Il mistero dei Libdem. È il nuovo partito di Renzi?
La rinuncia di Marco Minniti a competere per la segreteria del Pd parrebbe l’indizio finale che rende prova tutti i segnali arrivati nei giorni scorsi sull’accelerazione di Matteo Renziverso la creazione di un partito autonomo dal Pd, dal profilo liberale e europeista, sulla scia di En Marche di Macron. L’ex ministro dell’Interno ha deciso di lasciar perdere dopo il rifiuto dei renziani di fornire un’assicurazione scritta su un loro supporto alla sua mozione congressuale. ‘Che senso ha correre se chi mi dovrebbe sostenere sta per abbandonare la nave?’ è la domanda che si deve esser posto Minniti. La strategia dell’ex premier è però ancora poco chiara, tanto da prendere in contropiede i suoi stessi fedelissimi, che temono di essere rottamati a loro volta. Chi sarà dentro e chi resterà fuori? Che ruolo avrà Carlo Calenda? Esiste già un simbolo e un nome per la nuova creatura del senatore fiorentino? La confusione è tanta e ad aumentarla c’è un misterioso simbolo pubblicato da una pagina Facebook denominata ‘Libdem’ e appartenente, in apparenza, all’universo social renziano. Il simbolo, un gabbiano giallo in stile origami, appare ricalcato da quello dei Liberali britannici, un po’ come lo slogan elettorale dei laburisti di Corbyn, “per i molti non per i pochi”, era stato ripreso pari pari dalla campagna elettorale di Liberi e Uguali.
Un’iniziativa personale o un test?
Ad accorgersene è stata la pagina satirica ‘Socialisti Gaudenti’, che segnala come il profilo sia apparso e scomparso a stretto giro, una volta che aveva iniziato a creare troppa maretta in una base già disorientata.
Nella Pd-sfera del web, oggi, è accaduto un fatto strano, è comparsa una pagina chiamata #Libdem con tanto di logo che sembrava una bozza, mentre in queste ore i colonnelli renziani sono riuniti per decidere cosa fare col congresso e la possibilità di ritiro di Minniti.
Mentre da settimane la pagina Open Democrats continua a postare con l’hashtag #libdem e il logo.
Pochi minuti fa la pagina Libdem ( https://www.facebook.com/movlibdem/ )
è stata chiusa.
Non è Rio de Janeiro ma nel Pd c’è un clima fantastico.
Fonti renziane hanno liquidato l’accaduto come iniziativa personale di un sostenitore troppo zelante, tale Yuri Marini. Gli screenshot mostrano quello che appare materiale da propaganda elettorale che cita, oltre a Renzi, dichiarazioni del suo ex consigliere economico Luigi Marattin, oggi capogruppo Pd in Commissione Bilancio. L’interessato afferma di non saperne niente. Intanto un’altra pagina di ispirazione renziana, Open Democrats, continua a contenere post con il materiale incriminato e l’inequivocabile hashtag #libdem.
E Calenda che farà?
Nel frattempo, qualcuno pubblica il simbolo sul profilo Twitter di Carlo Calenda, che sembra benedire l’oscura operazione.