Fine vita, Consulta verso la sentenza. I medici cattolici fanno già obiezione di coscienza: “Siamo più di 4mila”

Quella che certi (solo alcuni per fortuna) cattolici chiamano un accelerazione della morte. io la vedo con un non rallentamento della morte, in cui si cerca di far soffrire meno possibile la persona. la tecnologia permette di sostenere battito e respirazione fino a livelli impensabili prima, ma tali fenomeni fisiologici per molti non sono piu vita. e il non rispettare tale idea, è operazione di violenza pura. per cui si ad una legge per accompagnare alla morte (in caso di tutta una serie di evidenze fisiologiche irreversibili e non per depressione e affini). ovviamente si all’obiezione di coscienza. ma anche si all’obbligo da parte delle autorità sanitarie locali di assumere almeno un numero minimo di medici non obiettori per ogni XXX abitanti (per garantire il diritto dei cittadini all’accesso a tale pratica).

Ecco un’altra cosa assurda: i medici obiettori. Se sono medici privati fanno come gli pare, se lavorano per il servizio sanitatrio nazioanle si dimettano. Se no è come se, al di fuori di ogni controllo i magistrati applicassero solo le leggi che vogliono, i militari non facessero le guerre che ritengono ingiuste, gli insegnati che insegnassero quello che gli pare, um autista di bus non volesse passare da certe strade, etc,etc. Già gli obiettori dell’aborto sono una cosa assurda. E poi com’è che a essere obiettori si fa carriera? Perciò!

Quelli che blaterano di obiezione di coscienza non si rendono conto del “vulnus” gravissimo che questa arreca allo Stato di diritto, la cui base è che “La legge è uguale per tutti”, un principio classico e a tutti noto. Invece, così si creano di fatto due ordinamenti giuridici diversi e incompatibili, uno per i laici e uno per i cattolici (e credenti di altre religioni integraliste), una cosa da medioevo e feudalesimo, non da Stato moderno. L’esempio lampante è la legge sull’aborto, diritto riconosciuto, ma di fatto non esercitabile o esercitabile solo con grandi difficoltà in vaste parti d’Italia. I cattolici non si rendono conto che il potere di interdizione che si sono ritagliati con l’obiezione di coscienza potrebbe ritorcersi contro di loro, infatti, prima o poi sarà inevitabile che i cattolici praticanti (e ovviamente anche gli adepti di altre religioni integraliste, prima di tutto l’Islam) siano esclusi dagli impieghi in servizi pubblici come misura di democrazia, perché i servizi pubblici, proprio perché pubblici, in una democrazia devono essere garantiti sempre ed a tutti, non possono essere lasciati all’arbitrio dei seguaci di organizzazioni (la chiesa cattolica, così come altre religioni) ovviamente estranee allo Stato (che se democratico è necessariamente laico) e non soggette ai principi democratici.

Purtroppo non è solo una questione di baciapile che abbondano in terra di papi. C’è anche l’interesse economico, molto cospicuo. La quantità di strutture sanitarie di proprietà di ordini ecclesiastici in Italia è enorme. Ricordo a Brescia almeno 5 su 9 strutture. Molto spesso sono ospedali o cliniche di buona o anche ottima qualità ma per entrarci e far carriera un medico non deve aver praticato aborti e men che mai eutanasie, se mai avremo una legge civile. Quindi ci sono tantissimi baciadenari, anche atei ed agnostici, tra le file dei medici che non obbediscono alle leggi dello stato e si nascondono dietro una falsa obiezione di coscienza per preservarsi la possibilità di lavorare in tali strutture, presenti in abbondanza nel Nord Italia in particolare. In un paese civile il datore di lavoro NON deve avere accesso ai dati sensibili di un cittadino, un professionista, per discriminarne o meno il diritto al lavoro. Sai gli 007 vaticani che gioia!