I soldi per salvare il territorio ci sarebbero, scrive l’editorialista di Repubblica. Basta rinunciare al reddito di cittadinanza e agli 80 euro di Renzi.

LE FOLLIE DI FOLLI.

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Ma i grandi opinionisti, perché sono grandi? Oh, bella! Perché dicono cose sensate, profonde, acute, penetranti. E senz’altro sono sicuri che le loro preziose parole sono sempre oro colato per i loro lettori assetati di opinioni.

Ecco un folgorante esempio. Leggo un pezzo di Stefano Folli (editorialista, c’è scritto in fondo all’articolo, qualora ci fossero dubbi) su La Repubblica (Rep:) dal titolo ottimista e promettente:“I soldi per salvare il territorio ci sarebbero”.

Però! E dove sarebbero nascosti? Per caso nel progetto “Casa Italia”, affidato dal governo Renzi al senatore a vita ed architetto Renzo Piano, avviato a suo tempo insieme all’unità di missione sul rischio idrogeologico, e recentemente stoppato dal fantastico governo grilloleghista? Macché! Figuriamoci.

Renzi è innominabile, Renzo Piano è un pericoloso radical chic, archistar di sinistra, che chissà chi crede di essere (pensate che il “ministro” Toninelli ha bocciato le sue balzane idee sul ponte di Genova, controproponendogli un magnifico parco giochi sospeso sul Polcevera!). No, non ci siamo proprio. Ben altro ci vuole!

E cosa propone il sagace editorialista? Semplice: rinunciare al costoso ed inutile reddito di cittadinanza (applausi!) che tanto non c’è e non ci sarà, se non in forma bonsai, e quindi perché spendere soldi inutilmente?

Splendida idea. Ma la foga è cattiva consigliera. La penna (la tastiera) prende il sopravvento sul senno dell’editorialista, la fantasia galoppa ed ecco la seconda folgorante proposta (lascio le parole al Folli stesso, copio-incollo, per paura di travisarle):“Lo stesso fare con il “bonus” degli 80 euro che Renzi aveva immaginato a suo tempo come misura anti-povertà, ma che in realtà era finalizzato a creare una base elettorale poi rivelatasi un’illusione. Anche questo nel fondo per salvare il territorio italiano. Sono già tanti miliardi. Si potrebbe continuare”.

No, per favore, fermati Folli, non continuare, basta così! Capito la proposta geniale? Abbassiamo gli stipendi a 10 milioni di italiani straricchi che guadagnano da 1.000 a 1.500 euro al mese (un’enormità, in effetti!) ed ecco fatto. Già che si siamo togliamo anche la 14^ ai pensionati al minimo, aboliamo il reddito di inclusione, rimettiamo l’IMU prima casa, …

Questa sì che è redistribuzione della ricchezza!

Togliamo i soldi a chi ne ha pochi, così gli risolviamo il problema di come fare ad arrivare alla fine del mese (si fermano all’inizio e così si mettono l’anima in pace!) ed il gioco è fatto. Mettiamo a posto l’Italia per sempre, alla faccia della “maggioranza inefficiente e un’opposizione inesistente”. In effetti, un’opposizione esistente, secondo il Folli, dovrebbe proprio fare una bandiera delle sue geniali proposte e così scomparire del tutto. Con massima soddisfazione del famoso editorialista, che potrebbe continuare a pontificare all’infinito.

Questa è La Repubblica nel 2018. Leggendo quel giornale dalla nascita, avendo vissuto quella e tutte le successive stagioni di lotta per una democrazia compiuta, occidentale, moderna, mi permettete di avere un po’ di magone ed anche qualche rimpianto?

NEL FRATTEMPO CRESCITA FATTA CON IL LAVORO ECCELLENTE DEL GOVERNO RENZI FINITA ANNULLATA DAL GOVERNO GIALLOVERDE DEL CAMBIAMENTO,E CHE CAMBIAMENTO! MA IN PEGGIO.

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L’indice PMI è negativo, segno che la congiuntura sta ripiegando.L’indice Pmi non è tanto noto al grande pubblico. Letteralmente significa Purchasing manager index, cioè indice dei direttori degli acquisti. In pratica raccoglie le previsioni sull’andamento economico dei direttori degli acquisti delle aziende. In economia si tratta di uno degli indici più seguiti, anche perché di facilissima interpretazione: 50 è la linea di confine fra espansione e contrazione. Sopra 50 tutto va abbastanza bene, l’economia cresce. Sotto 50 siamo invece in presenza di un arretramento: si va indietro. Di solito si tratta di un indice quasi perfetto nel prevedere, a breve, l’andamento dell’economia, difficilmente sbaglia. Oggi, in Italia, l’indice Pmi è sceso a quota 49,2 rispetto al valore di 50 di settembre e rispetto a una stima di 49,7. Siamo cioè in una fase di contrazione delle attività economiche, dato testimoniato anche dalla crescita uguale esattamente a zero del terzo trimestre (luglio-agosto-settembre) sul secondo. Il 49,2 è il valore più basso degli ultimi 4 anni. Ci si può domandare come sia accaduto che la congiuntura italiana si sia così improvvisamente rovesciata. Le ragioni sono tante e,in buona parte, politiche. Quelle oggettive, economiche, hanno a che fare con i mercati internazionali, disturbati, e non poco, dalle varie tensioni protezionistiche.Quelle interne sono più sottili, ma non meno importanti. La manovra annunciata dal governo non convince nessuno dei grandi centri decisionali (dalla Confindustria agli artigiani).

In più, sta giocando un ruolo importante un elemento noto sin dai tempi di Henry Ford: la serenità. “Vede – spiegava il magnate americano a un Agnelli padre in visita a Detroit – i miei operai devono impiegare molte mensilità delle loro per comperare una mia automobile. Lo fanno sono tranquilli, se intorno a loro ci sono pace e sicurezza. Altrimenti non assumono impegni a lunga scadenza, sono come noi”.

Oggi, invece, qui in Italia si vive in un clima di tensione, indotto dalla politica per calcoli suoi. Sembra sempre che il paese sia minacciato chissà da quali pericoli (sarà addirittura permesso armarsi e si potrà sparare).Insomma, chi compra una pistola per proteggersi da incursioni immaginarie in casa propria, alla fine non cambia l’auto e nemmeno i mobili. Sta sulla difensiva. E l’indice Pmi scende. Da economia in espansione si passa a economia in contrazione.QUESTO E IL CAMBIAMENTO DEL GOVERNO GIALLOVERDE INCULCARE PAURE E INSICUREZZE PER CONVENIENZE ELETTORALI CON AGGIUNTA DI PROMESSE IN REALIZZABILI, E QUESTO E IL RISULTATO CRESCITA FINITA MERCATI INTERNAZIONALI SUL OTTOVOLANTE E LA RECESSIONE ITALIANA E ALLE PORTE. CHE DIRE AUGURI MIEI CARI ITALIANI L’AVETE VOLUTO VOI.ORA NON PIANGETE SUL LATE VERSATO.

I soldi per salvare il territorio ci sarebbero, scrive l’editorialista di Repubblica. Basta rinunciare al reddito di cittadinanza e agli 80 euro di Renzi.ultima modifica: 2018-11-06T17:47:09+01:00da bezzifer
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