MENO SEMO E MEJO STAMO

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MENO SEMO E MEJO STAMO
Se vuoi ridurre il peso del tuo voto dando più potere alla partitocrazia e meno agli elettori. Se preferisci che contino in pochi e obbediscano in tanti. Se non ti importa che tanti territori restino senza rappresentanti. Se ti sembra che il costo di un caffè l’anno sia troppo alto per la democrazia. Se pensi questo allora vota sì.
Io credo che al M5S non importi minimamente il numero dei parlamentari, ma che il loro obiettivo sia quello di inceppare il Parlamento a favore del loro modello di, così detta, democrazia diretta. Cioè il caos che c’è nel loro movimento promosso a sistema istituzionale.
Se avessero voluto davvero dare maggiore efficienza al Parlamento avrebbero dovuto abolire il Senato. Se avessero davvero voluto ridurre i costi sarebbe bastato dimezzare i compensi dei parlamentari. Invece niente di tutto questo è stato fatto.
Il patto per digerire il governo antisovranista era votare il taglio ma riformare il contesto (legge elettorale e regolamenti parlamentari) prima della sua entrata in vigore. Questo non si è realizzato, nulla è cambiato da prima e restano valide le motivazioni che portarono il PD a votare tre volte contro il taglio. Quindi ora non solo è legittimo votare NO con le stesse, identiche motivazioni, ma il voto contrario è diventato ancora più coerente di prima.
Invece il calcolo politico strumentale che il M5S ha fatto è l’esempio della loro doppiezza. Da un lato fomentare l’odio antipolitico, che coi loro comportamenti dissennati e le loro incapacità alimentano da anni. Dall’altro rovesciare il senso di un vecchio detto romanesco: da “più semo e mejo stamo” a “meno semo e mejo stamo”, dando per scontato che il calo di deputati che avranno metterà in condizione l’establishment grillino di controllare meglio il loro bizzosissimo gruppo.
Il punto non è, dunque, votare sì per mantenere la parola data, né perché, comunque, la riduzione porterebbe maggiore efficienza. A sostegno del sì da parte del PD non c’è niente di tutto questo, ma solo la paura di mettere in crisi il rapporto col M5S.
La domanda da porsi, allora, è se valga di più l’affermazione, tutta teorica, di un principio di riduzione, che diventa del tutto astratto non essendosi realizzato il contesto che lo renderebbe efficace, o se sia preminente la difesa dell’integrità della massima istituzione della democrazia rappresentativa, che andrebbe, viceversa, rafforzata e resa più efficiente, ma non a danno della rappresentatività del popolo italiano.
Il resto sono solo chiacchiere astratte.

MENO SEMO E MEJO STAMOultima modifica: 2020-08-24T17:29:16+02:00da bezzifer
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