Zingaretti racconta un film che non c’e’. Si descrive polo dell’alternativa.L’unità se la si deve guadagnare e non deve essere qualcosa di sforzato, ma viste le premesse io glielo dico con tutta onestà : “AFFANCULO L’UNITÀ”. In bocca al lupo segretario.

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Zingaretti racconta un film che non c’e’. Si descrive polo dell’alternativa. In tutte le elezioni locali recenti il Pd, in quanto tale, raccoglie percentuali da partito agonizzante. Molto lontano dal risultato delle politiche ( con Renzi). Invece di allarmarsi e correre ai ripari nel Pd si diffonde un trionfalismo da ubriachi. E la stampa e Tv fanno da agit prop. Il Pd, nelle elezioni locali, raggiunge il 30% solo in coalizioni piu’ ampie. Ma quali coalizioni? Non certo quelle che Zingaretti sta perseguendo a livello nazionale. Cioè con la sinistra. Ma, all’opposto, con l’apporto di un elettorato centrista, moderato, civico. A sinistra, per ammissione dello stesso Zingaretti, si può recuperare al massimo un…1% di consensi. Dice Zingaretti:”tutto fa brodo”. Ridicolo. Il gioco non vale la candela. Imbarcare Leu per perdere i moderati e guadagnare l’1% e’ demenziale. Il “centrosinistra largo”, di cui si vanta Zingaretti, per sua stessa ammissione veleggia intorno al 20%. Che significa che il Pd, magari è in piedi ma è molto lontano dal rappresentare l’alternativa. Per l’alternativa occorre che il Pd si convinca che deve guardare al centro, agli astenuti, a tutto l’elettorato. Non solo ai voti di “sinistra” in fuga dai 5 Stelle ( che poi non prende). I voti non si prendono inseguendo le pulsioni degli elettori. Tanto meno quelle populiste di sinistra. Si conquistano invece rappresentando una funzione nazionale: un’alternativa di governo competente, responsabile, costruttivo, che lavori alla ripresa economica e fermi lo sfascio populista. Il Pd dovrebbe fare politica al centro. E smetterla di baloccarsi con il nulla che sta a sinistra: una perdita di tempo.

La SUA motivazione sembrerebbe inattaccabile: fare il pieno di ogni voto. Cosi Zingaretti ha motivato l’apertura a Leu e all’Mdp degli ex scissionisti ( anzi non ex). E invece è un errore. Anzitutto cambia il carattere della supposta lista aperta che Zingaretti aveva annunciato. Avevano detto che sarebbe stata una lista “da Macron a Tsipras” (e Tsipras di oggi non e’ Leu). Tsipras c’e’ (e in abbondanza ) nella lista del Pd. Macron dov’e? La lista aperta a Leu si configura come una operazione di solo “centrosinistra” tradizionale, ristretta, limitata al solo campo “socialista” europeo. Che e’ oggi in Europa un campo di forze in declino, vecchio, sulla difensiva e senza un’idea propulsiva di federalismo europeo come “risposta immediata” a sovranisti e populisti. Risposta invece che, in Europa oggi, e’ solo di Macron e delle forze liberaldemocratiche, civiche, dei Verdi “europei” cui il Pd dovrebbe apertamente riferirsi. Ben oltre i confini del PSE, dei socialisti europei. Che dice lo stesso Calenda? Lui aveva escluso questa visione ristretta della lista europea. Ora l’accetta? Possiamo ridurre al solo Calenda ( un iscritto del Pd) la rappresentanza nelle liste europee del mondo liberaldemocratico, centrista, federalista alla “destra del Pd”, non riconducibile a un vecchio centrosinistra? E infine. Ma davvero la lista Pd recupera voti alleando Leu? Ho i miei dubbi. A sinistra del Pd c’e’ ormai un elettorato residuale, ideologizzato, effimero ma anche irriducibile ( direi, persino, fisiologicamente) ad alleanze con la sinistra democratica. Queste forze se Leu si alleasse col Pd, non lo voterebbero più e convergerebbero su altre formazioni di estrema sinistra. La scissione del Pd è un’operazione fallita per questo: non ha avuto un seguito che non fosse unificare una pattuglia elettorale di persone che “da sempre e per sempre” si collocano fuori del Pd e della sinistra riformista. Ed allergiche, anche, a piccole operazioni frontiste come quella annunciata da Zingaretti. Che per questo e’ un’operazione a perdere: non porta voti ( Leu non li ha) al Pd, non qualifica la lista del Pd come lista che va ” da Macron a Tsipras” ( si ferma solo a quest’ultimo), porta in Parlamento europeo persone ( non forze) aderenti al Pse ma avverse ai liberali e ai federalisti di Macron. Un’operazione, quella di Zingaretti, politicamente sbagliata, deviante e, per di più, elettoralmente inutile. Che allarma i liberaldemocratici che avranno interrogativi sul votare il Pd. Chi nel Pd” ( tranne Giachetti) trattano posti ma accettano questa linea di Zingaretti. E tacciono

PS: Caro Segretario Nicola Zingaretti, io sono un renziano, ma prima di tutto sono una persona che ha sempre amato il Partito Democratico. Non ho mai visto di buon occhio il suo investimento a segretario del PD, ma ho voluto stringere i denti e tra me e me, mi sono detto che dovevo tenere duro e pensare prima di tutto all’unità del partito. Credevo in un PD nuovo, senza il ritorno di vecchi trogloditi. Un PD innovativo moderno. Invece mi ritrovo un qualcosa di vecchio. Vecchia è l’investitura a tesoriere di #Zanda, quello che si era opposto all’abolizione dei vitalizi. Quello che ha voluto ridiscutere il ricalcolo dello stipendio dei parlamentari per equipararlo a quello degli eurodeputati. Zanda un settantenne che di nuovo non ha nulla. Vecchia è l’idea di aprire a Liberi e Uguali e #MDP per formare un’ammucchiata con chi ha distrutto e infamato Matteo Renzi. Vecchia è l’idea di rischiare di avere tra i piedi #DAlema e compagnia. Se penso a tutto ciò mi viene il vomito e mi si riempie il cuore di tristezza e rassegnazione. Caro segretario, proprio non ce la faccio e le dico che mi arrendo con la morte nel cuore. L’unità se la si deve guadagnare e non deve essere qualcosa di sforzato, ma viste le premesse io glielo dico con tutta onestà : “AFFANCULO L’UNITÀ”. In bocca al lupo segretario.

Zingaretti racconta un film che non c’e’. Si descrive polo dell’alternativa.L’unità se la si deve guadagnare e non deve essere qualcosa di sforzato, ma viste le premesse io glielo dico con tutta onestà : “AFFANCULO L’UNITÀ”. In bocca al lupo segretario.ultima modifica: 2019-03-30T10:29:31+01:00da bezzifer
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