ALTRO CHE RECOVERY, QUI FINIAMO IN TERAPIA INTENSIVA – IL PIZZINO DI DOMBROVSKIS È SINTOMO DELL’INSOFFERENZA EUROPEA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO

ALTRO CHE RECOVERY, QUI FINIAMO IN TERAPIA INTENSIVA – IL PIZZINO DI DOMBROVSKIS È SINTOMO DELL’INSOFFERENZA EUROPEA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO: NEL RECOVERY PLAN ITALIANO MANCANO ANCORA MOLTI PUNTI CHE L’UE RITIENE ESSENZIALI, COME LA PARTE SULLA CONCORRENZA, QUELLA SULLE PENSIONI E INFINE LA PARTE SULLA GOVERNANCE – DALL’UE NON SI FIDANO E IL RISCHIO È CHE IL PIANO NON PASSI L’ESAME, VENGA BOCCIATO E…

«Il lavoro sul Recovery Plan italiano è in corso e spero che l’instabilità politica in Italia non metta a repentaglio questo lavoro». Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis parla al termine dell’Ecofin, la riunione dei 27 ministri finanziari dell’Ue che ha preso in esame i progressi dei piani nazionali di ripresa e resilienza che gli Stati membri devono presentare per accedere ai fondi di Next Generation Eu (per noi sono circa 209 miliardi).

«L’Italia è il maggiore beneficiario – ha aggiunto Dombrovskis – e bisogna assicurarsi che i fondi arrivino, sono molto importanti per la ripresa in Italia». La Commissione Ue non si esprime sulla crisi di governo. «Noi non commentiamo la politica interna, questo si sa», ha spiegato lunedì sera il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, dopo l’Eurogruppo. «Ovviamente vorrei avere degli interlocutori stabili ma non spetta a noi di discuterne», aveva aggiunto. Per Bruxelles la priorità è che l’Italia riesca a realizzare il piano nazionale di ripresa. Dombrovskis ha detto che il lavoro procede «in stretto contatto» con le autorità italiane e che due giorni fa ha avuto un colloquio con il ministro Roberto Gualtieri «per discutere della preparazione del piano nazionale italiano: l’Italia ha già presentato un numero cospicuo di componenti, quindi tutto sommato vediamo che questo lavoro sta andando avanti». A Bruxelles spiegano che l’ultima versione è migliorata ma restano delle criticità. Lo stesso Gentiloni ha riconosciuto lunedì che «il progetto di piano italiano è ampiamente convergente e rispecchia i nostri obiettivi e politiche» ma che le bozze italiana e di altri Stati Ue «devono essere discusse, rinforzate e potenziate dal punto di vista di riforme, raccomandazioni specifiche per Paese e dettagli su calendari per raggiungere gli obiettivi che noi ci prefiggiamo».

 Ancora più esplicito Dombrovskis, riferito non solo all’Italia: «C’è ancora molto lavoro da fare, per esempio definire le stime dei costi, gli obiettivi finali e quelli intermedi, e affrontare le raccomandazioni Ue». Dalla discussione dell’Ecofin è emersa la necessità di migliorare la combinazione tra riforme e investimenti. Un’indicazione che riguarda anche noi, benché ci sia già stato un riequilibrio nella bozza del piano. 

Ora è necessario che Roma passi dalle linee generali alla definizione concreta dei progetti selezionati. Inoltre si deve assicurare che il piano sia coerente con le raccomandazioni specifiche per Paese, che per l’Italia prevedono una parte sulle pensioni ancora assente. Manca anche la parte sulla concorrenza e i mercati dei prodotti che Bruxelles si aspetta da noi.

 E non c’è ancora l’indicazione del meccanismo attuativo, la cosiddetta governance, che è stata al centro di grandi discussioni tra le forze politiche e che sarà definita una volta superata la crisi di governo. Un punto fondamentale per Bruxelles è lo snellimento delle procedure attraverso l’identificazione ex ante dei colli di bottiglia che frenano l’attuazione dei progetti e la definizione di procedure da far scattare in caso di ostacoli imprevisti. Bruxelles non indica quale governance adottare, ma chiede di avere una struttura con cui interfacciarsi sia a livello politico sia a livello tecnico e che permetta l’esecuzione del piano in maniera efficace. Il nodo sarà sciolto una volta risolta la crisi di governo.

Bruxelles attende di vedere gli sviluppi, ma c’è un timore: che la soluzione porti a un approccio spartitorio delle risorse di Next Generation Eu con una decentralizzazione per soddisfare gli equilibri politici, facendo perdere al piano la sua integrità e coerenza con la governance. Invece servono priorità vere e target ben definiti, anche perché è altissimo il rischio che il piano non passi l’esame della Commissione e il via libera del Consiglio se non risponde ai criteri indicati dall’Ue. Dal nostro successo dipende la riuscita di Next Generation Eu, che rappresenta una svolta per la storia dell’Unione. Bruxelles ci considera fondamentali per far riacquisire fiducia nel processo di integrazione europeo, ci attribuisce una responsabilità sistemica. Se riusciremo nel Recovery Plan allora sarà più facile riaprire gli altri cantieri, come l’unione bancaria. Intanto la Commissione prosegue con il sostegno all’economia: ha proposto ai governi di prolungare fino a dicembre lo schema temporaneo di aiuti di Stato in scadenza a giugno e di aumentare gli importi per le imprese.

ALTRO CHE RECOVERY, QUI FINIAMO IN TERAPIA INTENSIVA – IL PIZZINO DI DOMBROVSKIS È SINTOMO DELL’INSOFFERENZA EUROPEA NEI CONFRONTI DEL GOVERNOultima modifica: 2021-01-20T17:21:06+01:00da bezzifer
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