice-premier in braghe di tela).Tria, resisti a questi cialtroni demagoghi, che in cambio di un po’ di facile consenso ottenuto con mancione elettorali sulle spalle dei contribuenti onesti sono pronti a trascinare l’Italia alla rovina! Forza Tria! Resistere, resistere, resistere! Se Tria si dimette proveranno a mettere Savona al suo posto, ma Mattarella non approverà. Così probabilmente si andrà a nuove elezioni. Sul voto degli italiani non faccio più affidamento, ma c’è sempre la speranza che la situazione finanziaria precipiti e arrivi la troika, la nostra unica salvezza.Che Renzi e PD comincino a ricostruire un’alternativa politica. Ne avremo estremamente bisogno entro breve..

COMUNQUE qualunque sia il numero finale è chiara una cosa, non hanno trovato un euro nel bilancio dello stato, le favole delle decine di miliardi di sprechi che avrebbero tagliato si sono rilevate appunto favole….. ed ora analizzeremo come buttano i soldi che prenderanno a prestito facendoceli ripagare a tassi in netto aumento…… prevedo risultati economici disastrosi e tassi alle stelle.Dal 1972 al 1992 le politiche simili a quelle di questo governo fecero schizzare il deficit/pil dal 40% al 120%. Uno dei massimi esponenti di quella politica scellerata fu il DC Vincenzo Scotti, formatore tramite Link University del nuovo pensiero grillino, e che recentemente appare spesso in pubblico a perorare la superiorità di questa politica spendaccione sui numeri, che secondo questo coautore di disastri contano ben poco. AUGURI ITALIA.

 

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E quindi facciamo la guerra ai giudici… così possono reclutare anche Berlusconi che non vede l’ora di rientrare in partita (anche se secondo me già ci si trova dentro).

Governo e magistratura in disallineamento. La nuova mappa del Csm

Il fronte moderato spinge il dem Ermini, eletto vicepresidente a dispetto della maggioranza. Passa con l’astensione di FI e i voti dei togati membri di diritto

Per la prima volta nella storia della Repubblica il plenum del Csm, presieduto dal presidente della Repubblica, elegge alla vicepresidenza un esponente proveniente dalle fila dell’opposizione. David Ermini, 58 anni, toscano di Figline Vardarno, arrivato in Parlamento nella scorsa legislatura per l’area di Matteo Renzi, ex responsabile giustizia del Pd, si ritrova alla guida del Consiglio Superiore della Magistratura. Anche un po’ a sua insaputa. E’ il fronte moderato dei togati che lo porta lì, a dispetto della maggioranza di governo gialloverde che subisce anche una certa reazione istituzionale, evidentemente. Infatti, in terza votazione, per Ermini risultano determinanti i voti dei due membri di diritto del Csm: il procuratore generale della Cassazione e il primo presidente della Cassazione, che si schierano contro il candidato indicato dal M5s, Alberto Maria Benedetti, espressione della maggioranza di governo.

E ORA DAL GOVERNO GIALLOVERDE ARRIVA LA CONTESTAZIONE DICENDO!DOVE E FINITA  LA MAGISTRATURA LAICA.La magistratura laica, come la definiscono loro, non è mai esistita. In questo caso poi, la elezione di Ermini è stata favorita dai regolamenti di conti che si sono consumati fra quelli che avrebbero dovuto votare il candidato che ha perso. Lo stesso candidato sconfitto, ovvero Benedetti, non stava li per caso ma vi è stato portato dai 5S e addirittura votato sulla piattaforma Rousseau. E questa come me la chiamate? Indipendenza? Cerchiamo di non fare troppo i moralisti perché forse, in questa occasione, l’unico vero limpido candidato non camuffato, non nascosto, non fintamente indipendente e soprattutto non sostenuto dalla politica tranne che da soli 2 rappresentanti, in quanto anche i consiglieri in quota pd di sinistra gli hanno votato contro, era proprio Ermini, checche ne pensiate.

Ma voi lo sa come è composto il CSM? A parte i 3 membri di diritto, degli altri 24 componenti 16 sono liberamente eletti tra tutti i magistrati ordinari rappresentanti di tutte le correnti (membri togati), e gli altri 8 SONO ELETTI DAL PARLAMENTO. E la vuol sapere una cosa veramente buffa? Ermini è stato eletto dal parlamento ANCHE COI VOTI DI M5S! Immagino perchè lo ritenessero comunque un personaggio di notevole spessore giuridico. Inoltre, come opportunamente ricordava poco sopra il sig. Calzoni, il “concorrente” che ha perso rappresentava comunque M5S …Ora, quando voi parlate di “indipendenza” avete per caso in mente gli angeli senza sesso? Bonafede, ministro della giustizia, ci dica quale norma sarebbe stata violata nell’elezione di Ermini. Siamo qui, in attesa. Basta che non si appelli ad un vago concetto di correttezza istituzionale, perché quella i gialloverdi non sanno nemmeno dove sia di casa, non dopo avere creato due governi spartendosi l’inimmaginabile e messo come presidente del consiglio un inutile avatar

La democrazia è se vinco io…metto l uomo che voglio io.

S’arrabbiano perché vogliono tutto senza lasciare niente a nessuno. Tutta sta cagnara poi non si capisce perché. Si sono comprati pure i seguaci di Zingaretti e i komunisti di Davigo e D’Alema ma evidentemente qualcuno ha pensato di opporre una qualche resistenza a questo progetto di occupazione sistematica delle istituzioni. Non si sa bene se chi gli ha votato contro lo abbia fatto per paura di costoro (probabile) oppure per una serie di faide politiche consumate all’interno dello schieramento di centro-destra ma tant’è. Dovrebbero arrabbiarsi con loro stessi ma è più facile puntare sempre il dito contro altri.
Se uno legge bene quest’articolo ma anche quelli pubblicati su altri giornali, sicuramente non amici di Renzi, si evince chiaramente che il risultato è il prodotto di un regolamento di conti fra di loro. Se tacessero sarebbe meglio ma dato che i troll grillini che urlano e strombazzano non vanno oltre i titoloni allora danno fuoco alle polveri.

“Alla terza votazione Davide Ermini ha battuto – con 13 consensi – il professore grillino Alberto Maria Benedetti, che invece ne ha presi 11. Una clamorosa spaccatura tra le correnti: i centristi di Unicost e i conservatori di Magistratura indipendente, 5 voti ciascuno, hanno votato per Ermini. Sponsorizzato dall’ex leader di Mi Cosimo Maria Ferri, oggi deputato Pd in quota Renzi. Per Ermini hanno votato anche i due capi della Cassazione, Giovanni Mammone di Mi e Riccardo Fuzio di Unicost. All’opposto la sinistra di Area e la corrente dell’ex pm di Milano Pier Camillo Davigo Autonomia e indipendenza hanno scelto Benedetti, docente di diritto privato a Genova, primo nella piattaforma Rousseau, che ha ricevuto anche il sostegno dei due consiglieri leghisti Stefano Cavanna ed Emanuele Basile. Scheda bianca invece per i due consiglieri di Forza Italia, gli avvocati berlusconiani Alessi Lanzi e Michele Cerabona.” Tratto da Repubblica online di oggi.

In sostanza se avesse vinto il giudice scelto dalla piattaforma Rousseau sarebbe stato tutto ok. Se invece vince il giudice scelto dagli altri giudici, come prevede la Costituzione, allora il  vicepresidente del consiglio ministro della vero ministro dell’innovazione onorevole Luigi Di Maio grida: Ma dov’è l’indipendenza?

Per inciso David Ermini è stato eletto dal Parlamento lo scorso 19 luglio, come membro laico del CSM, anche con i voti del M5S e della Lega…..

 

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