DI TUTTO DI PIU SENZA PELI SULLA LINGUA E SENZA FAKE.

Gratteri arresta metà Calabria. Giustizia? No, è solo show ma quello bello dove ci sono i fatti non le balle.

All’alba di ieri si sono mossi 3mila carabinieri dei Ros, con l’ausilio d’un reggimento di paracadutisti  degli squadroni aviotrasportati, reparti mobili, mezzi di unità aerei e d’unità cinofile in un’operazione di guerra contro la ‘ndrangheta. 330 arresti, quasi 500 indagati, un’impresa colossale. L’augurio è che questa impresa, coordinata dalla Dda di Catanzaro, riesca a colpire con fermezza la ‘ndrangheta. Certamente in Calabria operazioni di questo tipo non sono una novità, come nuovo non è il dottor Nicola Gratteri che, negli ultimi 30 anni, ha avuto quasi sempre un ruolo di primissimo piano. E anche stavolta è stato lui a ordinare la retata.

Sui risultati delle operazioni precedenti è lecito avere qualche riserva anche perché quasi tutte hanno dei tratti in comune: un grande dispiegamento di militari, centinaia di arresti, la presenza di qualche personaggio noto, quasi per dare un pizzico di sale a una minestra altrimenti insapore. Poi una raffica di assoluzioni con relativi risarcimenti per ingiusta detenzione.

L’OPERAZIONE ‘MARINE’ – Furono più di un migliaio i carabinieri che la notte del 12 novembre del 2003 circondarono Platì – piccolo paese di tremila anime in provincia di Reggio Calabria – arrestando centinaia di persone. Fu un’operazione di guerra lampo con porte forzate, donne imploranti, bambini in pianto. E poi una lunga catena di ammanettati tra cui il sindaco del paese, il medico, lo “scemo” del villaggio, a cui i compaesani per calmarlo raccontarono la pietosa bugia che lo avrebbero portato in pellegrinaggio da Padre Pio.

L’operazione “Marine” – si chiamava così – non solo tenne le prime pagine dei giornali nazionali per diversi giorni: ne parlarono anche i giornali stranieri, tra cui il New York Times e la Bbs. Le sentenze si incaricarono di ridimensionare la portata dell’operazione Marine, tant’è che le condanne furono appena 3 (tre: tre su centododici, un po’ meno del 2%) mentre gran parte degli imputati furono prosciolti già nella fase delle indagini preliminari.

IL CASO STILARO – Un’eccezione? Direi la normalità, almeno in Calabria. Qualche tempo prima di “Marine” sulla Locride s’era scatenata l’operazione Stilaro. Anche in questo caso ci furono titoli di prima pagina sui giornali nazionali: arrestati i sindaci di Camini e Monasterace e con loro il più importante floricoltore calabrese, l’olandese Von Zanten, e poco meno di cento persone assicurate alla patrie galere.

Anche in questo caso ci furono le dichiarazioni ufficiali del dottor Gratteri ma le sentenze ebbero l’efffetto di demolire quasi per intero l’impianto accusatorio.  I sindaci coinvolti non arrivarono a processo perchè la loro posizione fu stralciata e archiviata già nella fase delle indagini preliminari. Il sindaco di Camini, un vecchio maestro elementare, restò profondamente segnato dalla vicenda sino alla morte.

L’arresto dell’imprenditore olandese Von Zanten, poi prosciolto, ebbe come logica conseguenza la crisi delle sue aziende, allora all’avanguardia. E assolti furono la stra- grande maggioranza degli imputati.

GLI ALTRI ‘PRECEDENTI’ – Tra un’inchiesta e l’altra non c’è il vuoto ma “Circolo Formato”; “Jonica Agrumi”; “Asl Siderno” e poi una infinità di operazioni con le reti a strascico destinate a restare quasi sempre vuote. C’è stata la richiesta di mandare a processo 500 (ripeto cinquecento) tra amministratori e funzionari dei Comuni della Locride tutti regolarmente respinti dal Gup.

GRATTERI “IL NUOVO FALCONE” – L’ultima impresa in ordine di tempo è “Stige”, che all’alba del 9 gennaio 2018 ha visto mille carabinieri sguinzagliati nella provincia di Crotone per mettere le manette ai polsi di 169 persone. Il dottor Gratteri la definì “La più grande operazione degli ultimi 23 anni”, così come quella di oggi è stata definita “la più grande operazione dopo quella che ha portato al maxi processo di Palermo”. Tradotto: Gratteri è il nuovo Falcone. Parola di Gratteri.

A parte “Palermo”, c’è da prendere atto che il numero di assoluzioni, in abbreviato, degli imputati arrestati nell’operazione Stige si aggira sul 40%, non possiamo che augurarci che in quella odierna gli innocenti coinvolti siano di meno.

L’ULTIMA RETATA – Infine, nell’operazione della notte scorsa sono stati coinvolti anche alcuni “politici” ma sarebbe giusto ricordare che il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, è stato quattro mesi in esilio tra le montagne di San Giovanni in Fiore per un provvedimento adottato dalla procura di Catanzaro e che la Corte di Cassazione ha giudicato illegittimo perché viziato da “pregiudizio “.

LA CALABRIA COME UNA GRANDE CASERMA – Quella a cui abbiamo appena accennato è una lunga storia su cui riflettere, ma una cosa è certa: le grandi operazioni di cui abbiamo parlato non hanno sconfitto la ‘ndrangheta anzi le hanno consentito di crescere sino a diventare la setta criminale più ricca e agguerrita di Europa. Nello stesso tempo ha trasformato la Calabria in una grande caserma in cui non sembra esserci grande rispetto per lo Stato di diritto e per la libertà delle persone.

Gratteri arresta metà Calabria. Giustizia? No, è solo show ma quello bello dove ci sono i fatti non le balle.ultima modifica: 2019-12-20T10:25:17+01:00da
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