Salvini contro l’Europa!La realtà è che il nazionalismo di Salvini vuole abbattere l’Unione, non riformarla.

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La manifestazione della Lega di Salvini in Piazza del Popolo era nata originariamente come una protesta contro l’Unione Europea. Tanto che l’azione alternativa alla sua manifestazione – promossa da Europa Now e dalla Gioventù Federalista Europea – è consistita nell’appendere bandiere europee ai balconi delle case. Il discorso di Salvini ha confermato che il suo obiettivo polemico principale resta l’Unione. Perché la realtà è che in un Paese allo sbando, in questo momento senza una opposizione in grado di offrire un’alternativa credibile, l’unico freno all’azione di un governo pronto a scassare i conti pubblici per regalare soldi a pioggia e raccogliere consenso è l’Unione Europea. Esattamente come accaduto in passato, quando fu Berlusconi a portarci nel 2011 a un passo dalla bancarotta. E perché nel momento in cui il governo sbatte contro la realtà dell’irrealizzabilità delle sue contraddittorie promesse ha bisogno di trovare un capro espiatorio cui addossarne la responsabilità.

La retorica e la comunicazione di Salvini sono ben studiate. Utilizza luoghi comuni, riferimenti al buon senso, a cibi che tutti amano – dall’olio al parmigiano – per usarli come veicoli di un’ideologia sostanzialmente autoritaria e pericolosissima. Una comunicazione volta ad abbassare le nostre difese. Una sorta di fascismo a bassa intensità. Una sorta di risposta al discorso del Presidente Mattarella a Firenze, che ha citato la lettera di un condannato del fascismo che accusava la generazione precedente di non essersi occupata di politica, lasciando il campo al fascismo. Il messaggio di Salvini ieri era proprio questo: tranquilli, continuate a occuparvi d’altro, che della politica mi occupo io, che sono uno di voi, che uso il buon senso, e che d’ora in poi intendo parlare in nome e per conto di tutti.

È qui che Salvini non ha potuto nascondere le sue manie di grandezza e la sua visione autoritaria. Dall’idea che il suo progetto di società serva per i prossimi 50 anni, alla richiesta di un mandato a trattare con l’UE a nome di 60 milioni di italiani, non solo come ministro o come leader della Lega: un po’ come il Re Sole che sosteneva “lo Stato sono io”, o come ogni dittatore, che sostiene di parlare a nome di tutto il popolo, come se ogni popolo non fosse per definizione plurale, con opinioni diverse, incluso significative opposizioni e minoranze. Peraltro, naturalmente Salvini non dice per negoziare cosa.

Al contempo è interessante che comunque Salvini debba tener conto del fatto che la stragrande maggioranza degli italiani è a favore dell’Unione e dell’Euro. Così Salvini è costretto a dirsi non contro l’Europa, ma per un’altra Europa, anche se non dice quali siano le competenze, i poteri, i meccanismi decisionali che secondo lui dovrebbe avere. In realtà la sua è una mera richiesta di “mani libere” a livello nazionale. Arriva perfino a citare a sproposito un testo di Papa Giovanni Paolo II, scritto all’inizio degli anni ’80, nel pieno della guerra fredda, pensando alla sua Polonia e all’Europa orientale oppressa dall’Unione Sovietica. Infine, accusa l’Unione di non perseguire gli obiettivi sanciti dai Trattati istitutivi. Ma le sue invettive verso l’Unione Europea sono figlie di una narrazione che non ha nulla a che vedere con la realtà.

Salvini attacca l’Europa della finanza e dello spread, ma in realtà l’Unione – e in particolare la Banca Centrale Europea con il suo Quantative Easing – è stata lo scudo contro lo spread che ha salvato l’Italia negli ultimi anni. Finché il governo giallo-nero non ha fatto temere un’uscita dall’euro, portando a una fuga di capitali e quindi all’aumento dello spread, che nemmeno l’Unione ha potuto evitare. Attacca l’Europa dello zerovirgola, come se i vincoli costituzionali sul pareggio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico non ci fossero. Come se le regole europee non fossero state approvate e ratificate da tutti gli Stati. Come se l’austerity non fosse già stata abbandonata da tempo grazie alla Commissione Juncker: con la sua comunicazione sulla flessibilità, che ha reinterpretato le regole e concesso appunto maggiore flessibilità – circa 30 miliardi all’Italia! – e con il Piano Juncker di investimenti e la connessa golden rule, per cui tutti i contributi nazionali al Piano vengono scorporati dal calcolo del deficit strutturale. Un modo per permettere di rafforzare gli investimenti senza scassare i conti.

Salvini invoca l’Europa del lavoro e dello sviluppo sostenibile, come se già oggi in Italia gli investimenti maggiori non arrivassero dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici, cioè il Piano Juncker, con circa 50 miliardi mobilitati in 4 anni. Come se la formazione del capitale umano non avvenisse in gran parte grazie al Fondo Sociale Europeo. Come se gli investimenti sulla ricerca e la transizione ecologica non dipendessero da Horizon 2020, il grande programma della ricerca europea. Come se le regole sempre più stringenti in campo ambientale non fossero frutto di scelte europee più che nazionali. D’altronde, il lavoro e la crescita dipendono dagli investimenti, di cui non c’è traccia nella manovra di bilancio proposta da Salvini e Di Maio. Se poi si considera che l’Unione ha un bilancio dello 0,9% del PIL e l’Italia di circa il 45% si capisce che l’Unione fa quel che può, ma in assenza di un bilancio adeguato, il grosso del compito resta in capo agli Stati membri.

La realtà è che il nazionalismo di Salvini vuole abbattere l’Unione, non riformarla. Perché l’UE è ormai il principale baluardo contro le tendenze autoritarie e illiberali che si manifestano in forme diverse in Ungheria, Polonia, Italia e altri Paesi. È la garanzia del sistema liberal-democratico, della separazione dei poteri, dello stato di diritto, dell’indipendenza della magistratura, della libertà di stampa. È un ordinamento giuridico sovranazionale, un sistema di governo multi-livello, lo strumento a disposizione degli europei per provare a governare la globalizzazione, a contare ancora qualcosa nel mondo, invece di essere un protettorato della Russia, come forse vorrebbe Salvini, o degli USA o della Cina, come vorrebbero altri.

Salvini contro l’Europa!La realtà è che il nazionalismo di Salvini vuole abbattere l’Unione, non riformarla.ultima modifica: 2018-12-09T11:43:12+01:00da bezzifer
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