UNA RECESSIONE PER DUE. Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi, che è probabilmente il miglior economista italiano, aveva collocato l’arrivo della recessione in primavera. Si è sbagliato: è già arrivata. Con un buon trimestre di anticipo.
Stamattina il Truce era dalla Latella a snocciolare le sue solite storie: contrasto all’immigrazione e in pensione quando si vuole. L’altro, il Di Maio Ridens, era in giro anche lui a fare propaganda.
Forse non hanno ancora capito che la loro bellissima manovra, che lunedì arriva in parlamento, a questo punto è buona per incartarci il pesce o i broccoli.
Per il 2019 ci stiamo avviando non verso una crescita dell’1,5 per cento (come dice il governo), ma verso uno 0,4-0,5, con probabile ricaduta verso il basso. E con questi valori di crescita non una delle cifre scritte nella manovra conserva un senso.
A questo punto, non posso che ripetere un consiglio che ho già dato: buttate tutto nella spazzatura e telefonate in Banca d’Italia, che vi preparino una nuova manovra. Sono ragazzi bravi, competenti, veloci. In tre giorni la mettono insieme. E magari evitiamo di vedere arrivare l’elicottero della Troika. E ci risparmiamo Tsipras che da Atene sogghigna: “Ve l’avevo detto, zucconi”.
Ma i due balordi non faranno niente. Andranno avanti come dei treni con il macchinista ubriaco: quota 100, reddito e pensione di cittadinanza. E tutto il resto del campionario da venditori di tappeti.
Non cambieranno perché non hanno un piano B. L’unico piano che hanno è questo: distribuire soldi. Una maxi-operazione di voto di scambio.
Solo che ormai da distribuire c’è poco. Un po’ di crescita c’era (Renzi aveva anche culo…), ma se n’è andata.
E a dicembre scende in piazza il Nord. Quel Nord che ormai detesta i 5 stelle e che li manderebbe volentieri in esilio perpetuo. Un Nord che vuole tutto: Tav, terzo valico, Gronda e altro ancora. Un Nord che, se potesse, metterebbe agli arresti domani mattina Toninelli.
Ci sarà da divertirsi o piangere. Non ci sarà, purtroppo, il Pd, tutto preso in misteriose (e superflue) questioni interne.