E Di Maio COSA SOSTIENE: “Siamo alle soglie di un nuovo boom economico” ORA DITEMI SE NON E UN COGLIONE IGNORANTE E CONTA BALLE CON UNA FACCIA DI TOLA.
La bastonata di novembre (-2,6 per cento rispetto a un anno prima, produzione industriale) è anche più grave di quello che ci si aspettava.
1- A questo punto sognare una crescita dell’1,5 per cento per il 2019, o anche solo dell’1 per cento, è solo follia. Se va bene, si finirà dove aveva previsto Goldman Sachs: + 0,4 per cento di crescita. Ma non si può nemmeno escludere una crescita 2019 uguale esattamente a zero, se non negativa.
2- Con questi numeri la manovra appena approvata dal governo gialloverde assume i colori della beffa: non vale nemmeno la poca carta sulla quale è scritta. Si può tranquillamente buttare tutto nel cestino e ricominciare da zero. Magari, come qui si suggerisce da tempo, con la consulenza della Banca d’Italia, della Bce e di Bruxelles. Tutti gli altri possono andare in vacanza.
3- Poiché sono testoni e attaccati al potere come nemmeno i vecchi democristiani, questi (Di Maio e Salvini) non se ne andranno a casa, ma di fatto l’esperimento del governo gialloverde è finito: ha vinto la realtà.
4- Mettiamoli alla prova è stato fatto, ma non hanno ascoltato nessuno e si sono ritrovati dentro la terza recessione in dieci anni. Recessione che si può combattere solo abbandonando tutte le idee cretine con le quali ci tormentano da dieci anni: non rinviare apertura cantieri, ma aprirli anche di notte.
5- Toninelli può essere licenziato e rispedito e vendere polizze.
6- Se poi il Pd si svegliasse, magari scoprirebbe che c’è qualcosa di buono da fare e che serve ancora: la storia gli sta servendo un’occasione insperata su un piatto d’argento. I vincitori hanno fatto flop in appena 7 mesi. Mai visto niente del genere.