Durante la cerimonia di inaugurazione milanese la riforma Bonafede era stata ‘smontata’ in diversi attacchi. Per la presidente della Corte d’Appello di Milano Marina Tavassi la nuova norma sulla prescrizione avrà “una ricaduta contenuta” nel capoluogo lombardo, in cui i processi si celebrano a tempo di record rispetto al resto della Penisola.
Parole a cui hanno avevano fatto eco anche quelle del presidente della Anm Luca Poniz, che ha puntato il dito contro “il mondo della politica” che pretende di impartire una “lezione di garantismo” dopo aver introdotto “le più irrazionali ed ingiuste riforme sostanziali e processuali”. “Rifiutiamo la contesa manichea – ha aggiunto – la prospettazione di scenari apocalittici e ancora peggio l’interessata strumentalizzazione politica di questa o quella posizione”.
Più pesanti le considerazioni del procuratore generale Roberto Alfonso: “Non si può sottacere” che la riforma della prescrizione “viola l’articolo 111 della Costituzione – aveva detto – con il quale confligge quanto agli effetti incidendo sulla garanzia costituzionale della ragionevole durata del processo”.