CAPITAN CONIGLIO Il mondo, da Chicago a Marsiglia, è pieno di italiani straordinari. Noi, qui, abbiamo un poveraccio che battaglia contro 47 sfortunati.

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CAPITAN CONIGLIO Il mondo, da Chicago a Marsiglia, è pieno di italiani straordinari. Noi, qui, abbiamo un poveraccio che battaglia contro 47 sfortunati.

Per sei mesi si è presentato come un supereroe della Marvel, Capitan Fracassa, decido tutto io, faccio tutto io, mi vesto da pompiere, da poliziotto, se vi si rompe un tubo in casa chiamate me. Sono pronto a farmi anche l’ergastolo, non arretro di un millimetro.

Al dunque, non appena tre magistrati hanno chiesto di processarlo per via delle sue rodomontate, si è trasformato in Capitan Coniglio: intimando ai 5 stelle di non votare la sua messa in stato d’accusa. Anche lui, cioè, vorrebbe difendersi non nel processo ma contro il processo.

Che dire di un uomo del genere? Che non è un uomo. Che non ha il coraggio delle sue azioni.

E che dire di quelli che, entusiasti, lo seguono come se fosse Gesù? Che sono dei signori che non stanno tanto bene.

Il paese è in recessione, sui mercati internazionali tira aria brutta, lo stesso ministro Tria confessa “Speriamo di non finire in recessione” (ci siamo già), ma loro applaudono questo instancabile cacciatore di immigrati (che non arrivano più).

I 47 migranti (che sulla Sea Watch educatamente chiamano “ospiti”) bastava farli scendere, offrire loro un riparo caldo e un caffè e poi discutere con l’Europa su che cosa farne. Un paese civile, un ministro civile, si sarebbero comportati così. Magari avrebbero anche offerto una fetta di torta: quando il milione di siriani è arrivato in Germania c’erano tavolate intere piene di ogni ben di Dio.

Ma tutto questo, il comportarsi civilmente, al Capitan Coniglio non interessa. A lui interessa solo essere percepito come il più duro dei duri.

Di immigrazione non sa niente. Pensa che tutto si risolva impedendo a chiunque di entrare.

C’è un discorso molto bello di Meryl Streep che forse qualcuno riesce a recuperare. Fa l’elenco dei vari luoghi da cui arrivano i vari attori (Natalie Portman, ad esempio, è nata a Gerusalemme), e conclude: senza immigrati qui a Hollywood non ci sarebbe niente da vedere.

I francesi, tanto detestati da Salvini e Di Maio, per il nostro Carlo Rovelli (massimo studioso della gravità) hanno costruito un centro vicino a Marsiglia e glielo hanno affidato.

A Chicago una giovane ragazza siciliana, Anna Grassellino, dirige un gruppo di ricerca di trenta persone. Lei stessa racconta:

“Le notizie su Anna non sono tante. Curiosamente la pagina che Wikipedia le ha dedicato è in tedesco. Si apprende comunque che la ragazza, che è di Marsala, si è laureata a Pisa (dove verrà festeggiata dopodomani alla presenza di sindaco e rettore) in ingegneria elettronica nel 2005. Poi nel 2008 è volata negli Stati Uniti all’Università di Pennsylvania, dove ha ottenuto un dottorato in fisica.

Quindi è entrata al Fermilab di Chicago.  Che è uno dei migliori centri al mondo per lo studio delle particelle, gestito dall’università di Chicago e dedicato al nostro Enrico Fermi, che là insegnò dopo la fuga dall’Italia e prima di andare a Alamogordo nel New Mexico per lo sviluppo della prima bomba atomica. Proprio a Chicago, fra l’altro, sotto le tribune del campo da basket, Fermi produsse i materiali radioattivi utilizzati poi per la bomba. I suoi colleghi stavano sugli spalti con secchi pieni di bario da gettare eventualmente sulla reazione: nessuno infatti sapeva che cosa sarebbe successo. Solo Fermi era stato rassicurante.

Per fortuna i secchi di bario non furono necessari e la riuscita dell’evento scientifico fu festeggiata stappando un fiasco di Chianti, firmato poi da tutti gli scienziati e conservato da uno di loro. Quando il Fermilab fu inaugurato, come madrina gli scienziati vollero chiamare la signora Laura Fermi, vedova del nostro premio Nobel.”

Questo è il mondo di oggi, Capitan Coniglio. Non so se in Val Brembana vi è giunta qualche eco. Aggiornatevi.

CAPITAN CONIGLIO Il mondo, da Chicago a Marsiglia, è pieno di italiani straordinari. Noi, qui, abbiamo un poveraccio che battaglia contro 47 sfortunati.ultima modifica: 2019-01-30T16:44:05+01:00da bezzifer
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