Archivio mensile:gennaio 2019

Recessione, Renzi attacca Di Maio: “Tragedia disperata di un uomo ridicolo”.

Risultati immagini per Recessione, Renzi attacca Di Maio“Siamo in recessione e naturalmente Di Maio dà la colpa Pd, ai governi precedenti, a me. È la tragedia disperata di un uomo ridicolo”. È la replica, affidata a un video pubblicato sui social, di Matteo Renzi alle parole del ministro del Lavoro e allo Sviluppo economico dopo i dati diffusi dall’Istat sul quarto trimestre. L’ex presidente del Consiglio, poi, ironizza sui navigator, paragonandoli ai “forestali del nuovo Millennio”.

Chiedo da Di Maio: Se la responsabilità della recessione nei 2 ultimi trimestri è di chi governava prima di lui, di chi è la responsabilità della crescita nei precedenti 14 trimestri ? Anche quella è chi governava prima ???? L’italia ha avuto, sono ad agosto 2018, 14 (dicasi quattordici) trimestri consecutivi di crescita del PIL e questo disadattato nullafacente da la colpa ai Governi precedenti??????? Bisugna avere la faccia come il c*** per fare affermazioni del genere…….. ed altrettanto per credere alle fandonie di un simile burattino!!!

QUANTE VERITA CARO RENZI MA Quanto ancora hanno intenzione di andare avanti con questa solfa?Di Maio: “Chi era al governo ha mentito” Di Maio, ha sempre i soliti problemi con la grammatica, voleva usare il presente è gli è scappato un imperfetto. La frase che voleva dire in realtà è “Chi è al governo ha mentito”, una frase che gli fa onore, perchè da uomo serio riconosce i propri errori, come mettere in finanziaria previsioni assurde sulla crescita e addirittura annunciare il ritorno del boom anni ’60, alla vigilia di una recessione prevista da tutti.Secondo me la colpa è di Garibaldi che con l’unità d’Italia ha permesso a questo cialtrone nullafacente di diventare vicepremier anche mio che abito a 300 km dalla frontiera svizzera.

E ti pareva! Dice che gli altri hanno mentito… weeh Giginuzzo, che ti sei dimenticato che oggi stai con la lega? dimenticato quando hai imbrogliato gli elettori prima del 4 marzo dicevate che con salvini mai. Miserabili Inoltre perchè non invii la finanza a casa Di maio e Di Battista vista la grande onestà di queste famiglie oltre che fare le crociate con quel furbo/fesso del CAF di Palermo? E già, hai sconfitto la povertà, ora si che stiamo bene, la recessione ci fa un baffo in Italia. Continuando su questa scia rischi che a Napoli dopo S. Gennaro ti fanno vice-Santo dei miserabili.

 

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ELETTORI.È inutile che fate finta di niente, lo sapevate. Sapevate benissimo che il governo diceva palle, quando raccontava che il Pil sarebbe cresciuto dell’1,5%,Buona recessione. Italia.

Risultati immagini per Ce la meritiamo tutta, la recessione. E il peggio deve ancora arrivareIL 4 MARZO AVETE SVENDUTO L’ITALIA.

ORA: Ce la meritiamo tutta, la recessione. E il peggio deve ancora arrivare.

Abbiamo speso tutti i soldi e la credibilità che avevamo per misure inutili. Ci siamo convinti di una crescita che non ci sarebbe stata. E adesso che arriva la gelata, dovremo tagliare la spesa e aumentare le tasse, mentre gli altri Paesi europei faranno il contrario. Peggio non si poteva fare.

È inutile che fate finta di niente, lo sapevate.Sapevate benissimo che il governo diceva palle, quando raccontava che il Pil sarebbe cresciuto dell’1,5%, che fosse un denominatore farlocco messo lì solamente a far quadrare i conti di un deficit che si era deciso dovesse essere del 2,4%.
Sapevate benissimo che nella legge di bilancio non c’era nessun magico moltiplicatore in grado di far accelerare l’economia italiana, che Quota 100 non avrebbe prodotto nuova occupazione giovanile e che il reddito di cittadinanza non avrebbe ridato slancio ai consumi italiani, o viceversa.
Sapevate benissimo anche che le questioni dell’economia italiana, dalla produttività stagnante alla sotto-occupazione femminile, dall’opprimente pressione fiscale alla folle burocrazia italiana rimanevano tutte lì, sul tappeto, come se non fossero nemmeno problemi.
Sapevate benissimo, pure, che l’economia globale stava rallentando, a causa di guerre commerciali che avevate auspicato, di dazi americani alle importazioni cinesi che avevate benedetto e invidiato, di un rallentamento dell’export tedesco che avevate addirittura festeggiato, tanto eravate convinti fosse la causa dei mali italiani.

Quota 100 ci costerà 40 miliardi, da qui al 2026. Dove li troviamo quei soldi? O meglio: ha senso trovarli, mentre ci toccherà aumentare le tasse o tagliare altrove?

Sapevate tutto, e avete continuato a far finta di nulla. A dire che le fosche previsioni sulla crescita dell’economia italiana fossero fasulle, create ad arte per indebolire il governo del cambiamento. A raccontarvi che se le agenzie di rating bocciavano la manovra del popolo era un bene, che non avevano mai capito nulla di economia. Che a tirare le fila dello spread fossero le cancellerie europee, quella tedesca in primis. Che fosse tutto un gigantesco complotto ordito dalle solite élite globali – le stesse che ci mandano i migranti, ovviamente -, che appena la nebbia della disinformazione si fosse diradata ci saremmo trovati nel bel mezzo del nuovo boom economico italiano. Pure Paolo Savona l’aveva detto, del resto: altro che uno e mezzo, si può crescere pure del 2% o del 3%.

E invece l’1,6% è diventato 1%, e poi 0,6%, stando alle stime di Bankitalia e del Fondo Monetario Internazionale. Stime fin troppo ottimistiche, visto che l’Istat ha certificato un calo del Pil sia nel terzo che nel quarto trimestre dell’anno e che, tecnicamente, siamo già in recessione.
Certo, chi più chi meno, le stanno tagliando tutti, le loro aspettative di crescita. Ma gli altri, con ogni probabilità, mitigheranno il crollo con interventi di sostegno agli investimenti e alla domanda interna. Tradotto, promuoveranno investimenti pubblici, abbasseranno le tasse. Noi invece, no. Ed è questo il vero grande problema italiano.
Che il peggio deve ancora arrivare.

Che abbiamo buttato nel cesso un mare di soldi, tutti i nostri margini di flessibilità e tutta la residua credibilità che avevamo in Europa per provvedimenti che non servono a nulla, forse nemmeno a far crescere i consensi di Lega e Cinque Stelle in vista delle elezioni europee. Che le abbiamo finanziate con clausole di salvaguardia da 25 miliardi e con previsioni clamorosamente errate da obbligarci, forse ancora prima dell’autunno a una brusca correzione di rotta. Che vuol dire tasse e tagli alla spesa nel bel messo di una fase recessiva del clclo economico. Tanto per essere chiari: Quota 100 ci costerà 40 miliardi, da qui al 2026. Dove li troviamo quei soldi? O meglio: ha senso trovarli, mentre ci toccherà aumentare le tasse o tagliare altrove?

Tutto quel che non si doveva fare l’abbiamo fatto, insomma. E l’abbiamo fatto solamente per evitare di fare quel che avremmo dovuto fare: tagliare il debito e la spesa corrente, abbassare le tasse, investire nella scuola e nelle infrastrutture. Da qui in poi, tutto quel che verrà, ce lo siamo meritato, e non sarà colpa di nessuno, se non nostra.
Buona recessione, Italia.

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PINOCCHIO ALTRO CHE DARE LA COLPA AL GOVERNO RENZI GENTILONI PER LA RECESSIONE ATTUALE PERCHÉ NON GUARDI AL Flop del decreto dignità

Risultati immagini per DI MAIO PINOCCHIOFlop del decreto dignità: aumentano i contratti a termine, diminuiscono quelli stabili.I dati Istat riferiti all’ultimo mese del 2018 fanno segnare una risalita dei contratti a tempo e una contrazione di quelli a tempo indeterminato, mentre continuano a crescere gli autonomi. Soffre ancora la classe d’età dei 25-34enni

Crescono i contratti a termine, diminuiscono quelli a tempo indeterminato. Il giro di vite sui rapporti di lavoro a tempo del decreto dignità targato Cinque Stelle, a quanto pare, non ha portato i frutti voluti dal governo. Gli ultimi dati Istat, riferiti a dicembre 2018 registrano una crescita dei dipendenti a termine (+1,5%, pari a 47mila unità in più), che tornano a salire dopo due mesi di calo, e degli indipendenti (+0,2%, pari a 11mila unità in più). In discesa netta invece i contratti stabili, ai quali il governo puntava, che si riducono di 35mila unità in un mese (-0,2%).

Un mix dovuto ai contratti stagionali del periodo natalizio e alle nuove regole più strette sulla stipula di contratti a termine, che potrebbe aver guidato nel frattempo a una risalita degli autonomi: a contatti fatti, mentre i dipendenti aumentano di 12mila unità, nello stesso mese gli indipendenti salgono di 11mila unità. Una crescita quasi eguagliata. Di contro, i contratti stabili arretrano, forse anche in attesa degli incentivi annunciati nella manovra economica a partire dal nuovo anno.

In totale l’occupazione fa registrare una debole crescita (+0,1%, pari a 23mila unità) tra novembre e dicembre. Continua a calare la disoccupazione, con 44mila disoccupati in meno, concentrati tra gli uomini e gli over 35: la contrazione è pari a 0,3 punti sia tra i 35-49enni e tra i 50-64enni. Ma cresce, seppure di poco, il tasso di disoccupazione giovanile, che risale al 31,9%. In discesa anche gli inattivi, in tutte le classi d’età tranne una: quella dei 25-34enni, tra i quali quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano sono aumentati di 28mila unità in un mese.

È tra i 25 e i 34 anni, la fascia di ingresso e stabilizzazione nel mondo del lavoro, che continua a concentrarsi gran parte del disagio lavorativo italiano. Nell’ultimo mese il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età tranne tra i 25-34enni, per i quali si registra un calo di 0,4 punti percentuali. Che significa: 31mila occupati in meno. E lo stesso accade per il tasso di inattività, che scende nelle classi di età estreme ma cresce di 0,4 punti, 28mila unità in più, per i 25-34enni. Su base annua le cose non vanno meglio: il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età ad eccezione dei 25-34enni e il tasso di inattività aumenta solo tra i 25-34enni mentre diminuisce in tutte le altre classi di età.

Quella che viene fuori, insomma, è ancora una scarsa partecipazione delle classi più giovani a un mercato del lavoro debole, con dati positivi concentrati soprattutto tra gli over 50. Un cambiamento fisiologico in atto che il decreto dignità non è riuscito a invertire: nei dodici mesi la crescita degli occupati si concentra tra i lavoratori a termine (+8,9%, pari a +257 mila unità), con un lieve aumento anche degli indipendenti (+0,6%, pari a +34mila), mentre calano i dipendenti a tempo indeterminato: 88 mila in meno in un anno.

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MIO CARO BIBITARO DEVO RICORDARTI.Al 30 marzo 2018 la produzione industriale segnava + 7,50% , il PIL . + 1,50% – lo spread 120 punti. CERCHIAMO DI NON DIMENTICARE CHI CI STA’ PORTANDO A FONDO.

Risultati immagini per E GIGGINO 'O PINOCCHIETTORecessione tecnica, Di Maio: “Governi Pd hanno mentito”. Dati preoccupano Inps e Confindustria.Il Pd chiede che Tria riferisca in Aula. Renzi: “Così l’Italia va a sbattere”

E GIGGINO ‘O PINOCCHIETTO che dà del bugiardo ad altri! La solita manfrina che LA COLPA E’ SEMPRE DI ALTRI …BASTA!, si tolga il timone a questi MOZZI AL LORO PRIMO IMBARCO!! Di Maio ha detto che sono dati falsi! sono identici a quelli di Bankitalia, e come tali sono falsi.O ci credi al capo, o non ci credi…
Quindi c’è il BOOM alla porta e il PD ha fatto benissimo: a lui va accreditato.
O ci credi al capo o non ci credi.E con la Polonia mettiamo in ginocchio l’asse Franco-Tedesco.O ci credi al capo o non ci credi.Il pil si determina giorno per giorno per le scelte dei governi e per l’andamento generale dell’economia mondiale, le scelte scellerate del governo giallo verde e le liti continue per fini elettorali con mezza europa con l’aumento degli interessi sul debito hanno portato a questo risultato. Il non volerle vedere è da sciagurati.

Aggiungo che! I recenti dati relativi all’Italia mostrano che l’economia italiana è entrata in recessione nella seconda metà dello scorso anno. La prima stima del PIL pubblicata oggi ha mostrato un calo del PIL dello 0,2% nel quarto trimestre. L’ISTAT non ha pubblicato le componenti del PIL (lo farà in circa un mese), ma ha dichiarato che il commercio netto ha dato un contributo positivo alla crescita, mentre la domanda interna è stata negativa.

Per il secondo trimestre consecutivo ci aspettiamo che i consumi siano rimasti contenuti e gli investimenti siano diminuiti, a causa della minore fiducia delle imprese, della maggiore incertezza e del calo dell’offerta di credito. La narrativa del governo secondo cui i problemi provengono principalmente dall’estero è in contrasto con alcuni dati, poiché la componente estera netta è stata positiva per il secondo trimestre consecutivo e i numeri del PIL di Spagna e Francia sono rimasti solidi nel quarto trimestre (rispettivamente a +0,7% e +0,3%). Inoltre, il divario tra la crescita del PIL italiano e quella del resto dell’Eurozona si è nuovamente ampliato, rafforzando la nostra opinione che fattori domestici, quali le reazioni negative dei mercati finanziari, l’incertezza e il calo di fiducia, abbiano giocato un ruolo importante.

In prospettiva, la moderazione delle tensioni sui mercati finanziari e la stabilizzazione di alcuni indicatori, come il livello occupazionale, dovrebbero porre le basi per una stabilizzazione del PIL italiano nel primo trimestre del 2019, ma i rischi rimangono al ribasso e la recessione potrebbe protrarsi, soprattutto se la fiducia continuasse a deludere.

Data la recessione maggiore del previsto, è molto probabile che rivedremo al ribasso le nostre previsioni (attualmente ad un già debole +0,3% per il 2019). Il 2019 sarà molto probabilmente ricordato come un anno con crescita prossima allo zero, non un grande inizio per il governo populista.

LO stesso copione già visto a Roma, la colpa è di quelli che c’erano prima. Peccato che come hanno aperto bocca 6 mesi fà lo spred da 170 è schizzato a 240 fino a picchi di 320. Ma da un decennale fuori corso cosa ci si può aspettare? purtroppo per voi ma soprattutto per tutti noi Italiani, tutto fa pensare che andremo a schiantarci PRIMA delle prossime elezioni, grazie a un Ministro dello Sviluppo Economico che dopo QUATTORDICI trimestri consecutivi di crescita, e in crescita economica fino a che è stato al governo Renzi & Gentiloni, dice che la colpa del disastro è del PD e non della sua personale totale e manifesta incompetenza e sprovvedutezza che lo rende totalmente incapace di reagire intelligentemente al trend economico, e non che la motivazione è che gli imprenditori non si fidano assolutamente delle ricette del Governo attuale.
Bugiardo e infantile.CARO BUGIARDO IGNORANTE la crescita è come la reputazione. Per crearla ci vuole molto tempo ma per perderla basta un soffio. E’ sufficiente far perdere la fiducia al tessuto produttivo e SUBITO la crescita crolla. Ed è esattamente questo che avete fatto voi.Puoi incolpare chi è venuto prima quanto vuoi, ma le tue son parole al vento, uguali a quelle dei sostenitori che la terra è piatta. Sei un terrapiattista anche tu.

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Sicuramente quel 57% non ha letto le carte dei magistrati, quindi su cosa baserebbero la loro convinzione che non debba essere processato? Questo la dice lunga sul tipo di giustizia della piazza!

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Sondaggio rivela: il 57% degli italiani pensa che Salvini non vada processato per il caso Diciotti

Ma un sondaggio del genere che senso ha? La Magistratura deve agire guidata dal consenso del popolo? Non funziona così: forse in Venezuela o altrove.
E’ un sondaggio stupido ed inutile!
Diciamo che il 57% che sostiene il governo risponde in modo coerente. Interessante questo fare quadrato, e’ l’ennesima dimostrazione di quanto campanilisti siamo – si tifa un partito come una squadra di calcio (ed entrambi prendono qualcosa a calci, chi un pallone e chi il diritto o la nostra intelligenza) senza indipendenza di giudizio. Vale per tutti, beninteso, e conferma il livello piuttosto infantile del dibattito. Se tra un anno il governo sara’ al 30%,lo stesso 30% sosterrà che Salvini non va processato.

Adesso oltre al diktat del  Ministro in causa , oltre alle memorie  del Governo la Magistratura dovrebbe essere soggetta anche agli umori del popolo italiano. Siamo messi proprio male…..nulla di nuovo sotto il sole: le piazze erano piene di gente che correva a vedere le esecuzioni capitali ed applaudiva al boia.

Salvini è un formidabile opportunista- e ha colto al volo la questione immigrazione – disposto a tutto per il potere, anche a sventolare – da non credente – un rosario o una statuina di Medjugorje se ritiene, come ritiene, che” Parigi val bene una messa”; è perciò che può essere perciò un pericolo per la democrazia, se per democrazia intendiamo quella vigente nei Paesi occidentali,nei quali vige lo Stato di diritto, diversa dalle democrazie autoritarie dell’est Europa e della Russia

Si è imboscato 49 milioni dei cittadini, voleva smontare la Fornero e le ha dato sì e no un buffetto, doveva rimpatriare 600mila clandestini e son tutti ancora qua, doveva ridurre le tasse e le tasse crescono, e tra pochi minuti l’istat certificherà che lui e gli altri fenomeni ci hanno portato in recessione. Però ci difende dall’invasione di poche decine di disperati, tenendoli prigionieri su una nave.

Forse non e’ chiaro a molti che c’e’ un’urgenza democratica: Salvini e’autoritario, usa un linguaggio fascista! Vi siete accorti che il decreto sicurezza vieta gli assembramenti (un classico mezzo fascista)? Bisogna unirci per fermarlo! E quelli del M5S hanno una grande responsabilità’. Vi invito a leggere articolo di Di Masi sul Manifesto di ieri.

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Ma quando questo Paese si deciderà a ‘fare’ sul serio?

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 In Italia non ci sono personalità carismatiche, tanto capaci e autorevoli da guardare con scienza e conoscenza ai problemi reali per cercare di risolverli proponendo una Visone di Paese e un Progetto di vita.
Problemi come l’immigrazione, la povertà, il lavoro, le pensioni, le infrastrutture, la salute, l’ambiente, la scuola, la giustizia, il fisco e lo stato sociale, dovrebbero essere affrontati dalle parti politiche, dalle autorità competenti, dalle istituzioni e dai cittadini stessi, con senso di responsabilità e ognuno, per quanto può, apportando il proprio contributo.
A questo Paese non servono provvedimenti tampone e annunci propagandistici per racimolare voti, ma occorre un Progetto politico serio, concreto e realizzabile che dica ai cittadini cosa si vuole fare, da dove si vuole partire e dove si vuole arrivare per ottenere cosa, come e quando, ma tutti insieme.
Occorre una Progettualità, una Visione di Paese: idee chiare sul futuro dell’Italia e degli italiani.
Quando si eredita una casa malmessa come l’Italia, va innanzitutto deciso se demolirla e ricostruirla da capo, oppure ristrutturarla salvando il salvabile.
In entrambi i casi occorre “Un Progetto”.
Se si decide per la “demolizione-ricostruzione”, si deve partire da solide fondamenta per poi salire, piano dopo piano, fino al tetto.
Idem se si opta per la “ristrutturazione”, bisogna progettare quali strutture mantenere, quali abbattere e quali rinforzare.
Ma fino a quando la politica sarà uno ‘show-business’ per attori(politici, scrittori, giornalisti, professori, filosofi e intellettuali) che invece di mettere il loro sapere e la loro notorietà al servizio della collettività per il raggiungimento del bene comune, continueranno a speculare pro domo loro sulle macerie di un Paese distrutto, bè allora ci ritroveremo sempre al punto di partenza, con chi vuole chiudere i porti e chi aprirli, con chi scrive libri e lenzuolate su accoglienza, integrazione e respingimenti, con chi twitta facendo il tifo per gli uni e per gli altri, e con il Tribunale dei Ministri che, riscrivendo la decisione della Procura di Catania, chiede al Senato della Repubblica Italiana l’autorizzazione a procedere nei confronti di un suo Ministro! non usciremo mai da questo stato di coma.IN UN PAESE NORMALE PERSONAGGI COME I SOVRA ELENCATI SAREBBERO GIÀ MANDATI A CASA! POI IN UN PAESE NORMALE GLI ELETTORI NON VOTANO DI PANZA ,MA DI TESTA.E LA TESTA L’ELETTORE ITALICO A SOLO QUELLA DI CAZZO. Chiagni e fotti. PERCIò
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Cala il Pil. Italia in recessione. Non è che portano sfiga, sono solo incapaci. E il conto lo pagherà la classe media

I dati del PIL sono stati positivi per quattordici trimestri consecutivi, dal 2014 al primo semestre 2018. Poi è arrivato il Governo del Cambiamento e il PIL è diventato negativo: l’Italia va tecnicamente in recessione. Non è che portano sfiga, sono solo incapaci. E il conto lo pagherà la classe media.

 

Recessione annunciata, quasi voluta e aggravata da una finanziaria elettorale di spesa per non dire recessiva. D’altronde è la cifra del populismo: assecondare gli umori di un popolo inebetito e disarticolare l’economia. Fa scuola il caso dell’Argentina, quinto Paese per ricchezza prima della guerra, il declino comincia dal governo populista di Peron, per non riprendersi mai più.

Che tristezza vedere come la marea degli illusi (che sono stati subornati dal complotto degli illusionisti e dei furbacchioni) non si smuova dall’uso degli oppiacei della propaganda nemmeno davanti alla prova della realtà. Di chi è la colpa della recessione, sig avvocato degli italiani ?

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Migranti, lo “sciopero alla rovescia” del Liceo Amaldi, i ragazzi: “Un modo per aprire gli occhi”su questo dramma epocale. Ma leggendo i commenti ignoranti razzisti mi vergogno d’essere ITALIANO.

Mercoledì 20 gennaio al Liceo Amaldi di Roma, in zona Tor Bella Monaca, è andato in scena uno “sciopero alla rovescia”, indetto dai professori per seguire il richiamo didattico che è “nostro dovere verso questi 2000 ragazzi”: quello di “insegnare a leggere la realtà”. Per due ore le classi dei professori che hanno aderito all’iniziativa hanno affrontato la questione dei migranti. La manifestazione nasce dall’iniziativa di alcuni docenti che dopo i fatti di Castelnuovo si sono sentiti in dovere di spiegare ai loro ragazzi cosa sta succedendo sul tema in Italia. “Un’iniziativa plurale, senza propaganda”, sottolineano i professori. E i ragazzi sembrano aver capito lo spirito: “È un modo per aprire gli occhi sulla realtà”. Allo sciopero alla rovescia hanno aderito anche altri professori di altre scuole, mentre a Latina è stato consigliato direttamente dall’amministrazione.

“Un modo per aprire gli occhi” su questo dramma epocale.E la propaganda non veritiera e disumana attuata attualmente dai razzisti attualmente al governo.

Ma leggendo i commenti ignoranti razzisti mi vergogno d’essere ITALIANO

Se vi considerate Italiani, e quindi vi riconoscete nella Costituzione italiana (e magari l’avete letta e studiata) non scrivereste commenti ed attacchi denigratori contro gli studenti dell’Amali oltretutto fraintendendo e strumentalizzando, come al solito, un ‘iniziativa volta al dialogo ed al confronto per abbattere il muro dell’ indifferenza. Consiglio inoltre di studiare, soprattutto l’italiano visto che non lo sapete né scrivere né parlare.

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Che c’entra D’Alema con la sinistra?Che c’entra D’Alema con le cose fatte bene?

Giachetti AscaniGiachetti e i renziani all’attacco: “D’Alema chiarisce il programma di Zingaretti. Torna la ditta 10 anni dopo” Pioggia di critiche all’intervista all’ex premier sulla Stampa. Marcucci: “È un endorsement che rende tutto abbastanza chiaro”

Ragazzi che c’entra D’Alema con TUTTO?Ha rovinato l’Italia, la sinistra ed ora vuole distruggerla! Va in pensione nonnino baffuto! KO! Dipende dal valore e dal significato che si da alla parola “sinistra”, mi sembra che Renzi sia piu’ vicimo a Macron che al PSE, dove comunque esistono diverse anime e la mia preferita e’ quella scandinava che fu protagonista per decenni di una straordinaria stagione di riforme, mai viste prima in Europa. Oggi il PSE e’ in declino per aver sottovalutato alcune tematiche che sono state fatte proprie da forze nuove (lavoro, lotta alle disuguaglianze, immigrazione, ecc.).

UNICA COSA Finalmente chiarezza. Non l’ha fatta Zingaretti e ci ha pensato D’Alema.

Eccolo il potente apporto (0,5%) che occorreva per la rinascita del PD. Si, perché 0,5% è il ridicolo apporto elettorale della Banda Baffino.
Uscirono dal PD per mobilitare le sterminate masse di vera sinistra deluse da Renzi.
Si associarono con quelli di Fratoianni che tra il 2-3% lo prendono sempre e la strategica operazione li portò il 4 marzo a totalizzare tutti insieme lo smagliante risultato del ……..3,4%. E’ tutto qui l’appeal elettorale di Baffino che in prima persona rimase pure trombato nel suo feudo elettorale pugliese, arrivando ultimo dei candidati con meno del 4% dei consensi.

Erano settimante che Zingaretti cincischiava, parlava di tutto e di più, ma evitava accuratamente l’argomento tabuu. Aveva detto come si sarebbe posizionato verso M5S, centrodestra…ma nulla verso gli scissionisti. Silenzio assoluto e assordante.
Ci ha pensato D’Alema a fugare ogni dubbio e non credo che porterà bene a Zingaretti.
Meglio così, un PD nuovo, anche senza Renzi, l’avrei pure sostenuto,ma non per ritrovarsi in casa D’Alema e i dalemini Speranza, Fassina, D’Attorre, Gotor..
No, grazie abbiamo già dato.
La proposta di Calenda sarà pure fumosa, ma su questo punto è stato chiaro: porte sbarrate per la banda dei fuoriusciti e quelli come Fassina che partecipano ai convegni dei sovranisti e antieuropei.

 

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CAPITAN CONIGLIO Il mondo, da Chicago a Marsiglia, è pieno di italiani straordinari. Noi, qui, abbiamo un poveraccio che battaglia contro 47 sfortunati.

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CAPITAN CONIGLIO Il mondo, da Chicago a Marsiglia, è pieno di italiani straordinari. Noi, qui, abbiamo un poveraccio che battaglia contro 47 sfortunati.

Per sei mesi si è presentato come un supereroe della Marvel, Capitan Fracassa, decido tutto io, faccio tutto io, mi vesto da pompiere, da poliziotto, se vi si rompe un tubo in casa chiamate me. Sono pronto a farmi anche l’ergastolo, non arretro di un millimetro.

Al dunque, non appena tre magistrati hanno chiesto di processarlo per via delle sue rodomontate, si è trasformato in Capitan Coniglio: intimando ai 5 stelle di non votare la sua messa in stato d’accusa. Anche lui, cioè, vorrebbe difendersi non nel processo ma contro il processo.

Che dire di un uomo del genere? Che non è un uomo. Che non ha il coraggio delle sue azioni.

E che dire di quelli che, entusiasti, lo seguono come se fosse Gesù? Che sono dei signori che non stanno tanto bene.

Il paese è in recessione, sui mercati internazionali tira aria brutta, lo stesso ministro Tria confessa “Speriamo di non finire in recessione” (ci siamo già), ma loro applaudono questo instancabile cacciatore di immigrati (che non arrivano più).

I 47 migranti (che sulla Sea Watch educatamente chiamano “ospiti”) bastava farli scendere, offrire loro un riparo caldo e un caffè e poi discutere con l’Europa su che cosa farne. Un paese civile, un ministro civile, si sarebbero comportati così. Magari avrebbero anche offerto una fetta di torta: quando il milione di siriani è arrivato in Germania c’erano tavolate intere piene di ogni ben di Dio.

Ma tutto questo, il comportarsi civilmente, al Capitan Coniglio non interessa. A lui interessa solo essere percepito come il più duro dei duri.

Di immigrazione non sa niente. Pensa che tutto si risolva impedendo a chiunque di entrare.

C’è un discorso molto bello di Meryl Streep che forse qualcuno riesce a recuperare. Fa l’elenco dei vari luoghi da cui arrivano i vari attori (Natalie Portman, ad esempio, è nata a Gerusalemme), e conclude: senza immigrati qui a Hollywood non ci sarebbe niente da vedere.

I francesi, tanto detestati da Salvini e Di Maio, per il nostro Carlo Rovelli (massimo studioso della gravità) hanno costruito un centro vicino a Marsiglia e glielo hanno affidato.

A Chicago una giovane ragazza siciliana, Anna Grassellino, dirige un gruppo di ricerca di trenta persone. Lei stessa racconta:

“Le notizie su Anna non sono tante. Curiosamente la pagina che Wikipedia le ha dedicato è in tedesco. Si apprende comunque che la ragazza, che è di Marsala, si è laureata a Pisa (dove verrà festeggiata dopodomani alla presenza di sindaco e rettore) in ingegneria elettronica nel 2005. Poi nel 2008 è volata negli Stati Uniti all’Università di Pennsylvania, dove ha ottenuto un dottorato in fisica.

Quindi è entrata al Fermilab di Chicago.  Che è uno dei migliori centri al mondo per lo studio delle particelle, gestito dall’università di Chicago e dedicato al nostro Enrico Fermi, che là insegnò dopo la fuga dall’Italia e prima di andare a Alamogordo nel New Mexico per lo sviluppo della prima bomba atomica. Proprio a Chicago, fra l’altro, sotto le tribune del campo da basket, Fermi produsse i materiali radioattivi utilizzati poi per la bomba. I suoi colleghi stavano sugli spalti con secchi pieni di bario da gettare eventualmente sulla reazione: nessuno infatti sapeva che cosa sarebbe successo. Solo Fermi era stato rassicurante.

Per fortuna i secchi di bario non furono necessari e la riuscita dell’evento scientifico fu festeggiata stappando un fiasco di Chianti, firmato poi da tutti gli scienziati e conservato da uno di loro. Quando il Fermilab fu inaugurato, come madrina gli scienziati vollero chiamare la signora Laura Fermi, vedova del nostro premio Nobel.”

Questo è il mondo di oggi, Capitan Coniglio. Non so se in Val Brembana vi è giunta qualche eco. Aggiornatevi.

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