GIUSTIZIA E GUERRA TRA BANDE

Giustizia e guerra tra bandeMi sembra di sentirli: il rispetto per le istituzioni, il senso di responsabilità, la legalità, l’indipendenza. I totem della magistratura di sinistra, scimmiottati dai cultori della Giustizia del Partito Democratico, quelli incapaci di riconoscere – anche oggi, davanti al disastro – il fallimento dei loro programmi, delle loro idee, di tutto.

Da tre anni a questa parte tutto quello che si era sempre detto sulla magistratura italiana (meglio: su alcuni tra loro, quelli che contano) si è rivelato tragicamente vero. Dalla selezione lottizzata dei dirigenti, alla persecuzione dei nemici politici (“Salvini ha ragione, ma va attaccato”), ai verbali secretati ma distribuiti, alle prove a difesa occultate, ai giudici sostituiti. Ora si perquisiscono a vicenda e presto si arresteranno tra loro. È un copione già scritto. Non ci siamo fatti mancare nulla.

Finalmente, abbiamo toccato il fondo, rendendo chiaro a tutti che molti scontri non sono altro che una guerra tra bande, che la sfiducia è totale e che così non si può più andare avanti. Dicevo che mi sembra già di sentirli i “democratici”, con i loro paroloni, i modi gentili (ma sussiegosi, come sempre, intrisi di un senso di superiorità culturale e morale urticante), dietro i quali si cela il tentativo di accreditare, come nel gioco delle tre carte, la capacità di autoriforma dei magistrati, al fine di bloccare la revisione dell’ordinamento giudiziario, inibire la separazione delle carriere e mantenere saldo il loro potere.

Mi sembra di sentire loro, i loro amichetti politici, tutti pronti ad intonare la solita litania, cui fa da sfondo l’incomprensibile silenzio del presidente della Repubblica.

GIUSTIZIA E GUERRA TRA BANDEultima modifica: 2021-06-14T11:51:13+02:00da bezzifer
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