PINOCCHIO ALTRO CHE DARE LA COLPA AL GOVERNO RENZI GENTILONI PER LA RECESSIONE ATTUALE PERCHÉ NON GUARDI AL Flop del decreto dignità

Risultati immagini per DI MAIO PINOCCHIOFlop del decreto dignità: aumentano i contratti a termine, diminuiscono quelli stabili.I dati Istat riferiti all’ultimo mese del 2018 fanno segnare una risalita dei contratti a tempo e una contrazione di quelli a tempo indeterminato, mentre continuano a crescere gli autonomi. Soffre ancora la classe d’età dei 25-34enni

Crescono i contratti a termine, diminuiscono quelli a tempo indeterminato. Il giro di vite sui rapporti di lavoro a tempo del decreto dignità targato Cinque Stelle, a quanto pare, non ha portato i frutti voluti dal governo. Gli ultimi dati Istat, riferiti a dicembre 2018 registrano una crescita dei dipendenti a termine (+1,5%, pari a 47mila unità in più), che tornano a salire dopo due mesi di calo, e degli indipendenti (+0,2%, pari a 11mila unità in più). In discesa netta invece i contratti stabili, ai quali il governo puntava, che si riducono di 35mila unità in un mese (-0,2%).

Un mix dovuto ai contratti stagionali del periodo natalizio e alle nuove regole più strette sulla stipula di contratti a termine, che potrebbe aver guidato nel frattempo a una risalita degli autonomi: a contatti fatti, mentre i dipendenti aumentano di 12mila unità, nello stesso mese gli indipendenti salgono di 11mila unità. Una crescita quasi eguagliata. Di contro, i contratti stabili arretrano, forse anche in attesa degli incentivi annunciati nella manovra economica a partire dal nuovo anno.

In totale l’occupazione fa registrare una debole crescita (+0,1%, pari a 23mila unità) tra novembre e dicembre. Continua a calare la disoccupazione, con 44mila disoccupati in meno, concentrati tra gli uomini e gli over 35: la contrazione è pari a 0,3 punti sia tra i 35-49enni e tra i 50-64enni. Ma cresce, seppure di poco, il tasso di disoccupazione giovanile, che risale al 31,9%. In discesa anche gli inattivi, in tutte le classi d’età tranne una: quella dei 25-34enni, tra i quali quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano sono aumentati di 28mila unità in un mese.

È tra i 25 e i 34 anni, la fascia di ingresso e stabilizzazione nel mondo del lavoro, che continua a concentrarsi gran parte del disagio lavorativo italiano. Nell’ultimo mese il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età tranne tra i 25-34enni, per i quali si registra un calo di 0,4 punti percentuali. Che significa: 31mila occupati in meno. E lo stesso accade per il tasso di inattività, che scende nelle classi di età estreme ma cresce di 0,4 punti, 28mila unità in più, per i 25-34enni. Su base annua le cose non vanno meglio: il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età ad eccezione dei 25-34enni e il tasso di inattività aumenta solo tra i 25-34enni mentre diminuisce in tutte le altre classi di età.

Quella che viene fuori, insomma, è ancora una scarsa partecipazione delle classi più giovani a un mercato del lavoro debole, con dati positivi concentrati soprattutto tra gli over 50. Un cambiamento fisiologico in atto che il decreto dignità non è riuscito a invertire: nei dodici mesi la crescita degli occupati si concentra tra i lavoratori a termine (+8,9%, pari a +257 mila unità), con un lieve aumento anche degli indipendenti (+0,6%, pari a +34mila), mentre calano i dipendenti a tempo indeterminato: 88 mila in meno in un anno.

PINOCCHIO ALTRO CHE DARE LA COLPA AL GOVERNO RENZI GENTILONI PER LA RECESSIONE ATTUALE PERCHÉ NON GUARDI AL Flop del decreto dignitàultima modifica: 2019-01-31T17:04:31+01:00da bezzifer
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