Il governo è riuscito a mettersi tutte le istituzioni contro. Il disastro è abbastanza certo.

LA TEMPESTA PERFETTA.

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Un pregio va riconosciuto a questo governo: quello di aver scatenato contro se stesso una tempesta perfetta. Non esiste, per quanto io abbia cercato, un solo centro studi, centro di previsione, organismo indipendente o internazionale (dal Fondo monetario all’Ocse) che abbia dato la sua approvazione a questa manovra.

Anzi, caso forse unico nella storia, tutti ne hanno sottolineato i pericoli, quasi immediati e abbastanza certi. Le reazioni governative, sotto i colpi di questa bufera, sono state di tre tipi:

1- È un complotto, è il solito Soros che trama perché vuole portarsi via le nostre aziende per tre soldi.

2- Quelli che strepitano, da Bankitalia a Boeri, sono tutti tipi non eletti da alcuno: a che titolo parlano? Si facciano eleggere, prima.

3- Noi, comunque, ascoltiamo il popolo e solo il popolo. Questo, particolare un po’ inquietante, detto dai ministri in maniche di camicia in mezzo a ali di futuri beneficiari festanti (trip argentino).

A nulla è valso che il professor Cassese con chiarezza abbia spiegato proprio ieri mattina che della democrazia fanno parte anche le autorità indipendenti, che sono il sale di paesi come Stati Uniti, Germania e Francia. Come a nulla è valso apprendere che in America il presidente della Fed, nominato poche settimane fa dallo stesso Trump, stia smontando a colpi di rialzi dei tassi di interesse la politica spendacciona dell’inquilino della Casa Bianca.

Loro parlano a nome del popolo e ritengono che questo li autorizzi a fare qualsiasi cosa: togliere soldi a chi lavora per darli a chi non lavora, mandare in pensione la gente a 62 anni (che ormai nemmeno più in Russia).

La tempesta perfetta si tradurrà, è inevitabile, in un disastro perfetto: i nuovi debiti sono lì da vedere, la crescita sta nei sogni. A Genova mancano i soldi per fare il ponte, la Gronda non si fa, il terzo valico è stato bloccato (e ci si lavorava da 27 anni). In bilancio ci sono 150 miliardi per lavori già approvati, ma in tre mesi non è stato aperto un solo cantiere.

Come dire? Una valanga di parole, di selfie, di comizi volanti, di accuse, ma non un solo mattone o un secchio di cemento. Il nulla. Solo le nubi scure della tempesta in arrivo. Per scatenarla basta un niente: un battito di ali di farfalla a Wall Street, un crollo di Borsa nella City, una crisi produttiva in Cina. Siamo così deboli da non poter resistere nemmeno a un temporale estivo. Figurarsi un rialzo mondiale dei tassi.

Il governo è riuscito a mettersi tutte le istituzioni contro. Il disastro è abbastanza certo.ultima modifica: 2018-10-12T16:52:30+02:00da bezzifer
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