C’è del genio nell’andare a Bruxelles presentando una manovra del cambiamento 2.0 con un deficit al 2,04% del Pil, anziché del 2,4%.

Risultati immagini per Di Maio e Salvini hanno vintoDi Maio e Salvini hanno vinto, ma la manovra fa schifo uguale (anzi, ora è pure peggio di prima). Se, come sembra, il governo eviterà la procedura d’infrazione con il 2,04% di deficit/Pil sarà un successo dei due vicepremier. Ma la manovra, che già prima era inutile e inefficace, adesso lo è ancora di più. E servirà solo a riempire le urne di voti a Lega e Cinque Stelle.

C’è del genio nell’andare a Bruxelles presentando una manovra del cambiamento 2.0 con un deficit al 2,04% del Pil, anziché del 2,4%. Marketing politico purissimo per poter dire comunque, nei comizi e in televisione “di aver fatto il due e quattro di deficit”, senza che nessuno se ne accorga. Ma anche, se il negoziato andrà in porto, di aver mantenuto l’asticella del deficit sopra la soglia psicologica del 2%. Un risultato infinitesimamente migliore rispetto all’1,9% che la Commissione Europea avrebbe fatto tranquillamente passare già un paio di mesi fa, risparmiandoci settimane di “tempeste perfette” dello spread e sui mercati. Ma che, simbolicamente, rappresenta una sfida vinta.

Bravi Di Maio e Salvini – intesi come segretari politici, non certo come statisti – che raccoglieranno i frutti di questa sfida facendo il pieno alle elezioni europee, dove potranno dire di aver battuto i pugni sul tavolo, di aver portato a casa extra deficit e di aver realizzato, almeno nominalmente, quel che avevano promesso di fare in campagna elettorale, lo scorso 4 marzo. Quanto questo peserà nelle urne, il prossimo 28 di maggio, ancora non lo sappiamo, ma chi si aspetta una debacle elettorale del governo farebbe meglio a prepararsi alla delusione.

Se la politica fosse solo gioco elettorale, i due vicepremier sarebbero quasi da Oscar, insomma. Peccato non funzioni così. E che ci sia anche il merito delle questioni, da valutare. Ed è qui, che la manovra riveduta e corretta si rivela, se possibile, peggiore della sua versione primordiale. Primo problema: come mai, con 4 e rotti miliardi di spesa pubblica in meno e previsioni congiunturali peggiori rispetto a due mesi fa, la crescita del Pil italiano, già incredibile allora, non è stata rivista al ribasso? Come mai è ancora là, inchiodata a un 1,5% che non sta né in cielo né in Terra? Forse perché quella crescita al denominatore è un espediente tecnico per tirar fuori risorse aggiuntive, senza che, nelle previsioni di spesa, il deficit esploda sopra la soglia del 3%.

E in fondo è peggio così: se la manovra del cambiamento era spendere soldi per misure inefficaci, questa sua nuova versione butta via comunque una quindicina di miliardi in misure inefficaci e pure depotenziate

Secondo problema: che cosa diventano Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con 4 miliardi di risorse in meno, se non dei simulacri, delle pallide e inefficaci imitazioni di quel che dovevano essere? Davvero pensate che il Reddito di Cittadinanza possa funzionare con 8 miliardi di euro, quando in Germania, solo per mettere a posto i centri per l’impiego ne hanno spesi 11? Davvero pensate ci siano i soldi per dare 750 euro al mese a chiunque non abbia un lavoro? Davvero non pensate che ci saranno tali e tante condizionalità che è già tanto se sarà qualcosa di simile al Reddito d’inclusione di Gentiloni? Lo stesso vale per Quota 100, pure lei decurtata di un paio di miliardi, che di fatto non è altro che un anticipo pensionistico pieno zeppo di penalizzazioni, che converrà a pochissime persone: se questo doveva essere lo smontaggio della Fornero “un pezzo alla volta” per ora Salvini ha levato la banderuola sul tetto. Forse nemmeno quella.

E in fondo è peggio così: se la manovra del cambiamento era spendere soldi per misure inefficaci, questa sua nuova versione butta via comunque una quindicina di miliardi in misure inefficaci e pure depotenziate. Dimenticandosi, nel frattempo, di stimolare gli investimenti, di abbassare davvero le tasse, di incentivare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, di dare soldi alle famiglie con figli, di investire seriamente nella scuola, nell’economia circolare, nell’innovazione, nello sviluppo del Mezzogiorno, nella crescita di salari e produttività. Solo i soliti vecchi sussidi, solo le solite vecchie mancette a pensionati, a uso e consumo della prossima scadenza elettorale. Uno spreco di soldi e tempo che pagheremo caro. Ed è di scarsa, scarsissima consolazione, che Salvini, Di Maio, bontà loro, ci abbiano fatto sconto.

C’è del genio nell’andare a Bruxelles presentando una manovra del cambiamento 2.0 con un deficit al 2,04% del Pil, anziché del 2,4%.ultima modifica: 2018-12-13T10:53:26+01:00da bezzifer
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