Istat, boom dell’industria: a dicembre fatturato più alto degli ultimi 10 anni.
Cresce l’industria, soprattutto nel settore dell’energia e dell’elettronica. Calano le domande di disoccupazione. Inflazione stabile. E sui costi della conoscenza la conferma: investiamo poco, l’1,3% del Pil, contro la media del 2% dell’Europa
Segnali positivi di ripresa dell’economia dall’Istituto di statistica. Nella media del 2017 il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, aumenta in valore del 5,1%, gli ordini del 6,6% (dati grezzi). Il dato è il più alto dal 2011 (quando era +6,8%) e l’indice destagionalizzato del fatturato dell’industria raggiunge il livello più elevato (110) da ottobre 2008. Per il solo comparto manifatturiero cresce in volume del 3,3%. I miglioramenti sono visibili anche sul breve periodo: a dicembre, il fatturato dell’industria cresce del 2,5% su novembre e del 7,2% sullo stesso periodo del 2016. Mentre a dicembre sono arrivate all’Inps 125.691 domande di disoccupazione, tra Naspi, Aspi, mini Aspi e mobilità, con un calo del 9,4% rispetto allo stesso mese del 2017. A gennaio ancora giù le ore di cig, -43,3% su anno.
E chi e stato a lavorare per le riforme che ci ha permesso di raggiungere ciò.E quali sono le sue prime parole. sintetizza cosi RENZI. I dati di oggi fotografano ordini +6.9% e fatturato industria +7.2%. La produzione industriale e l’export volano. Il tempo è galantuomo, le chiacchiere stanno a zero. Noi abbiamo fatto questo e vogliamo andare #avanti. Altri vogliono i dazi e uscire dall’euro. #4marzo #pensaci
E sempre oggi l’Istat pubblica anche il rapporto sulla conoscenza , che definisce un quadro degli investimenti del nostro Paese in cultura ed educazione. Il primo dato che emerge è che nel 2015 è stato speso l’1,3% del Pil per la ricerca e lo sviluppo, contro una media poco superiore al 2,0% per l’Ue. Circa il 60% della spesa in ricerca e sviluppo nazionale è concentrata in Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il rapporto rivela anche che le professioni a elevata qualificazione rappresentano una quota rilevante e in crescita nell’occupazione. Nel 2016, dirigenti, professionisti e tecnici (corrispondenti ai livelli più elevati nella scala di competenze associata alle professioni dall’Organizzazione internazionale del lavoro Oil-Ilo) rappresentano il 41,4% del totale nell’Ue (+1,8% rispetto al 2011) e il 36,3% in Italia (+1,1 punti). L’incidenza degli occupati a elevata qualificazione in Italia supera l’80% del totale nelle attività professionali e tecnico-scientifiche, nei servizi d’informazione e comunicazione e nell’istruzione; nell’industria scende invece al 30% fino al 20% o meno nei settori di commercio, turismo, trasporti e costruzioni. Dal rapporto arriva anche una conferma importante, che dovrebbe dimostrare quanto sia significativo l’apporto della conoscenza nella crescita del Paese: in Italia, nel 2016 il tasso di occupazione delle persone tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria (laurea e titoli assimilati) è al 79,8% contro il 51,2% delle persone con al più un titolo secondario inferiore.
E ce gente che vorrebbe buttare tutto a mare,per seguire le musica dei vari PIFFERAI con una musica molto allettante,per i bocaloni,ma impossibile da realizzabile.
Be io il 4 marzo sono certo che tanti saranno della mia idea.E i pifferai ingoieranno il loro piffero,e se sara indigesta be le regaleremo un bella confezione di MAALOX PLUS.