Governo, lo sfogo di Scalfarotto: “Le mie dimissioni a Conte finita l’emergenza coronavirus”

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta e vestito eleganteGoverno, lo sfogo di Scalfarotto contro Di Maio: “Vecchio democristiano”

Dalla parte della competenza, dalla parte dei risultati, dalla parte di Ivan Scalfarotto.

Governo, lo sfogo di Scalfarotto: “Le mie dimissioni a Conte finita l’emergenza coronavirus” Il sottosegretario agli Esteri annuncia di voler lasciare: «Non avvallo scelte che danneggiano il Paese». Renzi gli dà ragione: «Ma non vogliamo indebolire ora l’esecutivo»

«Io non avvallo scelte che danneggiano il Paese, cosi non ci sto, le mie dimissioni sono sul tavolo, le presenterò a Conte quando termina l’emergenza coronavirus». Ivan Scalfarotto non ci sta. Il sottosegretario agli Esteri si sfoga senza peli sulla lingua contro «la vecchia politica» di Luigi Di Maio, che ieri sera ha assegnato le deleghe al suo Ministero: spacchettando il Commercio Estero e tenendosi per se e i suoi sottoposti grillini «Le deleghe pesanti, quelle che muovono soldi».
Sms di Franceschini
Sul suo smart phone Scalfarotto conserva i messaggi di Franceschini che quando in agosto fu stretto l’accordo di governo, e lui era ancora nel Pd, gli assicurava che il commercio estero sarebbe stato suo esclusivo appannaggio, vista la comprovata esperienza in materia.

 

Renzi, “Aspetta, se no ci accusano di sabotare il governo”
E invece giovedì in serata Scalfarotto viene raggiunto da una nota con le deleghe assegnate, senza possibilità di discuterle. E scopre che gli è toccata solo quella sui Dazi. Chiama Renzi per dirgli che vuole dimettersi, ma si sente rispondere, che «si hai tutte le ragioni, ma ora congela le dimissioni perché ci accuserebbero di voler indebolire il governo». Cosa che puntualmente avverrà quando, prima o poi, Scalfarotto diventerà il primo esponente di Italia Viva, capo dei comitati renziani sparsi per l‘Italia, a sfilarsi dell’esecutivo Conte. Perché Renzi considera questa una violazione dei patti presi in un momento quanto mai poco opportuno.
“Così non ci sto”
«Io continuo a fare il parlamentare e a votare per questa maggioranza, non voglio indebolire governo, ma so fare questa cosa, mi hanno tenuto in ballo per cinque mesi, adesso me ne vado». Ecco come la racconta l’interessato. Tenuto a bada dai suoi colleghi del Pd, come la sottosegretaria agli Esteri, Marina Sereni, che lo hanno pregato di portare pazienza, che tutto si aggiusterà.
«Una stupidaggine dividere»
«Se le deleghe che Di Maio si è tenuto le desse a me – spiega uno Scalfarotto furioso – sarebbe una cosa diversa. Lui si è tenuto la supervisione su Ice (Istituto,per il commercio estero), sulla Sace (Servizi assicurativi per l’export), sulla Simest e su Invitalia, su fiere e missioni di sistema. Se io avessi avuto questo, più le politiche commerciali, avrebbe avuto un senso». E invece a Scalfarotto i Dazi, al collega dei Cinque stelle, Manlio Di Stefano sono toccate le deleghe su imprese e promozione degli scambi. «Sembra che abbia diviso in due il mondo del commercio estero, tra quello cosiddetto offensivo, ovvero quando vai a vendere, e quello difensivo, quando ti proteggi dai dazi, affidato a me. Una stupidaggine, perché se vado in Cina e parlo col ministro e gli voglio vendere scarpe, se non so che loro hanno un dazio sulle scarpe, come faccio? E poi così si mettono le imprese in condizione di non capire nulla».
Insomma, le ragioni sono molteplici e quelle invece dello spacchettamento, a suo dire, rispondono solo ad una logica di mero potere. «Il mondo delle imprese lo conosci perché vai in giro per il mondo e finisci per conoscere la loro realtà. In precedenza tutto ciò era un ministero di peso, il Commercio Estero. Capisco si voglia accorpare agli Esteri. Ma io con Calenda, in 24 mesi ho visitato 29 paesi. Dato che le esportazioni tengono insieme questo paese, perché le vuoi smantellare? Loro, i grillini, si sono tenuti la parte delle deleghe che muovono dei soldi. Si sono presi il merito della trattativa sui Dazi finita bene con gli americani, ma chi è andato a Washington a parlare col dipartimento del commercio sono io».
Certo al renziano Scalfarotto non difetta l’orgoglio, «io ormai ho un rapporto forte con Confindustria, Confartigianato, con il sistema delle fiere, a Milano, a Verona, ho fatto un gran lavoro e per il governo sono un asset: ho contatti a tutto campo e non mettermi in condizioni di lavorare, costringendomi a dover litigare per lavorare, è assurdo. Ma chi me lo fa fare?». 
Ultima chicca dello sfogo, contro «la scelta di Di Maio presa per dare a tutti degli strapuntini, una vecchia politica Dorotea, da vecchio democristiano, altro che nuovo che avanza».
Insomma, Italia Viva considera irragionevole che facciano tutto i grillini e che questo non sia il modo per gestire la relazione nel governo. «Io non lo voglio indebolire in questa fase, le polemiche vanno in naftalina, ma non avallo una decisione presa a detrimento dell’interesse economico nazionale. Quando sarà il momento presenterò le dimissioni al ministro e al premier».

Governo, lo sfogo di Scalfarotto: “Le mie dimissioni a Conte finita l’emergenza coronavirus”ultima modifica: 2020-02-29T11:56:19+01:00da bezzifer
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