Il primo atto di Giuseppe Conte, neopresidente del Consiglio dei ministri, fu incontrare a Palazzo Chigi i risparmiatori di Banca Etruria e di altri istituti di credito coinvolti nella crisi delle banche. Con una promessa ben precisa: quella di rimborsarli il prima possibile e in toto.
Perché i risparmiatori delle banche si sentono traditi da Di Maio e Salvini
Deve esserci prima di tutto il giudizio di un organismo indipendente, tribunale o arbitrato. In secondo luogo, la banca colpevole deve essere fallita e non essere più sul mercato. In terzo luogo, la misura deve riguardare piccoli investitori. Infine, la compensazione può giungere solo dopo che sono state imposte eventuali misure di burden-sharing o bail-in, ossia di partecipazione alle perdite da parte di azionisti o obbligazionisti.
Per questo Palazzo Chigi sarebbe pronto ad inserire l’obbligo, per chi fa richiesta degli indennizzi, di portare la documentazione bancaria o giudiziale «idonea a comprovare violazioni massive» del Testo unico della Finanza che hanno causato il«danno» da risarcire. E proprio questo ha fatto arrabbiare chi contestava Di Maio e Salvini. Per questo Palazzo Chigi cincischia.
Il decreto attuativo per i risparmiatori che tarda
E per questo i risparmiatori sono molto arrabbiati: «Il decreto attuativo doveva arrivare il 30 gennaio, poi l’8 febbraio, e invece a Vicenza Salvini e Di Maio non hanno portato neanche le bozze, noi ci aspettavamo i moduli. — dice a Repubblica oggi Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino da Onara — Se il problema è che l’articolo 38 della legge di Bilancio è incompatibile con le norme Ue non è certo colpa nostra. È gravissimo che ora Di Maio ci dica “questa legge l’avete scritta voi risparmiatori”».
Anche Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione “Vittime del Salvabanche”, rifiuta il tentativo di puntare il dito contro Bruxelles: «Non ci affascina il comizio contro l’Europa. Se si aprisse una procedura d’infrazione le risorse stanziate verrebbero congelate, sarebbe gravissimo. E poi non si tratta solo della Ue, anche la Corte costituzionale obbliga le amministrazioni a disapplicare le norme illegittime. Il direttore generale del ministero dell’Economia Rivera, che andrà con Tria a Bruxelles a difendere la posizione dell’Italia, aveva rilevato in tempo utile l’illegittimità dei rimborsi senza arbitrato: è come se mi avvalessi di un avvocato che ha depositato una memoria in cui sostiene che il colpevole sono io».
Tra l’altro i decreti sono due, il secondo, quello davvero esecutivo, deve arrivare a 45 giorni dal primo. Alla questione poi Di Maio ha collegato anche la conferma di Luigi Federico Signorini alla vicepresidenza di Bankitalia con posto nel Direttorio, continuando a chiederne la testa con l’unico motivo di tacitare le contestazioni. Ma lo stallo sui rimborsi ai risparmiatori non è colpa di Bankitalia. È il governo ad esserne responsabile.