Consideratela una considerazione personale, che ha (forse)lo stesso valore di altre di segno opposto.
Condivido che vi debba essere una tregua per favorire una voce unica che da indicazioni ai cittadini.
Ma le voci sono molte, ad iniziare dai media che cinicamente hanno addentato il pezzo di carne che fa ascolti e vende copie dei giornali per rastrellare pubblicità: la linfa che impedisce loro di seccare e avvizzirsi, in un periodo in cui le aziende producono poco e vendono meno.
Ma per onestà devo dire, che la politica non allenata al politicamente corretto, stenta a manifestare una vocazione che nemmeno sapeva d’avere.
Tra un mese avremo un referendum costituzionale, di cui nessuno parla, perché considerato, secondario all’attuale preoccupazione, in cui, non essendovi un quorum anche un’esigua minoranza può decidere in Nome di Tutti.
Capiamoci si sto ragionando a voce alta, come Fernando non come militante politico, questa pandemia che ancora non è tale, è un salvagente politico, ad un governo più incline a ai proclami che all’azione e che quando va in controtendenza lo fa principalmente per piantare bandierine di posizioni politiche debilitate da un virus che non ha la corona ne il numero 19, ma il 2018 anno in cui la sua “maggiore forza in Parlamento ha fatto mirabolanti promesse, che ha cercato di mettere in pratica dimostrando non solo la loro miopia, ma soprattutto la loro sproporzione tra il loro minimo effetto e il loro rilevante costo.
Di qui, come si insegnava a militanti della sinistra extra parlamentare: “se fermati dalla Polizia mai ammettere nulla nemmeno l’evidenza” tale verità non si può ammettere, egualmente, rivolgendosi agli elettori!
Per cui il governo ha necessità disperata di meriti da rivendicare, per cui una pandemia che non è ancora tale è una ghiotta occasione, sarebbe interessante confrontare, dati omogenei, tra i decessi realmente imputabili a coronavirus e quelli delle morti delle epidemie di normale influenza che annualmente ci colpiscono e che consideriamo normali, i sintomi sono quasi sovrapponibili, ed interessano sostanzialmente, le stesse categorie di pazienti: Ultra settantenni, infanzia, immunodeficienti, e affetti da precedenti patologie e per cui l’influenza e solo la goccia che fa traboccare il vaso.
Quando ero bambino molti morti venivano considerate di “Vecchiaia” (considerandola una malattia) con fatalistico distacco.
So di non avere titolo per esprimere “sentenze” per cui le mie sono perplessità, ho grande stima per i virologhi e non mi permetterei mai di dire loro: “Questo lo dice Lei!”
Il mio timore è che la “saccenteria populista” di prima e seconda generazione ragioni così:
“I morti non votano e non hanno voce per protestare. I sopravvissuti invece, è tale la consolazione per lo scampato pericolo, da considerarsi miracolati, e quindi grati a chi si ascrive il merito di ciò.”
Insomma: un “Piacer figlio d’affanno”
Per cui l’insistenza del messaggio, che governo e media diffondono, in maniera martellante attraverso appelli contro “il rischio di una psicosi collettiva, più che esorcizzarla, a me sembrano, crearla ed alimentarla: una paura certo esiste, ma spesso la dimentichiamo, ma essa ci viene sistematicamente rammentata!
Sicuramente io sto dicendo delle stupidaggini, ma mi ricordano l’effetto di emulazione creato anni fa dagli stupidi che lanciavano sassi contro i parabrezza delle automobili da ponti sulle auto strade, più si parlava di tali atti demenziali e potenzialmente omicidi più diventavano virali, è bastato smettere di citarli perché sparissero: gli stupidi di rimanevano, ma quella “Moda” finì.
Concludo davvero con una citazione: “a pensare male, si fa peccato ma il più delle volte ci si prende!