And the winner is … chi sarà?

Che palle, amici cari! (e scusate il linguaggio poco raffinato …).

Mancano tre mesi tre all’elezione del nuovo Presidente; e saranno tre mesi lunghi e noiosi, noiosi da morire, almeno per me (non escludo che ci siano amanti del genere “fuffa e panna montata”, che invece godono: forse sono gli amanti del Grande Fratello o dell’Isola dei Famosi, …).
I media devono pur tenere alta l’attenzione, devono stuzzicare il pubblico di ogni estrazione, i social di conseguenza seguono l’onda per mantenere il livello di litigiosità permanente, i cittadini spettatori sono costretti a seguire le continue esternazioni di questo o di quello (e ora mi ci metto anch’io a esternare …).
Tre mesi d’inferno. E per che cosa? Per nulla, nulla, nulla.
Tutti sanno che nulla è come sembra, che chi dichiara qualcosa lo fa per posizionarsi, per lanciare ballon d’essai, o messaggi trasversali, che non può esserci nulla di deciso, che le carte sono tutte coperte …
Nessun Presidente è mai stato deciso tre mesi prima della scadenza del vecchio.
Eppure facciamo tutti finta di appassionarci al gioco di società.

Due o tre cose almeno dovremmo però darle per assodate, invece di continuare a rimestare, sperando che qualcuno si appassioni all’orrendo pastone.
Ad esempio:

Mattarella non è disponibile: l’ha detto in tutti i modi. Direte: anche Napolitano si era chiamato fuori nel 2013. Ma alla rielezione di Napolitano si arrivò solo dopo fuochi d’artificio mai visti, pagine poco edificanti, piene di tradimenti, bugie, franchi tiratori. Fu la fine di una pochade inguardabile. Non ricapiterà più e, se mai dovesse, non lo si può prevedere tre mesi prima. L’emergenza si chiama così perché emerge ad un certo punto …

Draghi ha altro da fare: è talmente evidente che solo degli irresponsabili, o dei mestatori, possono continuare a proporlo per la carica. Abbiamo constatato qual è il suo ruolo nel consesso dei Grandi: Draghi è un operativo, lo è sempre stato; come si può anche solo pensare di distoglierlo dai suoi gravosissimi compiti e mandarlo a ricoprire un incarico pure prestigioso, ma di garanzia? Certo, a molti farebbe comodo toglierselo dai piedi: Draghi dà fastidio, è ingombrante, come tutti quelli che “fanno accadere le cose”, che non le lasciano come le hanno trovate. Più prima che poi, sarà costretto a sgombrare il campo e dichiarare apertamente che, se vogliono , possono sfiduciarlo in Parlamento e mandarlo a casa, ma non al Quirinale: il più classico “promoveatur ut amoveatur”.

Berlusconi è sempre più “unfit” (inadatto, come scrisse l’Economist venti anni fa, quando pure era giovane e forte): ora non è più né giovane né forte, è un anziano di 85 anni, sempre molto sensibile alle lusinghe, narciso e ancora molto ambizioso, ma è invecchiato peggio di come è vissuto e nessuno, forse nemmeno lui, può ragionevolmente pensare che possa rappresentare l’Italia nel mondo fino al 2029, a quasi 93 anni. Ha una storia così densa di ombre, di parole, di foto che non si dimenticano (la pistola sulla scrivania, più delle olgettine) … Insomma l’ex-cavaliere è chiaramente una finta, una boutade, una minaccia forse, un argomento di conversazione, ma non un’ipotesi politica. Lo sanno tutti, eppure …

Esclusi questi tre, è evidente che la strada maestra è quella di una personalità gradita, o almeno non sgradita, a quasi tutto il Parlamento. I prossimi cinque-sette anni saranno anni di fuoco, pieni di progetti da portare a compimento, di tanti soldi da spendere, con tutta l’Europa che ci conterà i centesimi, pur di dimostrare che NON meritiamo la prima linea, ma solo le retrovie dell’Unione, che siamo terra di conquista. Insomma, serve una figura “rassicurante”, per noi e per gli altri. E un Presidente eletto da una maggioranza risicata, di destra o di sinistra che fosse, non lo sarebbe di certo.

Se tutto ciò ha un senso, la partita è apertissima, perché figure “rassicuranti” ce ne sono parecchie, e certamente non si può elencarle adesso, perché non si farebbe un buon servizio a nessuna di loro.
Le forze parlamentari, che per Costituzione sono depositarie del diritto/dovere di scegliere, continueranno a tessere tele dai fili poco visibili, faranno filtrare solo quello che vorranno, e solo all’ultimo si comincerà a fare sul serio.
Sette anni fa. a tre mesi dal voto, chi mai avrebbe scommesso un centesimo su Mattarella, giudice costituzionale ormai ritiratosi dalla politica attiva, fuori da giochi e giochini dei partiti?
Fu il solito Renzi che, per non soggiacere alla scelta preconfezionata alle sue spalle da Berlusconi e D’Alema di Giuliano Amato, impose Mattarella come una figura a cui non si poteva dire di no.

Noi cittadini spettatori dovremmo rassegnarci ad aspettare, ma in realtà verremo bombardati mediaticamente da ogni tipo di informazione, allusione, illusione, immaginazione e faremo finta di dividerci, di parteggiare per l’uno o per l’altro, dando per certissime ipotesi che manco di striscio …
Sarà il giochino di fine anno, dove tutto appare e nulla è; dove si guarda il dito e non la luna, anzi la luna è proprio nascosta dietro le nubi.

Cionondimeno, la liturgia è questa e faremo tutti finta di seguirla molto interessati.
Ci si potrebbe abbinare la Lotteria di Capodanno, con un bel montepremi di milioni e milioni.

Però, però, … dovremmo proprio sforzarci di essere più seri e non ridurre un evento istituzionale di prima grandezza a una nomination da Oscar, che peraltro nel suo campo è cosa serissima.
I media potrebbero e dovrebbero dare una mano, e invece sono i primi ad attizzare il fuoco.
Ci lamentiamo dell’anti-politica ma cosa facciamo per ridare alla politica l’autorevolezza che ha sempre avuto?

And the winner is … chi sarà?ultima modifica: 2021-11-02T09:38:18+01:00da bezzifer
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