I figli di Putin

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Figli degeneri che, abituati per qualche tempo a giocare con l’Italia e gli Italiani, si accomodarono alla corte di Putin.

Il primo, Giuseppe Conte, arrivò a concordare con Putin, la spedizione “Dalla Russia con amore“: 13 quadrireattori e 104 militari russi sbarcarono il 22 marzo 2020 (esattamente due anni fa) a Pratica di Mare con l’obiettivo di aiutare l’Italia alle prese con le primissime fasi dell’emergenza Covid. Un’operazione che già nell’immediato aveva destato più di un’apprensione. E che, letta con gli occhi di oggi, assume contorni sempre più inquietanti. “Se uno non ha troppa confusione in testa sul regime autocratico di Putin, lo capisce immediatamente che quell’intervento venne condotto con modalità molto particolari: una presenza militare importante, tra cui anche figure di spicco come generali e membri dell’intelligence. Ma soprattutto, fu accolto con grande enfasi da parte del governo italiano”.

Il secondo, Matteo Salvini, usava girare con una maglietta con su stampata la foto di Putin, declamando: “mi sento più sicuro al Cremlino che non in Italia”. E non si fermò alla maglietta. Prese a frequentare tutto l’entourage di Putin tanto che la magistratura italiana sta ancora indagando su strani rapporti tra intermediari della Lega e intermediari russi.

Tutti sappiamo come è andato a finire il sodalizio dei due figli di Putin: 

Salvini finì con l’ubriacarsi sotto il sol leone del 2019, fantasticando di pieni poteri di autocratica memoria. Non gli diedero i pieni poteri ma un bel servito che, ancora oggi, lo porta a girovagare per l’Italia alla ricerca del sen perduto.

Giuseppe Conte, come sappiamo, perse la poltrona per chiara mancanza di consenso parlamentare, e finì nelle mani di un tal Travaglio. Da qui il travaglio di Conte. Il povero avvocato, non abituato alla politica, esperto solo di fascicoli da aprire per difendere qualcuno, indipendentemente che fosse innocente o colpevole, rosso o verde, non ci ha capito più niente e ha partorito un mostro a due teste con pensieri contrapposti: uno teso a conservare qualche seggio dopo l’uscita dal governo, sperando nel bagno rigenerante di una manciata di mesi all’opposizione; l’altro terrorizzato dal fatto che si stia aprendo la strada al centro-destra che ormai corre verso il voto anticipato nel timore che a qualcuno venga in mente di cambiare la legge elettorale. E, allora, che si fa? Si tira fuori l’arzigogolo: a) il Movimento non ritira i suoi i ministri; b) il Movimento non apre la crisi formalmente perché non vota la sfiducia; c) ma il Movimento non vota la fiducia.  Non vota la sfiducia ma non vota la fiducia. Solo un azzeccagarbugli può generare una assurdità del genere come questa di togliere la fiducia al Governo Draghi, chiedendogli, contestualmente, di restare a governare. Della serie: tu fatti un mazzo tanto per gestire pandemia, guerra, inflazione, povertà; io gioco nei cortili dei palazzi, tra bevute e lazzi.

E così, grazie ai due figli di Putin, l’Italia che aveva rialzato la testa e che, rispetto a Germania e Francia, aveva iniziato farsi sentire con un premier apprezzato e riverito in tutto il mondo, viene spinta nei marosi perigliosi senza alcun condottiero.

I figli di Putinultima modifica: 2022-07-15T11:03:24+02:00da bezzifer
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