Si parla di circa 5 miliardi di euro. Ribaltata la decisione del 2016 del Tribunale europeo. Respinto il ricorso sull’Imu.
Gli enti laici di assistenza l’ici la pagano….non vedo perché la caritas dovrebbe fare eccezione. Si faccia allora una legge di esenzione per tutti quei soggetti che svolgono simili attività. Il giudizio è stato sollecitato dalla montessori perché…..le scuole cattoliche l’ici non la pagavano. Sì, l’8×1000 che tanti le versano e del quale solo una parte va in assistenza benefica, basta e avanza.Paghino l’IMU come tutti. la Caritas non è la Chiesa, e già dovrebbe pagarla. Se oggi, finalmente, si mette in riga anche la Chiesa, è un’ottima notizia.
Tempi duri per la chiesa, speriamo che non si dimetta anche papa Bergoglio, forse in passato è stato loro permesso troppo, ma in una società che sta diventando sempre più laica,prima o poi questo doveva accadere… Ci fanno proprio comodo 5 miliarducci!
Ecco una legge da annullare: quella che esclude L’IMU per tutte le attività della Chiesa, anche se non religiose.Ad esclusione dei luoghi di culto, tutti gli altri dovrebbero essere assoggettati. Chiese, moschee e altri luoghi di culto intesi in senso restrittivo esclusi
Con Di Maio che bacia il sangue di San Gennaro, Conte devoto di un imbroglione fascista fatto santo e Salvini che continua con le se ipocrite professor di cattolicesimo integralista? SPERIAMO IN UN RAVVEDIMENTO OPEROSO.
A Cesare quello che è di Cesare, la chiesa ha sempre condizionato la vita politica italiana, giusto che paghi, si sono insinuati in tutti i settori cruciali, hanno fatto concorrenza barando, danno servizi e usufruendo di benefici di costi, hanno i loro eserciti di suore, preti che lavorano ma non vengono retribuiti, una delle tante vergogne è che davano incarichi ad insegnanti nelle loro scuole paritarie, senza nessun criterio di trasparenza, li sceglievano e basta, li pagavano da fame, la contropartita erano i punti in graduatoria, cosi molti insegnati dopo avere lavorato gratis presso le scuole ecclesiali sono arrivati primi nelle graduatorie, a danno dei colleghi che hanno dovuto fare una gavetta impegnativa.
