Matteo Renzi parla dell’emergenza nuovo coronavirus da responsabile, ma non rinuncia a qualche pacata polemica con il Governo Conte con cui è ai ferri corti.
Matteo Renzi prova a non polemizzare con la gestione dell’emergenza nuovo coronavirus da parte del governo Conte, con il quale nelle settimane scorse è arrivato allo scontro diretto tanto da far traballare il governo stesso e vistosamente.
Tuttavia qualche frecciatina Renzi la lancia a Conte durante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Come ad esempio sulla questione dei voli diretti Italia – Cina chiusi, che hanno portato in Italia i potenziali contagiati attraverso voli indiretti. Tesi sostenuta anche dal professore Walter Ricciardi membro dell’OMS.
Renzi afferma che è stata colpa del sondagismo e che anche “autorevoli amici del governo” gli mostravano il consenso dei sondaggi intorno a questa decisione: l’84%. Renzi fa però notare che “dare ragione solo ai sondaggi” è sbagliato, che chi ha “ruoli di leadership deve fare scelte assumendosi responsabilità”.
La crisi economica grave
Anche Renzi è consapevole che quanto sta accadendo fa rischiare non poco l’economia italiana e ricorda che l’emergenza virus non fa che peggiorare un quadro già critico. “La prima metà del 2020 è compromessa”, afferma Renzi, nei campi della moda, del turismo, dell’export e del commercio.
Il leader di Italia Viva guarda al dopo e punta tutto sulla capacità di reazione e sull’usare questa situazione emergenziale e critica per mettere in campo scelte di rilancio che vadano oltre il ripianare le perdite causate dalla calamità.
“Il grafico di queste crisi è a V. Si scende in modo repentino e si risale velocemente, se si scelgono le strade giuste”, afferma al Corriere della Sera.
Il recupero di reputazione internazionale
Se all’estero ci additano come diffusori del virus in Europa è perché c’è stato un errore di comunicazione secondo Renzi, il quale trova ingiusto che gli ospedali italiani vengano accusati di essere stati i principali diffusori.
Ok al blocco del contagio afferma, ma “poniamoci da subito il tema del recupero di reputazione internazionale”.