AGLI ORFANI DI CONTE CONVIENE FARE SILENZIO SUL RECOVERY.

 

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Le competenze specifiche chi non le ha non se le può dare. A meno che non si sia politici presuntuosi, come Boccia, Fratoianni, Fassina e Meloni, che oggi danno la stura a una polemica sull’incarico affidato da palazzo Chigi ad una società di consulenza statunitense per l’elaborazione della parte del Recovery italiano riguardante l’analisi di impatto dei progetti proposti una volta che siano stati realizzati.
Una cosa delicatissima e assai complessa, che richiede una forte capacità di analisi del presente e di previsione del futuro.
Valutazioni oggettive, che non siano basate sull’enfatizzazione dei desideri, per così dire, più o meno soggettivi di questa o quella componente politica.
Infatti la Commissione UE raccomanda, nelle linee guida date ai governi, di avvalersi della “revisione di esperti esterni indipendenti”. Esattamente quello che sta facendo Draghi.
Che è cosa ben diversa dal tentato esproprio del governo e del Parlamento ad opera di sei superconsulenti e trecento loro assistenti diretti da un PdC e due ministri, spartiti col manuale Cencelli, come proponeva Conte. La differenza appare chiara anche a un bambino delle elementari.
Draghi, inoltre, interviene doverosamente per superare, in tempi strettissimi, le difficoltà determinate dai ritardi e dalla vaghezza di contenuti progettuali lasciata da Conte dopo sei mesi di “lavoro” sotterraneo. E con uno stato della Pubblica Amministrazione, non a caso da riformare come pre condizione posta dalla Commissione UE per accedere ai finanziamenti.
Le obiezioni del tipo “Visto che il precedente governo è stato ‘lapidato’ sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Oltre che grottesca.”, oppure che “così, si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni e si allontana l’accountability politica. Il Parlamento deve intervenire”, o infine domandarsi retoricamente come sia possibile che “con tutti i ministri, viceministri, sottosegretari, capi dipartimento, capi uffici legislativi, task force, dirigenti, tecnici e funzionari dello Stato che abbiamo, il Governo Draghi debba affidare la stesura del Recovery Plan ad una società privata di consulenza?” dimostrano solo quanto fossero giuste le ragioni della crisi di governo.
Vale a dire che soprattutto gli orfani di Conte non solo non avevano letto allora, ma continuano oggi a non avere capito nulla dei contenuti, delle modalità di redazione e di governance del Recovery italiano e non sanno niente di ciò di cui parlano. In particolare quale sia il ruolo, giusto, del Parlamento che Draghi ha confermato.
Non sono solo ridicoli, ma inseriscono irresponsabilmente elementi infondati di crisi andando a colpire senza motivo il secondo pilastro, dopo i vaccini, che può salvarci dalla crisi economica.
Non varrebbe la pena neanche di rispondergli, ma solo di invitarli a studiare prima di parlare. Che pessimo esempio per i loro fan.
Anche perché in questo modo stimolano un dibattito riguardo al disastroso lavoro precedente che, per carità di patria, gli è stato risparmiato.
Ne vogliono proprio parlare? Siamo pronti a entrare nel merito.

AGLI ORFANI DI CONTE CONVIENE FARE SILENZIO SUL RECOVERY.ultima modifica: 2021-03-07T09:03:50+01:00da bezzifer
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