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LA CRISI VERA PER IL SGOVERNO GIALLOVERDE STA ARRIVANDO.

Inchieste, migranti e sondaggi: ora per Salvini è crisi vera (e la legge di bilancio sta arrivando) Incalzato dalle inchieste su Siri e Fontana, in calo nei sondaggi, scavalcato dai Cinque Stelle nella gestione dei migranti: per la prima volta il leader leghista sembra all’angolo, incapace di contrattaccare. Per ora le piazze sono piene. Ma l’autunno incombe. E se aumenta l’Iva…

La nemesi è servita: a poche curve dalle elezioni europee del 26 maggio, quello che dovrebbero – avrebbero dovuto? – sancire la netta predominanza elettorale della Lega sui Cinque Stelle, Salvini è entrato nella sua prima vera crisi politica da quando è leader della Lega. Prima le inchieste sul sottosegretario Armando Siri e sugli intrecci di consulenze e favori in Lombardia che hanno coinvolto, seppur tangenzialmente, anche il presidente della Regione Attilio Fontana. Quindi le bordate della Commissione Europea, le ennesime, sulle politiche di bilancio del governo, vincolate a una manovra da 35-40 miliardi prevista per l’autunno, là dove il leader leghista prevedeva di allargare ancora i cordoni della borsa con la flat tax. Infine, la recentissima crisi migratoria, con 136 sbarchi e 60 morti in mare nel giro di poche ore, a smentire in un colpo sia la politica dei porti chiusi, sia la sua funzione di deterrenza alle partenze da una Libia che oggi è tutto fuorché “porto sicuro”. A cucire tutto, il filo rosso delle continue bordate degli alleati pentastellati, che non perdono occasione per smarcarsi dall’ingombrante alleato, apparso sulla difensiva e in difficoltà persino nel salotto televisivo di Otto e Mezzo. Ciliegina sulla torta, il sondaggio apparso su Repubblica, che certifica un calo di due punti percentuali dalle rilevazioni di due mesi fa, di fatto il primo vero grande calo leghista dal 4 marzo 2018 a oggi.

Difficile dire oggi se si tratti dell’inizio della fine, o di un fisiologico stop dopo quattordici mesi di crescita costante. Quel che è certo è che il tocco che un tempo sembrava magico, anche nella capacità di rispondere e di rintuzzare gli attacchi, oggi sembra smarrito

Difficile dire oggi se si tratti dell’inizio della fine, o di un fisiologico stop dopo quattordici mesi di crescita costante. Quel che è certo è che il tocco che un tempo sembrava magico, anche nella capacità di rispondere e di rintuzzare gli attacchi, oggi sembra smarrito. Nel caso Siri, Salvini si è fatto cucinare a fuoco lento come un pollo dai Cinque Stelle, che hanno tenuto per settimane sulla graticola – e sulle prime pagine dei giornali – il sottosegretario leghista e il suo leader, cotti a fuoco lento e infine mangiati con la revoca della nomina. Anche in Europa, Salvini sembra sempre più marginalizzato ogni giorno che passa, senza un gruppo parlamentare di riferimento e senza alleati in grado di garantirgli centralità nel parlamento di Strasburgo o nella scelta dei commissari a Bruxelles. Allo stesso modo, la mossa di un nuovo decreto sicurezza che di fatto esautora il ministero dei trasporti (e il Movimento Cinque Stelle) dalla gestione dei migranti, con la contemporanea lettera a Conte e Moavero in cui chiede un “serrate le fila“ del governo attorno alla strategia della fermezza del Viminale appare come un atto di sorprendente debolezza. Tanto più alla luce dell’alzata di spalle che riceve in cambio dal riottoso alleato, sprezzante nel bollare come un fallimento sia la strategia dei porti chiusi sia l’inconsistenza dei rimpatri di massa di cui sinora non si è vista l’ombra.

Che sia o meno “qualcosa di strano”, come suggeriscono le parole di Giancarlo Giorgetti, di sicuro è il segnale che difficilmente, nel breve, la coalizione di centro-destra potrà sostituirsi all’alleanza gialloverde

Certo, le difficoltà di Palazzo stridono con le piazze piene calabresi e con un sostegno popolare ancora enorme. Ma quella che fino a ieri sembrava una cavalcata vincente, oggi sembra essere il passo claudicante di un ronzino stanco. Per la prima volta, per dire, all’ulteriore crollo di Forza Italia, falcidiata dalle inchieste e privata della presenza di Berlusconi, non è corrisposta una crescita della Lega, ma al contrario un travaso di voti verso Fratelli d’Italia e +Europa. Che sia o meno “qualcosa di strano”, come suggeriscono le parole di Giancarlo Giorgetti, di sicuro è il segnale che difficilmente, nel breve, la coalizione di centro-destra potrà sostituirsi all’alleanza gialloverde. Allo stesso modo, è il via libera a nuovi e ulteriori attacchi dei Cinque Stelle, desiderosi di smarcarsi e di recuperare i consensi necessari per tenere il Pd a distanza di sicurezza e accorciare il solco che li separa dal Carroccio. Su tutto incombe una legge di bilancio che rischia di far saltare definitivamente il banco, soprattutto se non si troveranno alternative all’aumento dell’Iva. E allora sì, per Salvini sarebbero davvero guai seri. Popcorn?

 

LA CRISI VERA PER IL SGOVERNO GIALLOVERDE STA ARRIVANDO.ultima modifica: 2019-05-11T12:39:25+02:00da
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