Il circo in diretta. La finta equanimità del talk che ospita i pagliacci e accredita gli stronzi

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Il gioco di contrappunto è semplice: far parlare neneisti e pseudo-pacifisti, propalare dubbi su episodi acclarati e cercare di mettere Russia e Ucraina sullo stesso piano.

Già non andrebbe bene se fosse una gara a mettere sul palco, o in prima pagina, il maggior numero di mentecatti, farabutti, mentitori, magliari: in una parola il maggior numero di stronzi. Non andrebbe bene perché l’oggetto sociale della cosiddetta informazione, per quanto già abbondantemente sfigurato, degraderebbe a puro protocollo circense, con lo stalinista “Né con le stuprate né con la Nato” al posto del mangiaspade e con il sindacalista che cerca prove dell’immoralità degli orfani ucraini al posto dell’ammaestratore di pulci.

Solo che la gara non è questa: è peggio. La gara è ad accreditarli, gli stronzi. E dunque se chiami lo sfiancato degli autunni caldi a dire che Zelensky è un dittatore, che l’Ucraina stava sotto a una dittatura, che i russi hanno aggredito, sì, ma una dittatura, che ci vuole la giustizia internazionale, sì, ma per processare la dirigenza ucraina, allora non fai circo, che già sarebbe male, ma lo rendi istituzionale e lo legittimi in equipollenza a qualsiasi rappresentazione diversa. E amen se in una c’è l’uomo più forte del mondo che solleva macigni di cartapesta, ovvero l’analista che spiega che Biden istruisce i passanti ucraini a camuffarsi da cadaveri, e dall’altra questa noia, questa storia scontata, questa menata insopportabile del tiranno che invade e mette a ferro e fuoco un Paese libero che poi è tutto da vedere quanto fosse libero.

Secondo questo bel procedimento sarebbe perfettamente ammissibile, perfettamente congruo e altrettanto serio, oggi, un bel talk sui Protocolli dei Savi di Sion, perché è indiscutibile che esistano autorevolissime voci che ne reclamano la veridicità, laddove l’autorevolezza dipende appunto dal fatto che in qualche fogna social o televisiva l’argomento è propugnato. Ed è il procedimento per cui sulla news dell’ospedale bombardato fa fede equiparabile l’agenzia russa secondo cui era un covo di nazisti, perché questo conta, la capacità recipiente ed equanime dell’informazione che si mostra rigorosa nella misura in cui raccomanda di ricordare che magari c’è Auschwitz, d’accordo, ma signora mia c’è anche il professor Stracazzi che dice che era un parco giochi.

Il giornalismo che fa mostra di lavorare in contrappunto, dando spazio un giorno sì e l’altro pure a quello che chiede l’abolizione della guerra tramite l’abolizione di chi la subisce e mettendolo dirimpetto, ma una volta al mese, a quello che proprio non ce la fa a giustificare gli stupri di massa perché c’è la presunzione di innocenza, ecco, fa un lavoro particolare: il complemento delle operazioni speciali. Un circo che sarebbe ingiusto vietare, per carità, ma non pagargli il biglietto sarebbe almeno da considerare.

Il circo in diretta. La finta equanimità del talk che ospita i pagliacci e accredita gli stronziultima modifica: 2022-04-14T10:44:44+02:00da bezzifer
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