E’ TORNATO ROBESPIERRE: Lo Stato può prelevare i vostri soldi dai vostri conti correnti quando vuole e come vuole. Inoltre vi può spiare in ogni momento.

Risultato immagini per E' TORNATO ROBESPIERRESe il Pd non ritrova un  po’ nell’antico nerbo e coraggio, si renderà responsabile della distruzione di quel che resta di questa Repubblica.

Due fatti:

1- Il parlamento sta per approvare (domani) un decreto sulle intercettazioni che in pratica autorizza la magistratura a intercettare chiunque e dovunque. Persino usando i famigerati trojan. Virus che si infilano nel computer e che comunicano a terzi tutto quello che fate. I trojan andrebbero proibiti su scala mondiale, come le bombe al napalm. Invece il parlamento italiano li sta rendendo legali. Ci si domanda se i parlamentari italiani siano pazzi o semplicemente ignoranti. Sta di fatto che, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di questa cosa, niente sarà più come prima. Il vostro Iphone, iPad, computer: sarà tutto “aperto” nelle mani della magistratura e delle forze di polizia: sarà come parlare in piazza. Si dovrà tornare nei boschi, di notte, per avere un po’ di intimità.

2- Il secondo caso è ancora più grave, se possibile. Il capitalismo, e l’attuale benessere da esso generato, sono nati intorno al concetto di capitale. Se dovevo spedire una nave in India (o scavare una miniera nel Minnesota) raccoglievo capitali da cittadini danarosi e coraggiosi. Se andava bene, ok. Se andava male, quei soldi, quel capitale, era perso e tutto finiva lì. Oggi non è così. Stato e creditori, in Italia, possono inseguire i ”capitalisti” e rifarsi sui loro patrimoni personali. L’agenzia delle entrate (grazie alle disposizioni di qualche balordo) può prelevare soldi sui vostri conti correnti bancari, senza contradditorio e senza alcuna sentenza: va in banca e preleva quello che le sembra sia di suo diritto. Se i soldi della vostra impresa non bastano, attacca i vostri patrimoni personali.

Tutto ciò, quasi certamente, confligge e in modo pesante con l’articolo 42 della Costituzione, ma ormai della Costituzione non importa più a nessuno.

In sostanza: nulla di ciò che possedete è al sicuro. Lo stato può sempre allungare le mani e prendervelo. E’ tornato Robespierre.

Qui di seguito il testo di un’associazione di imprenditori che si batte, probabilmente invano, contro questa deriva iper-populista.

***

Cardone (INSS): “Mi chiedo perché la politica ce l’abbia tanto con gli imprenditori. Questo provvedimento autorizza lo Stato a frugare nelle loro tasche e fare ciò che vuole. Non posso che vedere una precisa volontà di andare a combattere l’impresa, anziché incentivarla”

Fare impresa in Italia è difficile e costoso, per via delle lungaggini burocratiche e di una pressione fiscali tra le più alte in Europa. Il 37% delle nuove attività, finisce con il chiudere, non superando i 4 anni. Le cose, ora, potrebbero farsi ancora più difficili con l’approvazione del “codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2019.

Un provvedimento che è stato accolto con estrema preoccupazione dal mondo imprenditoriale e, in particolare dai soci delle S.r.l., quelle società di capitali a responsabilità limitata, che potrebbero vedere messi a rischio i conti personali dei soci e degli amministratori, con lo Stato legittimato ad accedervi in caso di controllo fiscale su attività che riguardano il flusso di capitali dell’azienda.

“Con questo codice sembra che si vogliano uccidere definitivamente le S.r.l. e, di conseguenza, la voglia di fare impresa o investire in attività sul territorio italiano. – Commenta Francesco Cardone, imprenditore e cofondatore dell’associazione di categoria Imprenditore non sei solo, che riunisce centinaia di imprenditori in Italia. – Ora, se l’Agenzia delle Entrate accerta, ad esempio, un aumento di reddito di 10 mila euro per un socio di un’azienda, per il discorso della cosiddetta ristretta base societaria, l’Agenzia può procedere a fare degli accertamenti non solo sui conti della società, ma anche su quelli privati di tutti i soci dell’azienda. Loro percepiscono la somma come un incasso che ha portato alla redistribuzione degli utili. Questo autorizza lo Stato a frugare nelle tasche degli imprenditori e fare ciò che vuole. In un simile provvedimento, non posso che vedere una precisa volontà dello Stato di andare a colpire soci e amministratori delle S.r.l., combattendo l’impresa, anziché incentivarla”.

Inoltre, in caso di situazioni di crisi aziendale e successivo indebitamento, contratto proprio per salvare le sorti dell’azienda e di tutti coloro che vi lavorano all’interno, dall’amministratore ai dipendenti, i creditori possono rivalersi sui patrimoni personali dei soci. Il codice stabilisce, infatti, che “Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale. L’azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. La rinunzia all’azione da parte della società non impedisce l’esercizio dell’azione da parte dei creditori sociali. La transazione può essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l’azione revocatoria quando ne ricorrono gli estremi”.

Una novità fiscale, questa, che finirà, senza alcun dubbio, per scoraggiare gli aspiranti imprenditori, e per frenare chi ha già un’impresa S.r.l., che, temendo pesanti ripercussioni sui conti personali, con ovvie conseguenze per l’intero nucleo famigliare, sceglierà solo investimenti sicuri, a discapito dell’innovazione e della potenziale crescita dell’attività.

“Un’azienda localizzata in Italia porta vantaggi all’economia del nostro paese. Eppure, lo stato sembra voglia spingerci a delocalizzare la produzione all’estero. Costituire una società ora sarà più difficile, l’unica salvezza per coloro che non vogliano rinunciare al desiderio di creare valore economico e sociale per il proprio paese, sembra essere, ormai, la via dell’aggregazione tra imprenditori ed imprenditrici. Io continuo a chiedermi perché la politica ce l’abbia così tanto con gli imprenditori e invito tutti i colleghi ad unirsi per costituire un fronte comune e colmare il vuoto sempre più ampio lasciato dalle istituzioni” conclude Cardone.

Cardone (INSS): “Mi chiedo perché la politica ce l’abbia tanto con gli imprenditori. Questo provvedimento autorizza lo Stato a frugare nelle loro tasche e fare ciò che vuole. Non posso che vedere una precisa volontà di andare a combattere l’impresa, anziché incentivarla”

Fare impresa in Italia è difficile e costoso, per via delle lungaggini burocratiche e di una pressione fiscali tra le più alte in Europa. Il 37% delle nuove attività, finisce con il chiudere, non superando i 4 anni. Le cose, ora, potrebbero farsi ancora più difficili con l’approvazione del “codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2019.

Un provvedimento che è stato accolto con estrema preoccupazione dal mondo imprenditoriale e, in particolare dai soci delle S.r.l., quelle società di capitali a responsabilità limitata, che potrebbero vedere messi a rischio i conti personali dei soci e degli amministratori, con lo Stato legittimato ad accedervi in caso di controllo fiscale su attività che riguardano il flusso di capitali dell’azienda.

Con questo codice sembra che si vogliano uccidere definitivamente le S.r.l. e, di conseguenza, la voglia di fare impresa o investire in attività sul territorio italiano. – Commenta Francesco Cardone, imprenditore e cofondatore dell’associazione di categoria Imprenditore non sei solo, che riunisce centinaia di imprenditori in Italia. – Ora, se l’Agenzia delle Entrate accerta, ad esempio, un aumento di reddito di 10 mila euro per un socio di un’azienda, per il discorso della cosiddetta ristretta base societaria, l’Agenzia può procedere a fare degli accertamenti non solo sui conti della società, ma anche su quelli privati di tutti i soci dell’azienda. Loro percepiscono la somma come un incasso che ha portato alla redistribuzione degli utili. Questo autorizza lo Stato a frugare nelle tasche degli imprenditori e fare ciò che vuole. In un simile provvedimento, non posso che vedere una precisa volontà dello Stato di andare a colpire soci e amministratori delle S.r.l., combattendo l’impresa, anziché incentivarla”.

Inoltre, in caso di situazioni di crisi aziendale e successivo indebitamento, contratto proprio per salvare le sorti dell’azienda e di tutti coloro che vi lavorano all’interno, dall’amministratore ai dipendenti, i creditori possono rivalersi sui patrimoni personali dei soci. Il codice stabilisce, infatti, che “Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale. L’azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. La rinunzia all’azione da parte della società non impedisce l’esercizio dell’azione da parte dei creditori sociali. La transazione può essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l’azione revocatoria quando ne ricorrono gli estremi”.

Una novità fiscale, questa, che finirà, senza alcun dubbio, per scoraggiare gli aspiranti imprenditori, e per frenare chi ha già un’impresa S.r.l., che, temendo pesanti ripercussioni sui conti personali, con ovvie conseguenze per l’intero nucleo famigliare, sceglierà solo investimenti sicuri, a discapito dell’innovazione e della potenziale crescita dell’attività.

Un’azienda localizzata in Italia porta vantaggi all’economia del nostro paese. Eppure, lo stato sembra voglia spingerci a delocalizzare la produzione all’estero. Costituire una società ora sarà più difficile, l’unica salvezza per coloro che non vogliano rinunciare al desiderio di creare valore economico e sociale per il proprio paese, sembra essere, ormai, la via dell’aggregazione tra imprenditori ed imprenditrici. Io continuo a chiedermi perché la politica ce l’abbia così tanto con gli imprenditori e invito tutti i colleghi ad unirsi per costituire un fronte comune e colmare il vuoto sempre più ampio lasciato dalle istituzioni” conclude Cardone.

E’ TORNATO ROBESPIERRE: Lo Stato può prelevare i vostri soldi dai vostri conti correnti quando vuole e come vuole. Inoltre vi può spiare in ogni momento.ultima modifica: 2020-02-26T18:07:28+01:00da bezzifer
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