SALVINI, MINISTRO DELLA PAURA Litiga con tutti, ormai schiavo del suo personaggio. Ma i conti lo fermeranno.

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Sia Beppe Grillo che Davide Casaleggio, due che in teoria non c’entrano niente perché mai eletti da alcuno, sostengono che Di Maio deve rimanere al suo posto. Si vede che hanno cominciato a capire un po’ la politica. Come possono i due “padri” liquidare il loro uomo-simbolo, la bandiera del Movimento?

Ci sarebbe però una soluzione. Una telefonata discreta a Di Maio con un consiglio: dimettiti.

Ma non lo faranno perché, per scarso e disastroso che sia, non hanno riserve. Hanno solo Di Battista, una specie di sbandato psicologico, un vagabondo. Poi c’è una platea di no-person, di gente raccattata qui e là, con difficoltà persino con la lingua italiana.

Il Movimento, cioè, è in caduta libera e i suoi creatori non sanno che cosa fare. D’altra parte, un partito che porta alla carica di ministro una segretaria d’azienda, dove volete che vada? O un piccolo avvocato di provincia, ex dj?

Agonizzanti i 5 stelle, imperversa Salvini. E qui la partita è più seria. Scartiamo subito la disputa se il capo della Lega sia o no fascista. Le parole interessano poco. Quello che conta è che Salvini ha deciso di rappresentare la destra, una destra impresentabile in Europa e totalmente inadeguata. Tutti, dall’Onu alla Commissione Ue, hanno bocciato le sue proposte. Ma lui va avanti. Di fronte all’avviso di sforamento dei conti, risponde impavido con progetti flat tax e altro che porterebbero a altri 100 miliardi di spesa.

Il sospetto che lui pensi, alla fine, di fare un prelievo forzoso sui depositi bancari degli italiani è a questo punto abbastanza reale.

Salvini continua a dire che lui si occupa degli italiani più bisognosi, ma non è vero. È una bugia. Lui fa una cosa molto più semplice: attraverso la crescita dei debiti, trasferisce il costo delle sue operazioni assistenziali sulle prossime generazioni (ma lui a quel punto sarà già uscito di scena).

In più, continua nella sua campagna indecente contro l’immigrazione (nella quale cadono anche molti soggetti di sinistra). Trascura di dire che l’Italia ha fatto, finora, una specie di miracolo: la maggior parte degli immigrati si sta integrando, lavora, in casa parlano italiano, i bambini vanno a scuola, sono cioè parte di noi. Basterebbe che andasse a fare un giro nel suo amato Nord Est per rendersene conto.

Ma Salvini la realtà non interessa. Lui vive in un mondo immaginario, pieno di negher con il coltello fra i denti, pronti a violentargli la morosa (ma quale?). I negher che tutte le mattine vanno a lavorare nelle acciaierie del bresciano non li vede.

La realtà, però, sta per sistemarlo. I conti non tornano. E tutti, da Mattarella ai mercati, cominciano a avere paura.

Alla fine, anche Salvini dovrà arrendersi.

SALVINI, MINISTRO DELLA PAURA Litiga con tutti, ormai schiavo del suo personaggio. Ma i conti lo fermeranno.ultima modifica: 2019-05-30T12:19:24+02:00da bezzifer
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