Italia viva, Marattin e la strada verso il 2023: «Serve una nuova casa per riformisti e liberaldemocratici»

desc imgIl deputato e le prossime elezioni: «L’avvento di Draghi ha rivoluzionato la politica: chi rappresenterà quell’ampia fetta che si riconobbe nel 40% di Renzi alle Europee del 2014? Forza Italia dove si collocherà?»

«Il vero punto è capire se esiste o esisterà un rapporto tra l’esperienza del governo Draghi e la formazione di una siffatta offerta politica». Nelle ultime righe di una lunga riflessione del deputato di Italia viva Luigi Marattin, economista, anche se non esplicitato palesemente, risiede l’interrogativo sulle possibili prospettive (politiche e di sopravvivenza) del renzismo fu «lib-dem».

Al di là delle percentuali unanimi di tutti i sondaggi, che danno Iv di poco sopra e sotto il 2%, il ragionamento dell’attuale presidente della commissione Finanze della Camera (pubblicato su Linkiesta) si fonda sul fatto che tale area dovrà giocoforza avere un collocamento alle Politiche del 2023. Anche se sul futuro pesano tre variabili chiave: dove, come e quando.

 

Detta in parole più semplici: i renziani, nel 2023, a chi proporranno il proprio (seppur piccolo) pacchetto di voti? «Detta così non sono d’accordo – spiega il deputato al Corriere – semmai la domanda da porsi è: chi e come si potrà rappresentare tutta la fetta di elettori inclusi e che si erano riconosciuti nel 40,8% del Pd alle Europee del 2014?».

Marattin parte dalla presa d’atto che «il progetto di unire i riformismi in un unico partito è fallito» e che «il bipolarismo – il classico “di qua o di là” in cui abbiamo creduto per decenni – sia ormai superato, in quanto non rappresenta più la realtà politica di questo Paese». Per il deputato renziano serve «una nuova casa, un nuovo contenitore» per rappresentare queste istanze «adesso rivendicate da più soggetti politici».

Quindi la prima fusione fisiologica sarebbe con Azione! di Calenda? »Nella costruzione di questo nuovo progetto per le elezioni politiche del 2023 bisognerà per forza andare oltre il personalismo politico — conclude Marattin —. Partiamo da una carta d’identità comune. Io non voglio né tornare al piccolo mondo antico come fantasticano i nazionalsovranisti. Ma nemmeno pensare che si possano vietare i licenziamenti o che la strada per risolvere le disuguaglianze sia tax the rich . La globalizzazione va sfruttata e non combattuta. Forza Italia, da che parte andrà? E profili di riformisti del calibro di Tommaso Nannicini nel Pd? Starà a combattere all’interno con la linea stile Ocasio-Cortez o si aprirà una strada nuova?».

Italia viva, Marattin e la strada verso il 2023: «Serve una nuova casa per riformisti e liberaldemocratici»ultima modifica: 2021-09-17T11:11:20+02:00da bezzifer
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