David Davis, ministro della Brexit: “Se l’Ue ci presenta un conto da 100 miliardi lasciamo i negoziati” Se il conto da pagare per la Brexit sarà di 100 miliardi di euro, Londra è pronta ad abbandonare il negoziato con l’Ue. Lo ha assicurato il ministro per la Brexit David Davis in una intervista al Sunday Times. I colloqui con l’Ue, che inizierano presumibilmente dopo le elezioni britanniche dell’8 giugno, potrebbero essere “turbolenti”, ha ammesso il ministro.Davis afferma che i negoziati possono arrivare a una “crisi” se l’Ue rifiuta di di dialogare su un accordo commerciale con il Regno Unito.

È come se la casa da gioco (la commissione UE) chiedesse ad un giocatore (la GB) che sta perdendo al poker e che vuole alzarsi ed andarsene, di pagare, oltre a quello che ha già perso, un di più, perché si era impegnato a giocare per altre due ore. Alla fine si accorderanno perché hanno tutti e due qualcosa da perdere in caso di guerra commerciale. La Germania vuole continuare a esportare le sue auto verso la perfida Albione.

Sono soldi che loro stessi avevano promessi in progetti già partiti in tutta europa anche in Italia e Gran Bretagna. Se decidono di non versare questi finanziamenti anche i progetti in GB si bloccherebbero (tra l’altro con soldi nostri già spesi). Non si bloccherebberò invece quelli in UE, sarebbero rifinanziati in ogni caso seppur con una spesa maggiore da parte degli stati membri (ma non così catastrofica…essendo equamente ripartita). La GB si ritrova in una posizione in cui questi comunicati, da campagna elettorale, fanno solo ridere e sicuramente non migliorano la loro posizione, già di svantaggio.

La GB ancora deve uscire dalla UE. I 100 miliardi (se sono 100 miliardi) sono relativi ad impegni di spesa che la GB ha assunto nei riguardi della UE, fino al 2019 (quando l’uscita diventerà effettiva). In questi soldi rientrano anche i soldi pagati dalla UE ai europarlamentari della GB (che non si sono dimessi). O glieli dobbiamo pagare noi? I soldi delle pensioni degli ex-funzionari britannici presso le istituzioni UE. Le dobbiamo pagare noi queste pensioni? Inoltre, fino all’effettiva uscita, la GB continuerà ad avere fondi europei (miliardi) per agricoltura e ricerca scientifica. La GB in questi due anni vuole solo prendere? chi ha preso degli impegni economici deve rispettarli. Queste sono le regole.

Chi dovrebbe pagare il leasing degli uffici dell’ agenzia del farmaco che gli inglesi hanno insistito di fare per 25 anni in modo di assicurarsene la permanenza a Londra il più a lungo possibile? Chi dovrebbe pagare l’indennità di licenziamento a tutti i dipendenti britannici della UE ora che chiaramente dovranno tutti essere licenziati? Se non pagano loro potrebbemo decidere di non pagare nemmeno noi e i soldi usciranno comunque da UK. In tanti casi Londra sarà costretta a pagare per evitare problemi ben più grandi.

Chi non vuole partecipare se ne vada ma paghi quelle spese che erano in obbligo prima della Brexit. Non ci vedo nulla di strano. Se lei decide di recedere da un affitto deve pagare la caparra come penale.

Ricordatevi non c’è più la GB, potenza mondiale, della thatcher! Un po’ come se l’Italia, memore dell’impero romano, volesse fare la Politica economica degli USA. Mica è solo “la politica” a determinare lo status che raggiungi. Ma pure la situazione di partenza. Che è tale che la may si è dimessa perché nel suo stesso partito c’erano tanti contrari alla brexit. E spera che spargliando le carte con nuove elezioni la maggioranza parlamentare trasversale antibrexit risulti diminuita. Speranza tutta da verificare. Altro che thatcher! La may ha buttato avanti la palla, a come viene viene, sperando che qualcuno dei suoi più avanti la raccolga, se lei stessa non riesce ad arrivarci. Ma con molta probabilità è una palla persa.