L’altra sera al telegiornale ho visto Macron, Merkel, Junker, belli lustri e impettiti, che sulla scalinata dell’Eliseo aspettavano Jinping. E ho capito a che cosa siamo ridotti: scadenti figuranti di qualche sgangherata commedia dell’arte. I potenti erano là, su quella scalinata, noi in giro a fare comizi e a vantarci per avere venduto un tot di arance alla Cina (uno dei maggiori produttori mondiali).
E ho cominciato a dare credito alle voci che girano negli ambienti della finanza internazionale: a breve l’Italia sovranista e populista cacciata dal G7, e sostituita dall’Australia.
La parabola venezuelana sta per compiersi compiutamente. La crescita 2019 sarà zero (anzi, recessione). Servono soldi, ma non ci sono perché Salvini e Di Maio li hanno distribuiti al popolo in cambio di voti (esattamente come dittatori sudamericani). A fine anno serviranno fra i 50 e i 100 miliardi di euro, e sarà una catastrofe. Ma la decisione è già presa: si faranno altri debiti, pagati carissimi.
Il popolo ha voluto i generosi sovranisti al potere: avrà pochi soldi e molta miseria. Purtroppo, non c’è scampo, se non una cacciata di questi inetti, assai improbabile peraltro.
Siamo come topi finiti in un vicolo cieco, vicolo misero per giunta.
È troppo sperare in una rivolta della borghesia italiana? visto che il popolo sembra totalmente demente?