Qualcuno potrebbe chiedersi perché questo accanimento nei confronti di un libro che, probabilmente, avrà un impatto relativo sul dibattito pubblico. La risposta è che un libro è una cosa seria. Quando scrive un libro, un politico ha l’occasione di mettere in ordine, senza fretta, quelli che vuole presentare come i suoi pensieri più profondi, gli ideali e gli obiettivi ai quali ambisce. Lo può fare perché ha tempo per scrivere, non c’è un intervistatore che lo incalza o l’attenzione di un pubblico che svanisce. Ma lo può fare anche perché un libro è, per sua natura, destinato a un pubblico selezionato, in grado di comprendere argomentazioni complesse e riferimenti elevati.Un libro, insomma, è l’occasione per mostrarsi migliori e più profondi di come la cronaca politica quotidiana costringe gli uomini politici ad apparire. Renzi punta a trasformare il suo libro in un bestseller, in un testo che sarà letto da un pubblico così vasto che argomentazioni profonde e ragionamenti complessi sarebbero andati sprecati.
Quello che dice si critica nel libro è indubitabilmente vero, però per approfondire realmente, come si auspicano i critici, anche solo una parte degli spunti citati nel’ libro ci vorrebbero tomi da migliaia di pagine. Con tutta la buona volontà questo libro non sarà il Capitale di Marx e neppure il Manifesto di Marx ed Engels e non penso neanche ambisse a tanto. Questo è un riassuntino per sommi capi dei temi che saranno affrontati dal segretario del Pd e del fatto che saranno affrontati, non con mirabolanti invenzioni politiche ma con ricette già sperimentate altrove (da destra e da sinistra) che non vengono dettagliate al momento, ma che, presumibilmente (e sperabilmente per me) saranno un po’ più approfondite nelle conferenze programmatiche pre elettorali in autunno.