Istat, pressione fiscale 2019 sale a 42,4%

Nessuna descrizione della foto disponibile.COSI’ RIDEVANO AD OTTOBRE
La cattiva politica e il malgoverno sono sempre preceduti da un bombardamento mediatico per istupidire l’opinione pubblica.
A destra con massicce dosi di paura e razzismo, nel centrosinistra anemico con l’occultamento delle notizie che, quando sforano dalle regole della CIDIV, la “Convenzione per l’Irrilevanza di Italia Viva”, vengono deformate o irrise come propaganda, chiacchiericcio, polemica.
Difronte alla ripresa della crisi economica e all’immobilismo del governo del quale – per responsabilità – fa parte, dall’ottobre scorso Italia Viva ha proposto un piano di rilancio Shock del lavoro e della crescita.
All’epoca il coronavirus non era neanche alle viste in Cina, ma dai grandi “responsabili” del PD e del M5S è venuto solo silenzio e polemiche astiose contro Renzi
Alla domanda di un giornalista, che gli chiedeva se fosse d’accordo col piano “Italia Shock” di Italia Viva per riattivare subito 120 miliardi (esistenti) di investimenti, Zingaretti rideva rispondendo: “Renzi? C’ha 120 miliardi? Ammazza, oh, è ricco!”.
Vi sembra la risposta di un leader lungimirante, intenzionato davvero a governare la crisi e soprattutto che sappia come farlo? L’unico obbiettivo di lorsignori era ed è, da anni, solo colpire Renzi. Ieri per cacciarlo dal governo, favorendo la destra, oggi per tenere Italia Viva bassa nei sondaggi, anche a danno dell’Italia. Che vergogna! Ma i conti non tornano.
Alla luce della crisi attuale chi ha intelligenza può constatare l’incapacità dei PDgrilli di dare una prospettiva seria al Paese, impegnati come sono solo a nascondere o distruggere ogni possibile alternativa democratica e progressista. Inventando fake, distorcendo e calunniando. Per questo non si intacca il consenso per la destra.
Hanno un gruppo di rincalzo per sostituire Italia Viva nella maggioranza? Si sbrighino ad attivarlo! Se il governo deve essere solo una gabbia per tenere ferma Italia Viva, profittando vigliaccamente della “quarantena politica” che rompono ogni giorno, meglio costruire l’alternativa standone fuori.
Non fa bene alla democrazia che l’unica opposizione a questi incapaci sia quella nazionalsovranista di destra.

E! Il pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.787.664 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al pil) è risultata pari al 42,4 %, in aumento rispetto all’anno precedente. E’ quanto comunica l’Istat. Sempre l’Istat, rileva che nel 2019 il pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.787.664 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. In volume il pil è aumentato dello 0,3%. Nel 2019 il pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.787.664 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. In volume il pil è aumentato dello 0,3%. Dal lato della domanda interna nel 2019 si registra, in termini di volume, una crescita dell’1,4% degli investimenti fissi lordi e dello 0,2% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dell’1,2% e le importazioni sono diminuite dello 0,4%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del pil per 0,4 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,5 punti, mentre la variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,6 punti. a livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nelle costruzioni (+2,6%) e nelle attività dei servizi (+0,3%); è in calo nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,6%) e nell’industria in senso stretto (-0,4%). Nel 2019 la crescita dell’economia ha segnato un marcato rallentamento. Lo sottolinea l’Istat nel commento ai dati su pil e indebitamento delle amministrazioni pubbliche. 

Dal lato della domanda, nonostante la decelerazione delle esportazioni, il calo delle importazioni ha determinato un contributo positivo della domanda estera netta. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, la crescita del valore aggiunto è stata sostenuta nel settore delle costruzioni, modesta nei servizi, mentre l’agricoltura e le attività manifatturiere hanno subito una contrazione. Le unità di lavoro e le retribuzioni pro capite sono aumentate a un ritmo più moderato rispetto all’anno precedente. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche ha registrato un netto miglioramento rispetto al 2018 e la pressione fiscale è aumentata

Istat, pressione fiscale 2019 sale a 42,4%ultima modifica: 2020-03-04T11:28:22+01:00da bezzifer
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