SEI SU SCHERZI A PARTE.Reddito di cittadinanza e Quota 100, due prese in giro buone solo per la campagna elettorale

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Reddito di cittadinanza e Quota 100, due prese in giro buone solo per la campagna elettorale

Dovevano essere due rivoluzioni copernicane. E invece ci ritroviamo con uno sgravio contributivo alle imprese che assumono e una finestra di prepensionamento, a tempo e con penalizzazioni. Solo marketing, per qualche voto in più. Agli elettori gialloverdi evidentemente va bene farsi fregare

L’unica possibilità è che gli elettori di Cinque Stelle e Lega siano vittime consapevoli della truffa, che sappiano benissimo che è tutta scena per prendere qualche voto in più alle europee, e che per ora gli vada benissimo così. Perché altrimenti non si spiega perché non siano già in piazza, o davanti alla televisione, comunque con la bava alla bocca e il forcone in mano, per chiedere spiegazioni a chi gli parlava di reddito di cittadinanza e di demolizione della legge Fornero.

Perché più passa il tempo, più alle due rivoluzioni di Lega e Cinque Stelle manca solo lo striscione “Sorridi! Sei su Scherzi a Parte”. Ci sarebbe stato bene, ieri pomeriggio, nell’auditorium Enel ricoperto di giallo e di blu in ossequio ai pentastellati, mentre presentavano il sito internet del Reddito e la mitica card numero 1, «come quella di Zio Paperone», E mentre lo show scorreva via, in televisione e sui social, a qualcuno sarà venuto in mente Beppe Grillo, quando parlava di reddito di cittadinanza come della panacea per combattere la fine del lavoro. O di quando se ne se ne stimava il costo in 15 miliardi all’anno.O ancora, quando si immaginava di spendere 2,3 miliardi per rifare i centri per l’impiego e dare vita finalmente a delle politiche attive sul modello di quelle europee, con la Germania come esempio da seguire.

Ieri, show all’americana ed enfasi a palate per una legge che vale 6 miliardi all’anno e non 15. Che ha una platea di beneficiari stimata dall’Istat in 2,7 milioni di persone, la metà dei 5 milioni promessi da Di Maio. Che non mette un soldo per i centri per l’impiego e che assomiglia terribilmente a uno sgravio contributivo per le imprese che assumono, come quello di Renzi del 2015

Ieri, show all’americana ed enfasi a palate per una legge che vale 6 miliardi all’anno e non 15. Che ha una platea di beneficiari stimata dall’Istat in 2,7 milioni di persone, la metà dei 5 milioni promessi da Di Maio. Che non mette un soldo per i centri per l’impiego e che assomiglia terribilmente a uno sgravio contributivo per le imprese che assumono, come quello di Renzi del 2015. È Di Maio stesso a dirlo: «Il reddito lo abbiamo costruito intorno alle imprese italiane – spiega -, 18 mesi di sgravi per ridurre il costo del lavoro». Altro che nuovo welfare, altro che rivoluzione copernicana: siamo alla solita mancetta per le imprese per le imprese che già avrebbero assunto e che a Renzi esplose in mano, con un costo stimato tra i 15 ai 20 miliardi. Più che una rivoluzione, un film già visto.

Lo stesso vale per Quota 100. Che ancora ieri, a Quarta Repubblica su Rete Quattro, ospite di Nicola Porro, rivendicava con orgoglio di aver smontato la legge Fornero. Peccato che Quota 100 non smonti un bel nulla, ma sia una finestra di prepensionamento, con penalizzazioni per chi ne approfitta, e che rimarrà aperta per soli tre anni, dal 2019 al 2021, giusto il tempo di conquistarsi la gratitudine eterna (e i voti) di 500mila nuovi pensionati, che ci costeranno dai 40 ai 70 miliardi da qui al 2026 – dipende dalle stime – e che produrranno, sono parole di ieri di Tito Boeri dell’Inps, un aumento del debito implicito di circa 30 miliardi di euro, dieci all’anno. Anche in questo caso, tutto fa brodo per consolidare la forza elettorale della Lega.Domani è un altro giorno, presumibilmente con la legge Fornero – vero argine al dissesto finanziario del Paese – ancora lì a determinare chi debba andare in pensione e chi no. Altro giro, altra rivoluzione mancata, altra operazione di marketing. Ma agli elettori gialloverdi piace farsi fregare, evidentemente.

SEI SU SCHERZI A PARTE.Reddito di cittadinanza e Quota 100, due prese in giro buone solo per la campagna elettoraleultima modifica: 2019-02-05T09:43:58+01:00da bezzifer
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