Il Comitato del No.La battaglia contro la disinformazione dei cittadini sul taglio dei parlamentari

«Se si chiede a un cittadino per strada cosa voterà a settembre, la risposta sarà un’altra domanda: perché si vota? Oggi l’antipolitica è salita di rango ed è diventata riforma costituzionale», dice il deputato di Forza Italia Simone Baldelli, autore del libro “Il coraggio di dire no al taglio della nostra democrazia”

«Un referendum tra politica e demagogia». Descrive così il senatore di Forza Italia Andrea Cangini il referendum sul taglio del numero dei parlamentari in programma il 20 e 21 Settembre. Il forzista è intervenuto nella conferenza stampa organizzata da Simone Baldelli, deputato di Forza Italia e autore del libro “Il coraggio di dire no al taglio della nostra democrazia”, a margine di un incontro tenuto con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Il tema dell’incontro è stato proprio il discusso taglio dei parlamentari. «Fondamentalmente abbiamo presentato alla presidente del Senato, così come faremo con il presidente della Camera, un problema che riguarda tutti: il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati su una consultazione referendaria che ha a che fare con la dignità della politica in senso lato e con il futuro delle istituzioni e della democrazia rappresentativa» spiega Cangini. Come il collega Riccardo Magi di +Europa, presente all’incontro, Cangini e Baldelli fanno parte del Comitato del no (assieme a Tommaso Nannicini del Partito democratico) che in questi mesi si è impegnato a sensibilizzare, partiti e cittadini, sul voto referendario di settembre.

«Del merito del referendum non si parla in maniera assoluta, e il nostro obiettivo, oltre alla speranza che prevalga il no, è che si possa svolgere una campagna referendaria completa, per informare i cittadini. Sappiamo che questa riforma è stata voluta esclusivamente da un partito: il Movimento 5 stelle. Gli altri lo hanno accettato più o meno per debolezza politica» continua Cangini. «Nessuno è riuscito a giustificarla nel merito – aggiunge il forzista -, e non si è sentito un costituzionalista sostenere che a taglio avvenuto il parlamento funzionerà meglio. La politica nonostante tutto è una cosa seria, e siamo di fronte a un attacco delle istituzioni e a una sistematica deligittimazione della politica».

Il focus dell’appuntamento di ieri, oltre a rimarcare le posizioni di molti deputati e senatori contrari al taglio, è stata anche la tempistica del voto. Troppo a ridosso dell’emergenza sanitaria e soprattutto quasi per niente pubblicizzata. «Se si chiede a un cittadino per strada cosa voterà a settembre, la risposta sarà un’altra domanda: perché si vota? Oggi l’antipolitica è salita di rango ed è diventata riforma costituzionale» aggiunge Baldelli. Che conclude con un appello: «Salite a bordo!» dice rivolgendosi ai colleghi parlamentari.

Rispetto al dibattito degli ultimi giorni, in merito ai rischi sollevati dal Partito democratico che corre la Costituzione, Magi aggiunge ironico: «Dopo essersi reso responsabile in buona parte di questa situazione ora dibatte sui rischi che correrebbe la Costituzione. Così passa ad essere il “Partito dei correttivi”: si inseguono i danni delle scelte politiche fatte cercando dei correttivi che non possono esserci».

È poi la volta di Nazario Pagano, senatore di Forza Italia e vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. «Può apparire semplicisticamente che i parlamentari che sono qui e stanno difendendo il ruolo e l’importanza del parlamento lo stiano facendo per conservare la loro poltrona. È follia pura. La vera ragione è quella che stiamo combattendo una battaglia simbolica contro l’antipolitica. Una battaglia di civiltà e per la rappresentanza dei territorio, nella quale dobbiamo chiedere ai cittadini di non pensare allo stipendio del parlamentare e di capire che meno esponenti ci sono peggio è, non il contrario» assicura Pagano.

Quanto al risparmio economico che secondo i promotori del referendum si andrebbe a ottenere con il taglio dei rappresentati, il comitato del no ricorda: «Questo non è un provvedimento contro la casta, come qualcuno osa affermare – dice Pagano -, ma contro gli italiani. Perché proposto solo per risparmio economico, non per la funzionalità dell’ente». Anche Cangini sottolinea la mancanza dell’ipotetico risparmio che sta alla base del referendum: «I costi sono stati stimati da Carlo Cottarelli nello 0,007 per cento di risparmio della spesa pubblica, l’equivalente di un caffè all’anno per ciascuno italiano».

Il Comitato del No.La battaglia contro la disinformazione dei cittadini sul taglio dei parlamentariultima modifica: 2020-08-06T16:58:04+02:00da bezzifer
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