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RENZIANI!Il segnale che dobbiamo dare con coraggio e fiducia nel futuro

 

Leggo di molti amici renziani che non vogliono votare pd, sono con Renzi ma votano altro! Ma Renzi è rincoglionito?e forse non sa per chi votare? Volete fargli da badante ? Credo che lui sia in grado di intendere e volere, ed io che lo rispetto e lo ammiro per come ha guidato il NOSTRO partito, voterò come lui!!
SAPETE PER CHI VOTA ? PD ! A VOI LA PALLA, SE RESTARE CON LUI O ANDARE CON ALTRI!!
RENZIANI UNITI PER DAVVERO O PER FARE PERDERE LE ELEZIONI AL PARTITO DI RENZI? …. e allora zingaretti? mi suona come ..e allora il pd? AMICI NON E QUESTO

Il segnale che dobbiamo dare con coraggio e fiducia nel futuro

Il vento nazionalista che ha soffiato in Europa e negli Usa con una intensità senza precedenti non ha ottenuto tutto quello che sognava di ottenere. Soprattutto non ha stabilizzato i cambi del personale politico giunto al potere.

La rappresentazione più schizofrenica è data dall’impantanamento crescente di Trump ormai alle prese non solo con i veti costanti del Congresso a maggioranza democratico ma anche con quelli, recentissimi del Senato roccaforte del GOP. In Germania la Merkel ha limitato i danni, in Inghilterra, la particolarissima situazione istituzionale non permette allo stato di confusione dei due principali partiti di far pagare un prezzo ancora più drammatico alla sciagurata decisione referendaria pro Brexit e per non precipitare nel disastro più assoluto deve solo sperare nelle dilazioni temporali offerte dall’Unione Europea.

Ma il paese continentale che ha subito l’attacco più violento e congiunto dell’opposizione parlamentare e di quella eversiva dei gilet gialli è la Francia.

L’attacco è stato sferrato nel momento più delicato della crisi di consenso a favore di Macron, Allo stato il giovane presidente liberal sta risalendo velocemente nel favore dell’opinione pubblica e sta conducendo una partita al’attacco.

A che cosa è dovuta la resistenza, prima, e la controffensiva, poi, di Immanuel Macron? Certo alla sua lucidità politica, che gli ha permesso di rimediare coraggiosamente ad alcune scelte impopolari, ma, sostanzialmente – e questa è la lezione che noi italiani dovremmo trarne – alla duttilità e alla concentrazione del potere esecutivo nella figura del presidente della Repubblica. La Francia è stata messa in sicurezza, 60 anni fa dalla riforma istituzionale voluta e realizzata da De Gaulle.

Qual è la situazione italiana? Governati da un gabinetto di incompetenti demagoghi che litigano tra di loro su tutto, minano profondamente le basi dell’economia integrata in Occidente, picconano le alleanze storiche in politica estera, ridotti alla disperazione delle mancate promesse elettorali, tentano di procacciarsi risorse svendendo ad alcune grandi potenze non solo pezzi di autonomia politica ma intere infrastrutture, alimentano pericolose spinte dissolutrici dell’unita nazionale attraverso il via libera alle pretese autonomistiche degli egoismi regionali.

Quelli che dovevano assicurarci ordine e sicurezza stanno preparando un incubo senza precedente ai produttori della ricchezza, del lavoro, della scienza e della cultura italiana.

Dopo le elezioni europee si arriverà rapidamente all’ora della verità Per Salvini e Casaleggio sarà il momento delle scelte che potranno darci le ore più buie della nostra storia recente.

È dal 2012 che si sente parlare con insistenza della necessità che nasca in Italia un partito liberaldemocratico, schietta e autentica risposta a una domanda politica che da tempo ha abbandonato gli schemi novecenteschi di destra e sinistra.

Ci hanno provato in molti Ma hanno fallito. Hanno provato anche a far convivere in un unico partito veterosocialdemocrazia e liberal democratici. Sappiamo come è finita.

All’Italia non occorre un partito liberaldemocratico e laico qualsiasi. Ne abbiamo avuti tanti diversi nella storia postunitaria. All’Italia occorre un partito – e un leader – che si ponga l’obiettivo esplicito di fare una grande riforma istituzionale e attrezzare la nostra comunità a navigare, nelle migliori condizioni possibili dentro un secolo portatore di innovazioni inaudite, nel campo della salute, della produzione, della cultura.

All’Italia occorre un partito – e una leader? Perché no? – che ci riprovi partendo dal 4 dicembre 2016. Non c’è altra strada più ragionevole, patriottica e al tempo stesso cosmopolita di quella di radunare il massimo possibile di quel popolo del Sì del 41% e aggiungervi non gli “scappati di casa” ma i delusi che in buona fede avevano creduto al cambiamento e alle parole d’ordine di sicurezza e legalità.

Non servono minestre riscaldate ma un programma chiaro di rinnovamento della Repubblica.

Conosco, cari amici riformisti, la domanda che vi brucia sulla lingua. Siete alle prese con quella che Umberto Contarello ha definito, con un fantastico vocabolo, la “vuotanza”.

Bene rovesciamo lo schema con coraggio. Farà bene anche a colui che si sente orfano della vittoria sfuggitagli.

Rovesciamo questa “vuotanza” alle elezioni europe, basate sul proporzionale, nell’unico contenitore che per storia, dignità della sua leader più intransigente – Emma Bonino – può assumersi il ruolo di veicolo di un segnale inequivoco del partito che ancora non c’è e che deve sicuramente nascere.

Noi riformisti e popolo del Sì conserviamo la consapevolezza e l’orgoglio di aver già salvato il paese dal fallimento nel 2013, vinte l’europee nel 2014 e indicata l’unica soluzione veramente nuova nel Referendum..

Non dilapideremo questi valori sull’altare di un esperimento a noi tutti perfettamente chiaro che ha preferito picconare il proprio leader, il proprio governo, nel tentativo di rivincita di una sinistra datata e ultraconservatrice.

Che disastro sarebbe dilapidarlo proprio ora che la Storia con le sue repliche sta scompaginando i castelli di menzogne e di odio costruiti ad arte.

 

RENZIANI!Il segnale che dobbiamo dare con coraggio e fiducia nel futuroultima modifica: 2019-03-18T16:41:43+01:00da
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