IL PUBBLICO MINISTERO DA EDUCARE ALLA LEGALITÀ

Il pubblico ministero da educare alla legalitàLo premetto subito: Fabio De Pasquale, procuratore aggiunto di Milano e il suo collega Sergio Spadaro credo proprio non abbiano per nulla dolosamente occultato la registrazione che, se depositata in atti, sarebbe stata un aiuto per i difensori dei dirigenti Eni, accusati di corruzione internazionale in Nigeria. Eppure, per questa omissione entrambi sono indagati dalla Procura di Brescia.

Orbene, allo stato non abbiamo prove di un loro comportamento intenzionalmente scorretto e preordinato a danneggiare le difese. Tuttavia, il fatto rimane certo e indubitabile: è assodato cioè che quella registrazione è rimasta nei cassetti della Procura mentre avrebbe dovuto transitare nel fascicolo del Tribunale chiamato a decidere il caso. Infatti la sentenza del Tribunale, mandando assolti tutti gli imputati, ha definito “incomprensibile” quella omissione.

Che dire allora di fronte alla giustificazione dei due pubblici ministeri, i quali – sorpresi dalle critiche ricevute – hanno candidamente affermato di non aver ritenuto quella registrazione rilevante dal punto di vista processuale? Da dire c’è una cosa di rilevantissima gravità politica e istituzionale: oggi in Italia diversi pubblici ministeri (non tutti ovviamente), in perfetta buona fede, si comportano con assoluta spregiudicatezza, ritenendo di essere i soli depositari della verità e che perciò loro possono tutto e il contrario di tutto.

Ma non è colpa loro. Appena vinto il concorso e ancor prima di assumere le prime funzioni, essi vengono letteralmente bombardati in modo continuo e crescente da ammonimenti, insegnamenti, lezioni, esemplificazioni, indicazioni, tutti senza eccezione destinati a far loro intendere che loro, e soltanto loro, sono i difensori della legalità e della compagine sociale contro la criminalità e che a questo compito devono rimanere fedeli a qualunque costo. Se a questo bombardamento pseudo-pedagogico si aggiunge la sovraesposizione mediatica di alcuni di essi – complice una stampa ed una opinione pubblica che, seguendo i fatti di cronaca nera come si trattasse di un film, non vede l’ora che i “buoni” arrivino a punire i “cattivi” – allora si capisce dove si possa giungere.

Si giunge ad una sorta di ipertrofia dell’ego – di cui essi neppure si rendono conto – in forza della quale, costoro (lo ripeto, non tutti, per fortuna) si sentono investiti di una funzione più sacra che profana – in quanto salvifica – e perciò tale da giustificare ogni abuso, anche quello di non far conoscere alla difesa elementi ad essa favorevoli. E se lo fanno, quando lo fanno, il bello è che neppure ne sono consapevoli, infarciti come sono di idee come quelle sopra esposte, a scorgere l’assurdità delle quali basterebbe una sola considerazione. Il loro ministero, infatti, non è privato, ma “pubblico”: ciò vuol dire che essi non sono al servizio di nessuno – neppure dello Stato – ma unicamente della giustizia e che perciò son tenuti a tutelare egualmente la posizione delle persone accusate. Questo nelle leggi vigenti viene precisato, ma nella realtà accade rare volte. Tanto che, quando si vede che il pubblico ministero in mancanza di prove chiede l’assoluzione dell’imputato, ci si stupisce, avvezzi come si è ad un atteggiamento ostinatamente e pregiudizialmente a lui avverso.

Che fare allora? Un’opera di autentica educazione alla legalità verso costoro pare indispensabile da condurre, anche se paradossale: chi si comporta in modo troppo spregiudicato, come fosse il padrone delle leggi, ha perso il senso stesso dell’identità del proprio ruolo. Anche perché l’origine storica della figura del pubblico ministero risiede nella necessità di offrire un presidio al cittadino contro possibili abusi da parte della Polizia giudiziaria in ambito investigativo. Ma se colui che deve proteggere dagli abusi li commette lui stesso, e per giunta in buona fede, cioè senza neppure avvedersene, siamo messi davvero male. Che ne dice il ministro Marta Cartabia?

IL PUBBLICO MINISTERO DA EDUCARE ALLA LEGALITÀultima modifica: 2021-06-15T10:24:21+02:00da bezzifer
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