Archivio mensile:febbraio 2019

Certo che Zingaretti e sponsorizzato da grillo che gli ha messo a disposizione i suoi mezzi, Giachetti, non si vede mai in TV come invece accade sia per Zinga che Martina GIACHETTI HA SOLO NOI, CHE SAREMO ANCHE SCONCLUSIONATI ,MA CI SIAMO

Giachetti si è preso la “bestiolina” di Renzi: così il candidato alla segreteria Pd ha vinto la battaglia sui social.Come funziona la macchina che ha portato il turborenziano a superare nelle interazioni gli avversari nella gara virtuale sui social.

Se le primarie di domenica prossima si giocheranno sulla capacità o meno di Nicola Zingaretti di superare (e di quanto) la soglia minima del 50% più uno, la campagna sui social ha visto un attivismo più incisivo di sostenitori di Roberto Giachetti e Anna Ascani, seguiti da quelli di Maurizio Martina e, in coda, lo stesso Zingaretti. Il deputato romano ha visto crescere del 70% le interazioni sui suoi profili social, mentre la sua compagna di ticket le ha più che raddoppiate rispetto al periodo pre-congressuale.

Cosa c’è dietro questi dati? Una macchina ben collaudata che ha cambiato il pilota ma non i pezzi. Fuor di metafora, al minimo input che può partire spesso da Anna Ascani o da Luciano Nobili in una chat riservata, si mobilitano decine di attivisti allevati alla corte della war room renziana, soprattutto in occasione del referendum costituzionale del 2016. Grandissima parte di ciò che è nato in quella occasione si è trasferito ora al fianco di Giachetti, con gli stessi metodi, gli stessi bersagli (“quelli di prima” che diventano “gli scappati di casa”, i Cinquestelle) e lo stesso entusiasmo, anche quando può apparire sconnesso dalla realtà.

Certo che Zingaretti e sponsorizzato da grillo che gli ha messo a disposizione i suoi mezzi, Giachetti, non si vede mai in TV come invece accade sia per Zinga che Martina
GIACHETTI HA SOLO NOI, CHE SAREMO ANCHE SCONCLUSIONATI ,MA CI SIAMO.

Certo e Assurdo!. Tutta la macchina antirenziana è in moto per promuovere una pera cotta, burattino del giuda Da Lema. Intervista a tutto spiano, continuamente il vile bersani che fa campagna a favore di Zinga, Da Lema che si esprime in persona, il HF e la sua pessima direttrice che inventano falsi articoli con il solo scopo di distruggere Renzi a far cadere il voto su ectoplasma scodinzolante Zinga che promette il rientro a tutti i giuda colpevoli della caduta del PD e la vittoria grillofascista. Vergogna, traditori della sinistra

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Renzi attacca M5S e Lega.E PUR TROPPO E L’UNICO CHE FA OPPOSIZIONE AL REGIME GIALLOVERDE.

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Renzi attacca M5S e Lega: ‘Con il vostro linguaggio di odio, non fate paura al Pd, ma agli italiani e agli investitori stranieri’

“Chi dice a me che devo essere impiccato non fa paura al gruppi del Pd, ma con quel linguaggio crea una situazione di disagio al Paese”.

Lo ha affermato Matteo Renzi, nel corso del suo intervento in Aula al Senato per annunciare il voto contrario del Pd al Decretone.

“Quando il ministro dello sviluppo economico va dai gilet gialli, dalla Francia più militare, spaventa gli investitori internazionali, quando voi continuate a dare messaggi sbagliati sullo spread portate via il risparmio delle famiglie. Voi non fate paura a noi, state facendo paura agli italiani, cambiate strada prima che sia troppo tardi” ha spiegato.

Lo sguardo che “noi, verso l’Italia, abbiamo come Partito democratico è di affetto, di chi porta dei risultati perché quando abbiamo governato noi i posti di lavoro sono aumentati e mi auguro che voi facciate meglio di noi, ma il punto fondamentale è che questo sguardo di affetto si scontra con un linguaggio di odio” ha proseguito il senatore dem.

“Un linguaggio di odio che viene espresso sui social, un linguaggio di odio che non può permettere al vostro gruppo di avere all’interno del gruppo chi dice che un senatore deve essere impiccato, questo è un linguaggio d’odio dal quale voi dovete prendere le distanze” ha aggiunto.

“Anche da parte dell’ufficio di presidenza ci deve essere più forza nello stigmatizzare questo linguaggio, perché è un linguaggio che produce danni per gli uni e per gli altri” ha detto ancora Renzi.

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Il “mostro De Angelis” è eccezionale. Un’intervista basata, di fatto, su una sola domanda: che fa se Renzi se ne va. Per essere un giornalista un po’ troppo monotematico. E’ la quinta intervista in una settimana sullo stesso tema. Con tutti i problemi che ha l’Italia lui è fermo a Renzi. Molto peggio di un’ossessione. #èmessomale

Luca Lotti all’Huffpost: “Non lascio il Pd in ogni caso”

Lo strappo dell’ex sottosegretario: “Renzi non esce, nel caso io resto”. Su Giachetti: “Sono in disaccordo con lui, fa come chi in passato è andato via”. E a Zingaretti dice: “No a Pd brutta copia dei Ds” By Alessandro De Angelis

Il sorcino pelatino spera nel ritorno della rancorosa e reazionaria ditta del suo capo baffino killer della sinistra attraverso il matusalemme Zingaretti. Sarebbe la morte annunciata del PD. Contento il rancoroso sorcino pelatino contenti tutti .

Mi sono dimenticato di rilevare questa introduzione rettiliana. Un inizio volto a screditare chi si intervista prima che l’intervista abbia luogo. Tecnica travagliesca.

Ma che brutta persona è De Angelis. Del resto basta guardarlo dal vivo su YouTube e vedere come si muove e come parla.“Ecco Luca Lotti, braccio destro e sinistro di Matteo Renzi, seduto in un angolo della Galleria dei Presidenti, il luogo più appartato della Camera. Sguardo inchiodato all’iPhone, compulsato quasi ossessivamente.”

Lotti gli ha risposto per le rime, come già aveva fatto Ermini (dato che già lo conoscono), ma De Angelis non cessa di ripetere le stesse insinuazioni, le stesse falsità e di fare la sua campagna contro il renzismo in maniera aperta o subdola.

Da incorniciare l’ultima risposta di Lotti. Il quale esprime le sue idee in maniera aperta e, direi, limpida. Il giornalista, invece, era a caccia di preservativi usati e di tracce seminali per provare un qualsiasi adulterio da parte di qualsiasi renziano. Se poi trovasse tracce di sangue, urlerebbe all’omicidio. De Angelis ripete fino alla noia le stesse insinuazioni su Renzi! Non si riesce ad uscirne fuori ! Se intervista Kim Jong Un gli farebbe le stesse domande su Renzi ! Al ridicolo ed al farsesco non c’è mai fine con De Angelis! Caro De Angelis la sua intervista mi ha confermato, ancora una volta, la vostra ossessione è Renzi ma La ringrazio perché mi ha fatto conoscere meglio Luca Lotti che da oggi stimerò di più.

De Angelis,su Huffpost sei sprecato, Travaglio ti accoglierebbe a braccia spalancate anche se è vero non c’è cosi tanta differenza.De angels il fatto di attaccare in modo così meschino ed indegno RENZI. mette in evidenza che personcina sei, ti piacerebbe essere come lui? Rassegnati non lo sarai mai e continua a nuotare nel tuo fango

Mettiamo, per assurdo, che il P.C.I. 2 ( oppure partito socialista non craxiano, come lo chiami…e te credo…) venga alla luce, probabilmente nascendo con i piedi in avanti e cianotico per il ritardo e si presenti alle prossime elezioni, raccogliendo quel tanto di voti (per me, non in doppia cifra). Quanto a lungo bisognerà aspettare prima che questi trinariciuti riformati si spacchino accusandosi reciprocamente di essere di destra oppure, semplicemente, qualora per ventura o per sventura riuscissero ad andare al governo alleandosi con chicchessia, facciano mancare i voti come l’infame e infausto Bertinotti o vadano in piazza a protestare contro il governo di cui fanno parte come i Ferrero & C?

SINISTRATO tu sei rimasto all’incirca agli anni ‘70 e alle Feste dell’Unita’, non vuoi un’altra DC, ma fu proprio la DC a permettere, in qualche modo, al PCI di accalappiare qualche poltrona e fabbricare inciuci di varia natura.

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Giovani, istruiti e disoccupati: ecco come l’Italia tratta le migliori menti che ha. E perché se la merita, la recessione

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I dati del rapporto annuale Istat sul lavoro sono sconfortanti: in Italia le menti migliori sono sotto occupate o fanno lavori per cui sono troppo qualificate. E quando non ne possono più scappano. Gli incentivi all’occupazione? Solo una droga che non serve a nulla.

Cosa pensereste, se l’Arabia Saudita regalasse il petrolio che estrae dal sottosuolo? Che sono impazziti, molto probabilmente. Ecco, noi italiani non abbiamo petrolio nel sottosuolo. Al contrario, siamo un Paese che da sempre trasforma e che nutre il suo benessere del capitale umano che è in grado di formare. Sono i cervelli, il nostro petrolio. Solo che non lo utilizziamo, o lo sprechiamo per scopi inutili, o lo regaliamo all’estero. Non lo racconta uno stormo di gufi d’assalto, sia chiaro. Sono parole e musica dell’Istat, Inps, Inail, Anpal e Ministero, vergate nero su bianco nel loro rapporto annuale sul mercato del lavoro. Un rapporto che è utile soprattutto a capire quanto siamo causa del nostro male e quanto siamo masochisti nell’inventarci alibi che sotterrino le nostre responsabilità, nella speranza che svanite le colpe, svanisca pure il male.

Tant’è: dice il rapporto che l’Italia per raggiungere i livelli occupazionali dell’Europa Occidentale dovrebbe avere circa 4 milioni di occupati in più. E che questo gap occupazionale – toh! – riguarda soprattutto i lavoratori qualificati, in particolare le lavoratrici qualificate. Vuol dire che ne fabbrichiamo troppi, di laureati? Al contrario: vuol dire che ne fabbrichiamo troppo pochi e che non diamo loro le posizioni apicali tali da saper riconoscere ulteriori talenti e metterli in condizione di esprimersi al meglio. Non a caso – secondo disastro – siamo un Paese in cui più di 5 milioni e mezzo di persone risultano essere occupati sovraistruiti. Persone, cioè, che hanno un titolo di studio molto superiore rispetto alle mansioni a loro richieste. Tanto per dare altri due numeri, è sovraistruito un laureato ogni tre. Una cifra in continua crescita, dice l’Istat: perché le competenze dei giovani continuano a crescere e la qualità del lavoro in Italia continua a rimanere al palo.

Siamo un Paese in cui più di 5 milioni e mezzo di persone risultano essere occupati sovraistruiti. Persone, cioè, che hanno un titolo di studio molto superiore rispetto alle mansioni a loro richieste. Tanto per dare altri due numeri, è sovraistruito un laureato ogni tre

Tutto questo non è privo di conseguenze: se sei disoccupato o sei occupato sovraistruito, e se continui a esserlo nonostante il tempo passi, la volontà di scappare altrove, dove ci sono mercati del lavoro normali, che valorizzano il talento, diventa fortissima. E infatti un dottore di ricerca ogni cinque, a quattro anni dal conseguimento del titolo, vive e lavora all’estero. Magari in un’università, che altrove assorbe il 13% dei dottori, mentre da noi solo il 4,3%, o in un centro di ricerca pubblico (7,4% contro 2,4%). A proposito di generazione di nuova conoscenza e di propensione all’innovazione.

Non bastasse – suicidio finale – dopo aver pagato per formare gli studenti, incapaci di dar loro una prospettiva, paghiamo le imprese affinché li assumano. L’abbiamo fatto con Renzi, nel poderoso piano di decontribuzione del 2015, lo facciamo ancora oggi con il reddito di cittadinanza, che promette alle imprese di trasferire loro l’assegno che sarebbe spettato al disoccupato, qualora decidessero di assumerlo. Tutte droghe che permettono ai ministri di dire che l’occupazione è aumentata, certo, fine a che gli incentivi non finiscono. E allora, ops, le imprese tornano a non assumere, le giovani menti a scappare all’estero, la produttività a stagnare, e l’economia a vivacchiare attorno alla crescita zero. Se ci pensate, e pensate che letteralmente, buttiamo via cervelli perché non sappiamo che farne, è roba da uscirci matti.

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No, Pisapia non è il Sanders o il Corbyn italiano: è solo l’ultima figurina di una vecchia sinistra senza idee

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No, Pisapia non è il Sanders o il Corbyn italiano: è solo l’ultima figurina di una vecchia sinistra senza idee quello che serve non è centrosinistra per vecchi.serve un centrosinistra dei giovani e per i tempi moderni.

Mentre in America i due grandi vecchi dei laburisti e dei democratici hanno trasformato i loro partiti in forze radicali (e potenzialmente vincenti), da noi si richiama Pisapia senza mezza idea, come mero atto simbolico. Epitaffio di una sinistra che vuole solo sembrare più radicale di così.

La mossa a sorpresa del Partito Democratico, per uscire da una crisi che nemmeno il Chelsea di Sarri, è stata la richiamata in servizio di Giuliano Pisapia. Dell’ex sindaco di Milano avevamo perso le tracce da un po’: precisamente, da quando aveva abbandonato l’avventura di Campo Progressista, l’ennesima “casa” che avrebbe dovuto accogliere tutte “le anime” del centrosinistra italiano, di gran lunga più numerose delle braccia della dea Kalì.

Su quali fossero state le difficoltà concrete che impedirono a quell’esperienza di concretizzarsi sappiamo poco, ma del resto quando c’è di mezzo Pisapia si entra sempre in una specie di Area 51, dove i misteri abbondano e le spiegazioni latitano. Stiamo ancora aspettando di capire perchè Giuliano rifiutò di candidarsi a Sindaco di Milano per un secondo mandato, perchè la sua vice Ada Lucia De Cesaris, secondo molti in predicato di raccoglierne l’eredità, si dimise per una delibera su un’area cani del quartiere Santa Giulia, o perchè non appoggiò il suo assessore al welfare Majorino che bene aveva fatto su un tema cruciale come quello dell’accoglienza.

In ogni caso, la figura delll’anziano Cavaliere Jedi pronto a combattere la battaglia decisiva non è un’esclusiva italiana: anche in Inghilterra e negli Stati Uniti gli Jedi vanno per la maggiore, basti pensare a Jeremy Corbyn e Bernie Sanders, due Maestri Yoda alla guida di una generazione di ribelli assai più radicale di quella che l’ha preceduta, perfettamente rappresentata dal passionarismo glamour di Alexandria Ocasio-Cortez.

In Inghilterra, Corbyn ha riscritto la storia del partito laburista nel giro di tre anni, trasformandolo nella forza più socialista e radicale che si è mai vista in Europa negli ultimi quarant’anni. Corbyn inizia i comizi chiamando i sostenitori comrades, compagni, parola che prima di lui si credeva riposta definitivamente nel ripostiglio della Storia. È in parlamento da 35 anni durante i quali ha votato contro il suo partito per ben 428 volte: un giorno è intervenuto per dire che Tony Blair, il suo leader, avrebbe dovuto essere processato per crimini di guerra.

Mentre le sue posizioni sui temi sociali cari alla sinistra politcamente corretta, quella ridotta a un’associazione culturale che parla sempre di “diritti” ma mai di “lavoro”, sono tutto sommato moderate, lo stesso non si può dire delle sue idee in materia economica. Le sue proposte principali consistono in una tassa del 50% sui redditi superiori alle 120 mila sterline, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, una norma che obblighi i Ceo di ogni impresa pubblica a guadagnare al massimo 20 volte in più rispetto al salario dell’operaio meno pagato e un piano di investimenti-monstre nel settore pubblico per rendere il college gratuito per tutti.

 Non parliamo di un cambiamento, parliamo di un’inversione a U, inconcepibile fino a poco fa eppure molto simile a quella messa in atto da Bernie Sanders fin dal 2013. È di ben sei anni fa, infatti, la clamorosa dichiarazione di guerra del vecchio Senatore del Vermont contro il cambiamento climatico, che da allora è diventato il principale cavallo di battaglia della sinistra radicale americana, l’unica con oggettive chance di giocarsela con Trump nel 2020. Un impegno che si accompagna alla proposta-choc di aumentare la tassazione fino al 70% sui grandi redditi. Solo dieci anni fa, in un Paese refrattario alle tasse al punto da aver ideato il cervellotico sistema delle mance, proporre un’idea del genere avrebbe voluto vincere un soggiorno Tso, eppure oggi quella proposta ha costituito l’argomento principale della Ocasio-Cortez durante la sua vittoriosa campagna elettorale. E poi c’è il monumentale progetto di assistenza sanitaria gratuita per tutti e quello di procedere, finalmente, alla riforma della legge elettorale: tutta roba talmente fuori dagli schemi che alle elezioni del 2016 fu lo stesso partito Democratico a sabotare il vecchio Bernie, impedendogli di arrivare alla nomination.

Insomma: che si tratti di Corbyn o di Sanders, i loro sostenitori possono elencare, in qualunque momento, almeno tre proposte forti, radicali e identitarie al punto da rivelare chiaramente quale tipo di sinistra, di società e di pianeta abbiano in mente.

E Giuliano Pisapia?
Quali sono le sue proposte concrete per cambiare l’Italia e l’Europa? Qual è la grande idea di futuro con cui si ributta a capofitto nell’agone politico?

Non parliamo di dichiarazioni di intenti, di “valori”, di tutte quelle gare di eufemismi di cui gli esponenti di sinistra di casa nostra, dai tempi delle “convergenze parallele”, sono primatisti mondiali. Parliamo di contenuti. Purtroppo non lo abbiamo capito, e non pensiamo nemmeno sia colpa di Pisapia. Dal 4 marzo dell’anno scorso ad oggi, mentre nel mondo si assisteva ad un fermento come non lo si vedeva da tempo – basti pensare al fenomeno delmillennial socialism – da noi la sinistra è rimasta confinata nella palude del parlarsi addosso, della guerra di logoramento tra mezze calzette, dello stallo alla messicana aspettando di capire quale fosse il cavallo favorito per saltargli in groppa.

Hanno mescolato e rimescolato un mazzo di figurine già visto, sparpagliandole sul tavolo ogni volta in ordine diverso, sperando di trovare all’improvviso la quadratura del cerchio. Il problema è che, come dimostrano Corbyn o Sanders, non si tratta di una questione di figurine. Entrambi si sono guadagnati un ruolo di primo piano non perchè “coprono un’area”, non perchè sono “posizionati bene” ma perchè propongono un’idea di futuro che convince una massa di elettori esasperata dagli squilibri sociali, dalla scomparsa del ceto medio, dalla diminuzione costante del reddito. Non sono le facce, non importa se i leader siano vecchi o giovani o nuovi o famosi o uomini o donne o gender fluid. Quello che conta sono le idee e negli ultimi anni, dalla sinistra italiana, di idee non ne è venuta fuori manco mezza. L’ultima proposta che esprimeva una scelta di campo netta è stata lo ius soli, e si sa che fine ha fatto. Da allora il nulla.

In America la sinistra fa la guerra a un gigante come Amazon nel nome dei diritti dei lavoratori, nel Regno Unito Corbyn propone di rinazionalizzare le ferrovie e le poste. A prescindere dal merito delle proposte, colpisce che nel frattempo in Italia si discuta dell’audio di Richetti, o per l’appunto del ritorno di Pisapia, senza capire perché. Più che le primarie aperte a tutti, forse gli conviene organizzare una partita del Mercante in Fiera tra di loro. E poi, dopo aver visto i risultati, riposizionarsi di conseguenza. Saltando direttamente sulle scialuppe di salvataggio.

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Caro regime gialloverde non sono i teatri di Renzi a doverti preoccupare.Preoccupati del consenso!perché!Il consenso è una puttana. Così come entra rapidamente nella tua camera, rapidamente esce ed entra in un’altra.

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Caro regime non sono i teatri di Renzi a doverti preoccupare

Vedo un regime altamente allarmato dal fatto che Renzi in questi giorni per presentare il suo nuovo libro riempia teatri e anche le piazze antistanti (sì, la maggior parte della gente rimane fuori).

Vorrei tranquillizzarli. Non è cambiato niente, gli aficionados non sono mai venuti meno. Non sono venuti meno prima, come i giornali volevano farci credere, non stanno crescendo ora, come i giornali temono.

Il problema è uno solo, il consenso si misura in milioni di persone, non nelle migliaia che entrano nei teatri. Un particolare che mi piacerebbe ricordare anche ai nostalgici, che quando riescono a riempire una piazza, pensano già di aver vinto le prossime elezioni. Che poi mi viene da ridere, perché ad esempio, se guardo una foto di una manifestazione di Roma, ci rivedo le stesse facce, magari un po’ incanutite, anche un po’ patetiche, ma sempre gli stessi.

Vale come sempre, una manifestazione può anche essere straordinaria e muovere 50.000 persone, ma la differenza la fanno i 5 milioni.

E vorrei dirlo anche agli altri, quelli che pensano di avere tutta la ragione dalla loro parte per via che sono stati votati. Il consenso è una puttana. Così come entra rapidamente nella tua camera, rapidamente esce ed entra in un’altra.

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Giachetti ha ragione ! Zingaretti detesta Renzi e vuole imbarcare i fuoriusciti di leu e rifondare un pci camuffato da PD.

Primarie Pd, Giachetti: "Renzi fondamentale per il partito. Io difendo anche la stagione del Jobs act. Se rientra Leu me ne vado"

Primarie Pd, Giachetti: “Renzi fondamentale per il partito. Io difendo anche la stagione del Jobs act. Se rientra Leu me ne vado” Il candidato dem ospite del videoforum di Repubblica.it: “Se viene presa una linea politica che va contro i miei valori, tolgo il disturbo”

Il ruolo di Renzi? “Sta diventando l’alibi e l’ossessione di tutti. Renzi non è un convitato di pietra, è una persona fondamentale per il Pd. E non si può dire che non stia dando il suo contributo come senatore del Pd”. E replica a Zingaretti: “Ha detto che io e Martina siamo rappresentanti di una stagione di sconfitte ma io non stavo neanche al governo allora”. Quindi, votare Giachetti per un ritorno di Renzi? “Lui non ha dato un’indicazione, lui ha deciso di stare fuori dalle primarie dicendo ‘vinca il migliore’. So solo che se avessimo eletto un segretario 7 mesi fa, non ci troveremmo senza un leader in questa fase. E io mi sono sempre battuto perché si arrivasse prima al Congresso”.

Nelle alleanze, perché non replicare le esperienze di Abruzzo e Sardegna, cioè l’allargamento a Leu e a partiti a sinistra del Pd? “Quello è un voto locale, ha avuto un peso l’autorevolezza dei candidati di centrosinistra, come Legnini e Zedda”, risponde. “Ma c’è una differenza fondamentale tra chi ha organizzato i comitati per il No al referendum e il sottoscritto. Io ho sempre rispettato le decisioni che vengono prese, anche quando non sono d’accordo. Faccio le mie battaglie e se perdo, poi mi adeguo” alle scelte della maggioranza. “Credo di aver dimostrato di essere uno che sa stare dentro un partito”. Cosa poitrebbe spingere Giachetti a lasciare il partito? “La politica non è una caserma: se viene presa una linea politica che va contro i miei valori e i miei principi, io tolgo il disturbo. Se noi scegliamo da una parte di fare un accordo con il M5s e aprire le porte a chi ha distrutto il partito io tolgo il disturbo”.

È mancata l’autocritica nel partito? “Noi l’autocritica la stiamo facendo da un anno – risponde – se non avessimo aspettato meno non ci saremmo trovati senza un leader legittimato. Io ho sempre detto che non bisognava aspettare tanto”.

Giachetti è uno dei pochi che ci  mette l’anima nel fare politica . Questa sua passione gli è sorta sin dai tempi della sua militanza radicale e l’accompagna tuttora.Oggi la sua colpa è di essere renziano ma fino ad un anno fa  l’ 89% all’interno  del Pd era renziano Purtroppo questo Paese non perdona chi perde. E allora bravo Giachetti.

Finalmente uno con le palle che rivendica i risultati dei passati Governi PD, Renzi e Gentiloni. Renzi può essere anche antipatico come persona ma ha messo in atto coraggiose riforme alcune, soprattutto quelle sui diritti civili, talmente di sinistra che prima nessuno aveva mai osato fare per non passare sotto le forche caudine del Vaticano. Per le altre riforme, quelle economiche, ci vuole molto più tempo ma i risultati erano molto incoraggianti soprattutto se paragonati a quelli che stanno avendo gli attuali scienziati al governo. Vi ricordo che la grande Angela Merkel ha vissuto per oltre un decennio di rendita grazie alle riforme fatte da Gerard  Schroeder che poi, come Renzi, fu mandato a casa dai tedeschi, soprattutto dalla sinistra tedesca.

CARO ROBERTO GIACHETTI: VOTO PER TE, non perchè sei il migliore dei 3 e nel PD come voi TRE ce ne sono almeno altri 64 preparati colti adeguati competenti e di Vera SX Dem. Progressista che gli altri partiti farebbero volentieri la permuta tre ad uno per avervi, mentre la Gente Vera di SX Democratica è onorata ed orgogliosa che la rappresentiate.

A proposito, quando le brevettiamo le immortali parole che mai in occasione più appropriata rivolgesti ai Bersani D’Alema Speranza?
VOTO PER TE per il motivo primario dei tempi che attraversiamo e per le assurde Lego-Grillodestromanie che abbiamo davanti anche se questi ultimi ormai sono al 7% in media nazionale, per le Emergenze che si stanno avvicinando, per continuare non solo la strada tracciata da Renzi ma anche il suo passo veloce entrambi oggi necessari come l’aria, e per altri1000 motivi. Oggi sei il più adeguato ma i Dem lo capiranno?

 

 

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DUELLO A DESTRA. SALVINI. In questi mesi ha avuto molto vento nelle vele, ma il vento come si sa, non si può comprare, e spesso cambia direzione.

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DUELLO A DESTRA Berlusconi insegue Salvini, che però pensa solo a scaricarlo per regnare da solo. Mentre a sinistra il Pd prosegue i suoi stanchi (e forse inutili) riti congressuali, la battaglia sembra spostarsi a destra, fra Salvini e Berlusconi, fra il giovane e il vecchio leone.

Non potrebbero essere più diversi. Berlusconi, che a sinistra a molti suscita l’orticaria, è comunque un signore che ha un posto nella piccola storia italiana. Ha realizzato una città satellite (Milano 2) semplicemente esemplare, ha inventato e lanciato la tv commerciale, assorbendo via via analoghe iniziative Mondadori (che poi ha comprato) e Rusconi. In più ha inventato la destra in politica. Nei momenti d’oro ha guadagnato per una decina di anni anche un miliardo di lire al giorno, dopo le tasse, e è stato il maggior contribuente italiano.

Non è stato, per la verità e qualunque cosa lui pensi, un grande governante. E infatti nel 2011 ha dovuto cedere il comando a Mario Monti perché stava andando tutto a rotoli. Comunque, Berlusconi ha una storia, imprenditoriale e politica.

Salvini, invece, è il nulla, come si usa adesso. Fa le prime esperienze politiche al circolo Leoncavallo (non proprio un’accademia di pensiero), poi scopre la Lega e fonda la corrente dei comunisti padani, una scemenza che dura pochi giorni. Poi consigliere comunale a Milano e eurodeputato.  Mai lavorato un giorno, ormai è un quarto di secolo che vive dei soldi che guadagna con la politica, insomma a nostre spese.

La questione nasce perché a un certo punto Berlusconi è stato buttato fuori dal Parlamento (in seguito a sentenze della magistratura) e dalla politica. Adesso è rientrato, ma intanto la sua creatura, Forza Italia, si é molto afflosciata, viaggia sotto il 10 per cento. La Lega di Salvini, diventata nel frattempo razzista in misura francamente imbarazzante, nei sondaggi vola sopra il 30 per cento e governa con i 5 stelle, che invece continuano a perdere colpi.

Questi i personaggi in campo. Berlusconi continua a sognare che Salvini butti per aria il governo con i 5 stelle per fare un bel governo di centrodestra con lui: Salvini presidente e il maestro di Arcore vicepresidente.

Ma qui nasce l’intoppo. Salvini è ormai talmente gasato che non vuole più l’ingombrante Berlusconi fra i piedi, vuole fare da solo, con i 5 stelle (docili portatori d’acqua) o con i transfughi dei 5 stelle medesimi. Berlusconi, secondo Salvini, è un residuo della storia che a lui non interessa, un vuoto a perdere.

D’altra parte, nell’area berlusconiana si moltiplicano gli inviti a sconfessare Salvini: troppo razzista, troppo a destra, fuori da quell’area liberal-democratica e popolare alla quale ai seguaci di Silvio piace riferirsi.

Berlusconi, uomo paziente, continua a pensare che Salvini, prima o poi, andrà a bussare alla sua porta e che insieme faranno un governo. Ma si sbaglia. L’ex militante del Leoncavallo è convinto ormai di poter fare da solo, senza padri nobili da ossequiare.

Naturalmente sbaglia. I 5 stelle si stanno già sgonfiando e presto toccherà anche a lui. In Sardegna ha fatto il diavolo a quattro, ma è arrivato persino dopo lo stanco Pd e ha perso voti rispetto alle politiche.

In questi mesi ha avuto molto vento nelle vele, ma il vento come si sa, non si può comprare, e spesso cambia direzione.

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BRUXELLES BOCCIA REDDITO E QUOTA 100

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In arrivo rapporto ‘negativo’ della Commissione. E Roma sfida Bruxelles sulle banche: avanti sui risarcimenti ai risparmiatori truffati. Italia osservato speciale dell’Ue sul debito: il verdetto dopo le europee, Conte: “Conoscono la manovra, noi ci crediamo”

L’ingresso è domani. L’uscita dopo le europee: sempre che di uscita si tratti e non è affatto detto che vada così, viste le premesse. Da domani l’Italia entra ufficialmente nel tunnel di osservato speciale dell’Ue sul debito. Domani infatti la Commissione europea pubblicherà il suo rapporto sul Belpaese e sugli altri stati membri.

Giuseppe Conte : “…la Commissione europea conosce bene la legge di bilancio italiana per il 2019, avendola di fatto concordata con Roma a dicembre. Noi ci crediamo nella manovra e ne aspettiamo gli effetti positivi”….
Peccato, che la UE conoscesse il previsto PIL dichiarato (dall’1,5%) all’ 1% e che TUTTE LE PREVISIONI attuali aggiornate scontino una percentuale attorno allo zero. Chi si intende di numeri sa che il rapporto Debito (o anche deficit) / PIL peggiora (cioè aumenta !) quando il PIL diminuisce. Ma Conte prevede un futuro radioso. E poi si offende (l’unico stridore era la sede in cui avveniva il fatto) se lo tacciano di essere un burattino…..Per non parlare del “boom” previsto da DiMaio!!! Quando i nostri attuali governanti la smetteranno di prenderci in giro???

L’UE non crede alla manovra? Beh neanche noi ci crediamo… questi ci stanno portando al disastro oltre ogni misura solo per soddisfare il fumo venduto in campagna elettorale. I segnali della sfiducia si hanno dal voto delle ultime regionali… in particolare verso i penta……, ed è il risultato di questa politica di sfascio. Mai che si senta parlare di investimenti, di lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro… no! Si assiste solamente alla chiusura di cantieri, di chiusura dei negozi… vale a dire di perdita di posti di lavoro… Ma pensano alla patrimoniale, all’aumento iva… in sostanza all’aumento delle tasse… E’ questa la scelta di ciò che gli Italiani volevano? Poveri noi…

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L’asse Francia Germania, con il plauso di tutti i Paesi Nord Europei, ed anche mio!.. cerca di salvare il salvabile. Con i retrogradi Salvini, Orban e Kacsziìynki che sono il TARLO! dellEuropa! Capito?LORO SI IMPEGNATI A SPARTIRSI LE POLTRONE

Macron e Merkel vanno avanti senza di noi.Francia e Germania scrivono un “Manifesto” per guidare il rilancio della politica industriale Ue. Ma l’Italia, secondo paese manifatturiero europeo, non c’è.

Di questo dobbiamo sentitamente ringraziare questo Governo del Degrado e del Bullismo, che hanno solo l’arroganza e l’incompetenza degli arraffoni senza mestiere e senza dignità, annegati quotidianamente in un’ignoranza che sta affossando il paese.
Governo privo di qualsivoglia Programma di lavoro, senza di un’idea di paese e di civiltà.
Altro che trasparenza e dalla parte degli italiani ! Dalla parte dei loro biechi interessi, semmai. Il dramma risiede in un grande parte di popolazione profondamente senza cultura, rispetto e convinti che nella spavalderia becera risieda la loro dimensione esistenziale.

Politica industriale??? ma cos’è??? roba antidiluviana, noi abbiamo Giggino l’economista che prevede i booooom e Capitan Fracassa al motto di “prima di tutto Salvini” … e con questi due eroi sba-ragliamo il mondo … anzi, togliamo sba e ragliamo al mondo!!!

Basta sentire cosa dicono i SGOVERNANTI ITALICI NELLA LORO TOTALE INCOMPETENZA E IGNORANZA AFFERMANO BALDANZOSI.Ma se per stare nell’euro ti chiedessero il 20% di tutto quello che hai, compresa la casa di proprietà, saresti così contento di pagare? questa è la domanda a cui dovrete rispondere voi proeuro, dato che i tedeschi questa richiesta l’han già messa sul tavolo?

Io si visto che quel 20% l’ho perso non per colpa dei tedeschi ma per colpa dei politici italiani che hanno distrutto e stanno distruggendo una nazione. Le colpe sono interne non certo dei Tedeschi o Francesi i quali fanno giustamente i loro interessi, mentre noi stiamo a fare le lotte di quartiere e a fare il tifo per la partita.

Andate avanti così che stiamo andando alla grande, poi consolidiamo il debito svalutandolo del 50% per decreto come ha detto IL GENIO DELLA FINANZA DA GENOVA…POI DIREMO ne abbiamo prese una caterva di botte , ma ne abbiamo ANCHE date, bravi SETTE Più.

Bella stupidaggine, complimenti. Ma voi ce l’avete una vaghissima idea di quali e quante siano le voci nel settore industriale della bilancia dei pagamenti tra Italia e Francia Germania? Ma VOI lo sapete per esempio cos’e’ l’automotive o l’automazione industriale????

ED ECCO CHE LA LORO IGNORANZA FIORISCE PURE D’INVERNO DICENDOMI!

Si, la cosa per cui la ue si attacca al cazzo mentre tutto il resto del mondo abbandona il diesel per l’elettrico e sviluppa la guida autonoma, cose che tu probabilmente non sai cosa siano, tanto basta il motore a scoppio e si è all’avanguardia.

IGNORANTI  il VOSTRO ragionamento e’ balordo, a partire dalle balordissime considerazioni sul diesel, argomentate da pressioni commerciali e NON da considerazioni tecniche (ANDATEVI a studiare come funziona un motore diesel prima di ripetere a vanvera i fake su quanto inquinerebbe) e ancor più balordo e’ ritenere che andrebbe abbandonata l’attività industriale con l’automotive e l’industriale tedesco… e’ evidente che non AVETE idea di quel che scrivete

IGNORANTI voi le sparate alla grande ma il diesel rimane ancora il motore più efficiente e meno inquinante guardando le cose nella sua interezza. Basterebbe eliminare, è obbligare alla eliminazioni i mezzi inquinanti (vedi furgoni vecchi, auto vecchie eccetera) e già si guadagnerebbe tanto. Basterebbe ridurre il traffico pesante su gomma con una politica di trasporto merci e non con la giungla di oggi. E cosi via. Ma questo richiederebbe intelligenza e visione strategica. Cosa che è assolutamente assente. Basta internet per risolvere tutto. Peccato che i creduloni ci caschino di peso basta insistere sempre sulle stesse cose e trovare i cosiddetti influenzer ed il gioco é fatto.Perché questo governo di dementi non l’ha forse voluto il popolo beota? E allora il popolo beota stia lì in attesa del reddito di cicciopanza senza lamentarsi.

Quando questi non Italiani ma MARZIANI si sveglieranno dai loro deliri anti Francia, anti Germania, anti TUTTO, avranno (e avremo purtroppo) la testa pesante e le ossa rotte, come dopo una sbornia durata mesi mesi e mesi !!!

L’asse Renano (che oltre a Francia e Germania significa Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia e i Dominion tedeschi dei Paesi dell’est europeo) ha sempre spinto per costituire la “Corazzata Europa”. 
I paesi refrattari o in cronico ritardo, come l’Italia, se prima erano invitati a centralizzarsi nell’Asse Renano ora sono lasciati a sé stessi. 
La prolusione di Mario Draghi all’università di Bologna, le dichiarazioni di Tria, i discorsi di Boccia, questo articolo e le flebilii invocazioni di Berlusconi, la “politica” del PD, sono tutte nella direzione dell’asse Merkel-Macron. Chi ne resterà fuori tracheggiando, pur accettando in ginocchio (come fa questo governo, la direzione politico-economica-finanziaria di Bruxelles è destinato a essere stritolato. 
I 5stelle che proponevano la ridiscussione dei Trattati europei si sono piegati per incapacità e imbeccillità politica.
La Lega di Salvini, in perenna rincorsa elettoral-populista, è stata capace di farsi tutti nemici in Europa e cerca alleanze proprio con i Paesi di Visegrad che sono i primi a chiedere AUSTERITÀ, BILANCI IN ORDINE e che chiedono sottovoce che l’Italia vada fuori dall’Euro. 
Ciò costerà la testa a Salvini quando la LEGA NORD, quella vera attaccata col cordone ombelicale alla Germania, gli chiederà conto dell’isolamento politico-economico dell’Italia.

Ma anche se volessero interloquire ! ma con chi dovrebbero interloquire? Con un presidente del consiglio fantoccio impagliato? Con un ruspetta che sa solo grattare sulla falsariga della immigrazione e della separazione fiscale dei suoi elettori ladri ed evasori fiscali (la terra dei fuochi conserva le scorie di produzione del nord mica della sicilia)? Oppure di un gigetto ministro che non ha mai lavorato ma sa di tutto e di piú? degli altri manco a parlarne. Forse Tria ma ha altre gatte da pelare. Se penso che confindustria ha chiesto da mesi di parlare con lo pseudo ministro e non ci riesce che cosa si aspetta? Quindi chi ci sarebbe come interlocutore? Mattarella? Peccato é presidente della Repubblica e non può intervenire, sta già facendo troppo per sostenere questo governo di imbelli. QUESTO E IL DRAMMA NEL DRAMMA.Non dilettanti come sostiene il Grillo.. .ma veri e propri professionisti….dello scarafaggio però! Povera Italia, speriamo che esista ancora! Gigggino, abbi contezza delle tue potenzialità e ritirati a Fuorigrotta c è il San Paolo….lo stadio aspetta te!

 

 

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